Coronavirus e scuola: come l’emergenza ha rivoluzionato l’istruzione italiana
La diffusione del coronavirus sta modificando radicalmente il sistema scolastico italiano. Per la prima volta nella storia le scuole rimangono chiuse e si assiste ad una transizione epocale verso l'e-learning. Ecco i vantaggi e i limiti della didattica a distanza, considerando quali strumenti potrebbero diventare delle risorse strutturali nel campo della formazione in futuro.
> Per approfondire: Decreto Cura Italia e didattica a distanza
Dopo anni di lezioni in aule e libri cartacei, la pandemia da Covid-19 ha finalmente dato la spinta necessaria alla didattica online per essere giudicata come parte fondamentale del percorso di istruzione scolastica e universitaria.
In poche settimane, infatti, studenti e professori si sono ritrovati all'utilizzo obbligatorio di strumenti virtuali per poter portare avanti lezioni ed esami. Una rivoluzione straordinaria del sistema formativo nazionale che sicuramente condizionerà il modo di funzionare anche quando l'emergenza sarà alle spalle.
Decreto scuola: in pagella anche la didattica online
La didattica a distanza non è più consigliata ma sarà obbligatoria, almeno fino alla fine dell’emergenza coronavirus. A definire questa virata a favore dell'e-learning è il decreto scuola, approvato lunedì 6 aprile dal Consiglio dei Ministri.
Si può considerare questo provvedimento come un'inversione di rotta da parte del Ministero dell’Istruzione, che solo qualche settimana fa - con la nota 388 del 17 marzo scorso - spiegava che l'insegnamento da remoto non è "un adempimento formale, perché nulla di meramente formale può essere richiesto in un frangente come questo".
Oggi, con il nuovo decreto legge, il quadro è cambiato, perché le lezioni a distanza diventano obbligatorie essendo l'unica modalità per concludere l’anno scolastico in corso. Inoltre, se la diffusione del virus non dovesse arrestarsi completamente, il Ministero dell’Istruzione potrebbe trovarsi costretto a prolungare l'utilizzo della modalità telematica.
Non solo e-learning: le altre misure nel decreto scuola
Nel pacchetto di misure dedicate all'istruzione sono previsti, oltre all'obbligo della didattica a distanza, anche:
Tutti promossi
Promozione eccezionalmente garantita a tutti, salvo a chi dovrà fare la maturità, che sarà valutato sulla prova finale. Nessun bocciato né rimandato. Per chi frequenta anni intermedi, dalle elementari al liceo, il decreto scuola spiega che le lezioni online avranno un peso in pagella paritario alle lezioni "reali", ossia quelle che hanno avuto luogo in aula prima della pandemia.
Maturità semplificata
Snellita la maturità 2020, che si svolgerà attraverso un solo orale anche da casa, se non sarà possibile convocare i maturandi a scuola alla fine di giugno. A giudicarli sarà la commissione interna, cioè i professori delle singole classi, con un presidente esterno. Gli studenti saranno tutti ammessi, vista la straordinarietà della situazione. Anche per quanto riguarda la votazione dell’esame, l’orale potrebbe valere fino a 60 punti. Anche nel caso remoto in cui gli studenti dovessero riprendere ad andare a scuola regolarmente entro il 18 maggio, l’esame sarà semplificato: prova di italiano, prova di indirizzo preparata dalla commissione, quindi diversa da classe a classe, e prova orale.
Abolito l'esame di terza media
Scompare per quest'anno la prova finale della scuola secondaria di primo grado, a meno che non si torni a scuola prima del 18 maggio. Se non si dovesse tornare, l’esame di terza media sarà sostituito da una tesina, le cui specifiche saranno definite in un’ordinanza del ministro prevista per le prossime settimane. In caso contrario, se ci fosse il rientro entro la metà di maggio, l’esame sarebbe comunque ridotto eliminando una o più prove.
Esami sospesi e tirocini a distanza
Misure eccezionali anche per tirocini e abilitazioni. Per i futuri architetti, ingegneri, psicologi, avvocati, commercialisti, dentisti, farmacisti, veterinari, commercialisti e i tecnologi alimentari, gli esami di abilitazione sono sospesi come i concorsi pubblici. A tal proposito, il ministro dell’Università potrà decidere se si terranno in modalità telematica.
Anche per i tirocini è prevista la possibilità di svolgerli a distanza. Discorso diverso per gli avvocati, che potranno godere della riduzione della durata del tirocinio da 18 a 16 mesi. Non solo: il governo, per tutelare chi stava svolgendo il tirocinio in tribunale ma non ha potuto concluderlo perché le udienze sono sospese, ha stabilito che il semestre di tirocinio sarà da considerarsi come svolto positivamente anche nel caso in cui il praticante non abbia assistito al numero minimo di udienze.
Anno scolastico 2020-21
Il prossimo anno scolastico inizierà lo stesso giorno in tutta Italia, invece che con i calendari regionali differenziati. Gli studenti saranno in classe già i primi giorni di settembre. Non è ancora chiaro se si potrà tornare a scuola o se si ricomincerà con la didattica a distanza. In ogni caso, le prime settimane dell’anno scolastico 2020/21 saranno dedicate al "recupero degli apprendimenti" per tutti gli studenti.
> Per approfondire: Decreto liquidità e decreto scuola
Coronavirus: la scuola digitale non è una novità
A seguito della chiusura degli istituti scolastici, stabilita dal dpcm del 4 marzo 2020, si è fatto avanti naturalmente il passaggio dalla modalità di insegnamento tradizionale alla didattica a distanza, considerando la necessità di contenere la diffusione del coronavirus.
Tuttavia, la diffusione delle tecnologie digitali rappresenta sin dagli anni '90 croce e delizia del sistema scolastico. Nel tempo, infatti, si è tentato di integrare virtuosamente le nuove metodologie anche se con scarso successo. Che si tratti di sistemi come Moodle per le università o delle lavagne interattive per le scuole, gli strumenti di nuova generazione non sono riusciti a fare quel passo in avanti, restando accessori di scarso utilizzo.
I principali disincentivi all'uso di strumenti tecnologici alternativi sono quattro:
- per i professori lo sforzo necessario alla preparazione del materiale didattico digitale rappresenta un'attività sicuramente più onerosa di quella tradizionale;
- la difficoltà per i docenti, spesso con limitate competenze in fatto di e-learning e ancorati a metodi di didattica tradizionale, di stare al passo con la generazione dei nativi digitali;
- l’uso delle tecnologie digitali richiede infrastrutture che purtroppo sono spesso assenti o carenti, soprattutto nel sistema scolastico italiano, e che ne hanno ritardato l’adozione;
- il digital divide che colpisce alunni e docenti, ancora non in possesso dei device necessari per poter accogliere completamente l'obbligo della didattica telematica. Secondo Istat nel Mezzogiorno il 41,6% delle famiglie è senza computer in casa - rispetto a una media di circa il 30% nelle altre aree del Paese - e solo il 14,1% ha a disposizione almeno un computer per ciascun componente.
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Didattica digitale: quali sono gli strumenti a disposizione
Considerando il contesto generale, quindi, l'arrivo del coronavirus e l'annuncio della sospensione della didattica frontale per scuole e università ha richiesto una rapida riorganizzazione dell’intero sistema di formazione nazionale: l'unica soluzione possibile era quella di erogare l’equivalente di lezioni frontali attraverso l'uso di sistemi di videoconferenza a distanza.
Tuttavia supportare un sistema di video lezioni era difficilmente attuabile utilizzando le reti a disposizione degli istituti e degli Atenei nazionali. Per questo, i grandi servizi cloud mondiali hanno messo a disposizione risorse e piani speciali, a volte gratuiti, per supportare l’emergenza. Strumenti di questo genere attualmente utilizzati da molti atenei italiani sono ad esempio, Microsoft Teams, WebEx, Google Meet e Zoom.
Altri tools utili per cavalcare l'onda della rivoluzione digitale nell'ambito dell'istruzione sono:
- Pagina web del Miur: piattaforma che mette a disposizione materiali e link per lo scambio di buone pratiche e i gemellaggi fra scuole. A questo si aggiunge il tutoraggio per le scuole di oltre cento istituti aderenti a "Avanguardie Educative", il movimento guidato da Indire che individua, supporta, diffonde l’innovazione didattica. Disponibile anche un programma di webinar per un totale di 20 ore di formazione.
- Webinar di formazione Amazon: corsi gratutiti della durata un’ora e trenta, su materie Stem e destinati ai docenti della scuola primaria e secondaria di I° grado. I corsi riguarderanno le opportunità del Creative Learning e Coding applicate alla didattica.
- G Suite for Education: una pacchetto gratuito di servizi Google che comprende Gmail, Drive, Calendar, Documenti, Fogli, Presentazioni, Moduli, mentre Hangouts Meet e Classroom sono gli applicativi che abilitano direttamente la didattica a distanza.
- Cisco Webex: piattaforma di collaborazione, creata da Ibm e Cisco, in grado di collegare studenti e insegnanti in tempo reale, dotata di funzionalità semplici e intuitive per l’educazione online, assieme ad un servizio di assistenza e supporto per docenti e studenti.
- WeSchool: piattaforma di classe digitale, gestita da Tim, che permette ai docenti, da smartphone, tablet o computer, di portare in modo molto semplice la propria classe online, condividere materiali, creare discussioni, discutere sui contenuti, gestire lavori di gruppo, verifiche e test.
- Treccani scuola: archivio in costante evoluzione, ricco di risorse selezionate e certificate da Treccani, suddivise per disciplina e per ordine di scuola, condivisibili all’interno di classi digitali in cui scambiare lezioni multimediali, test, messaggi, file, appuntamenti e scadenze.
- Coursera: piattaforma di formazione online che rende disponibile una serie di corsi per università e studenti in Italia e in tutte le zone del mondo interessate dalla diffusione del coronavirus.
In questo momento di difficoltà, la solidarietà e il supporto reciproco hanno reso possibile il progresso nei confronti dell'e-learning e di altri strumenti di didattica a distanza. Le condizioni eccezionali, legate a doppio filo alla stretta morsa del Covid-19 in Italia, ha dimostrato come la rete sia ormai un bene primario. Quindi la difficoltà con cui la banda larga si è diffusa nel nostro paese dovrebbe farci riflettere sulle opportunità che non riusciamo a cogliere a causa della mancanza di investimenti infrastrutturali su tutto il territorio nazionale.
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