Città congestionate e servizio di bassa qualità al Centro-Sud: i ritardi italiani nella mobilità sostenibile
Bassa domanda di mobilità urbana sostenibile nelle grandi città italiane, soprattutto a Roma, Palermo e Torino, ancora troppo congestionate e qualità piuttosto bassa del servizio pubblico locale, in particolare in alcune regioni del Centro e del Mezzogiorno. E’ la fotografia scattata dal rapporto “Verso un nuovo modello di mobilità locale sostenibile”, realizzato dagli esperti del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili.
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“E’ necessario stimolare la domanda di mobilità sostenibile, come il Governo ha fatto di recente introducendo il bonus sugli abbonamenti, disincentivare l’uso dell’auto e creare piattaforme digitali per facilitare la pianificazione degli spostamenti e la scelta dei mezzi anche in base alle emissioni inquinanti e climalteranti prodotte”, dichiara il Ministro Enrico Giovannini nel corso dell’evento di presentazione del rapporto “Verso un nuovo modello di mobilità locale sostenibile”. Report che tratteggia un quadro a tinte fosche per la mobilità italiana.
Realizzato sulla base di dati statistici raccolti da diverse fonti (tra cui, Istat, Eurostat, Eurobarometro, Isfort, Asstra, Osservatorio sul TPL Mims, Ministero dell’Interno), il rapporto MIMS descrive una situazione caratterizzata da una bassa domanda di mobilità urbana sostenibile nelle grandi città italiane.
Città congestionate e servizio pubblico di bassa qualità
Se messe a confronto con città europee di eguali dimensioni Roma, Palermo e Torino risultano ancora molto congestionate a causa dell’elevato tasso di motorizzazione. Ma il problema non riguarda solo le città metropolitane: secondo il rapporto, infatti, la qualità del servizio pubblico locale è piuttosto bassa, in particolare in alcune regioni del Centro e del Mezzogiorno. Collegamenti scarsi, vetustà del parco mezzi e basso livello di digitalizzazione dei servizi sono alcune delle criticità evidenziate.
E, sebbene in crescita, la mobilità condivisa e quella ciclabile presentano ancora forti ritardi rispetto ad alcune realtà europee.
Cosa fare per rendere la mobilità italiana più sostenibile?
“Per conseguire una mobilità locale che sia sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale è necessario poter misurare le diverse dimensioni con indicatori che consentano di monitorare il cambiamento nella governance, nella programmazione, negli investimenti, nell’innovazione tecnologica e nella gestione del servizio”, prosegue il Ministro. “Fissare obiettivi quantitativi può servire alle istituzioni e agli operatori pubblici e privati a identificare le azioni più efficaci per ridurre le disuguaglianze territoriali e le distanze con gli altri paesi europei”.
Tra i mezzi per raggiungere gli obiettivi indicati, il rapporto distingue gli strumenti per stimolare la domanda e quelli che mirano a rendere più efficiente e sostenibile l’offerta. I primi includono incentivi (monetari e non) per favorire il ricorso al trasporto pubblico locale o altre forme di mobilità sostenibile. Ma anche disincentivi (monetari e non) all’utilizzo del mezzo privato, campagne di comunicazione e altre misure che possono incidere sui comportamenti individuali, non ultima la sensibilizzazione sulle esternalità negative causate dall’uso dell’auto privata e sui benefici prodotti dalla scelta di mezzi di mobilità sostenibile, l’uso di strumenti di pianificazione che evitino picchi di congestione della viabilità.
Sul lato dell’offerta di mobilità, gli strumenti comprendono: maggiori finanziamenti al Traporto Pubblico Locale (TPL), investimenti infrastrutturali (tram, metropolitane e ferrovie urbane) per aumentare l’offerta di modalità su ferro, nodi di trasporto rafforzati per favorire l’intermodalità, ciclovie e percorsi ciclopedonali, sostituzione dei mezzi più inquinanti con quelli elettrici o a idrogeno, interventi per integrare, anche grazie a piattaforme digitali, i servizi di mobilità a livello locale, miglioramento della regolamentazione, rafforzamento del ruolo del mobility manager, miglioramento delle modalità di affidamento e di gestione del servizio.
Tra le iniziative del Ministero in tema di investimenti per lo sviluppo della mobilità sostenibile, il Ministro Giovannini ha ricordato come il PNRR, Piano Complementare, la Legge di Bilancio 2022 e il Fondo Sviluppo e Coesione 21-27, prevedano investimenti totali per il trasporto rapido di massa pari a 8,7 miliardi di euro.
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