Fondo sociale europeo: le richieste del Parlamento UE sull'FSE+ post 2027

Parlamento europeo - Photographer: Philippe Buissin - Copyright: © European Union 2025 - Source: EPLa plenaria del Parlamento europeo ha approvato una relazione che chiede un Fondo sociale europeo Plus rafforzato nell'ambito del prossimo Quadro finanziario pluriennale, il QFP 2028-2034. Più risorse per Child Guarantee, Garanzia Giovani e crisi abitativa e un deciso no alla fusione con altri fondi dell'FSE+, che deve rimanere autonomo e in gestione condivisa.

Pressing del Comitato delle Regioni contro la centralizzazione della Coesione

Per proteggere le priorità sociali dell'UE e affrontare sfide come i cambiamenti climatici e la digitalizzazione, investendo nelle persone e nelle competenze, la prossima Politica di Coesione dovrà poter contare su un Fondo sociale europeo autonomo e rafforzato. Ecco una sintesi della relazione adottata a febbraio dalla commissione Occupazione e Affari sociali del Parlamento europeo e approvata oggi dalla plenaria.

FSE+ post 2027: più risorse e gestione condivisa

Anzitutto, il Parlamento chiede per il Fondo sociale europeo post 2027 risorse adeguate, nello specifico raddoppiate rispetto all'attuale programmazione. Nel settennato 2021-2027 la dotazione a carico del bilancio UE ammonta a 95,1 miliardi, che diventano circa 142 miliardi con il cofinanziamento degli Stati membri, e a cui si aggiungono i quasi 762 milioni della componente Occupazione e Innovazione sociale (EaSI).

L'FSE+ 2028-2034 dovrà inoltre basarsi su un modello di governance condivisa, che dia spazio alle specificità nazionali, regionali e locali nei programmi operativi. A preoccupare il PE è l'ipotesi di Piani nazionali che centralizzerebbero la gestione dei fondi strutturali europei, ma anche le voci di divisione o di fusione dell'FSE+ con altri fondi, che a loro avviso potrebbe seriamente ostacolarne la capacità di raggiungere i suoi obiettivi.

Dalla povertà al lavoro, le priorità del nuovo Fondo sociale europeo

Quanto agli ambiti di intervento, gli obiettivi principali del Fondo sociale europeo dovrebbero essere il sostegno ad un'occupazione di qualità, lo sviluppo di una forza lavoro qualificata, competitiva e resiliente, pronta per la duplice transizione e il futuro mondo del lavoro, e la creazione di società coese e inclusive, coerentemente con gli obiettivi principali del Pilastro europeo dei diritti sociali.

Principi orizzontali dell'FSE+ dovrebbero inoltre essere la parità di genere, la lotta contro le discriminazioni e la libertà di circolazione, mentre tra gli obiettivi specifici dovrebbero figurare la promozione della transizione giusta, l'integrazione socio-economica dei migranti, l'inclusione sociale delle donne vittime di violenze di genere e l'integrazione degli anziani.

Centrale dovrebbe essere il tema della povertà: secondo gli eurodeputati, risulta difficile conseguire gli obiettivi del pilastro europeo dei diritti sociali in materia senza prevedere un sostegno specifico per garantire condizioni di vita dignitose per tutti e l'accesso a servizi essenziali di qualità. Il Fondo sociale europeo dovrebbe allora essere lo strumento di attuazione della strategia dell'UE contro la povertà, delineata negli orientamenti politici della presidente della Commissione Ursula von der Leyen per il mandato 2024-2029.

Misure globali, integrate e adeguamentamente finanziate dovrebbero poi concentrarsi sulla lotta contro la povertà infantile, potenziando la Child Guarantee, che nell'FSE+ post 2027 dovrebbe poter contare su un bilancio specifico di almeno 20 miliardi di euro. In particolare, oltre al vincolo per tutti gli Stati membri a destinare almeno il 5% delle loro risorse a titolo dell'FSE+ alla Garanzia europea per l'infanzia, il PE vorrebbe portare tale soglia al 10% per gli Stati membri con una percentuale più elevata di minori a rischio di povertà o di esclusione sociale.

Alla luce dell'inflazione, il PE chiede risorse sicure per l'inclusione sociale (25% delle dotazioni FSE+) e l'incremento dal 3% al 5% della quota riservata ad aiuti alimentari e assistenza materiale di base a favore delle persone indigenti. Almeno il 5% delle dotazioni FSE assegnate ai 27, inoltre, dovrebbe andare alla lotta contro le crisi abitative, mentre alla Garanzia Giovani il PE chiede di destinare almeno il 15% delle loro risorse a titolo del FSE+. Misura che dovrebbe abbinarsi al divieto di tirocini non retribuiti in tutti gli Stati membri.

No all'uso dell'FSE come strumento anticrisi

Gli eurodeputati chiedono anche di non snaturare l'FSE+, più volte utilizzato come strumento di risposta alle emergenze, per riportarlo alla sua vocazione di strumento di investimento per le priorità a lungo termine dell'Unione. Crisi ed emergenze sociali, secondo la relazione, dovrebbero essere affrontate attraverso strumenti di riserva finanziaria.

Per approfondire: Fondi europei per i rifugiati: lente della Corte dei Conti UE sull'iniziativa CARE

Il PE ipotizza l'integrazione dell'FSE+ con un dispositivo di soccorso sociale, anche attingendo all'esperienza di successo di SURE (lo strumento europeo di sostegno temporaneo attivato per attenuare i rischi di disoccupazione attivato in risposta alla pandemia da Covid-19), e chiede l'istituzione di un regime europeo di riassicurazione contro la disoccupazione.

Novità: via libera della plenaria

Il testo, adottato in commissione Employment and Social Affairs a febbraio, ha ricevuto l'ok dell'Aula l'11 marzo con 432 voti a favore, 155 contrari e 82 astensioni.

Leggi la relazione sull'FSE+ post 2027

Accedi

Accedi con ...

   

...o con il tuo account Warrant Hub