Il percorso ad ostacoli dei Piani urbani integrati per restare nel PNRR
Dopo la cabina di regia di ieri sul PNRR, sembra che il governo abbia ammorbidito la propria posizione sui Piani urbani integrati (PUI), passando dall’ipotesi di stralcio completo della linea (prevista nelle proposte inviate a Bruxelles a luglio) alla possibilità di interventi chirurgici sui singoli progetti recanti criticità. E’ qui che la vicenda si fa, però, più intricata. Mentre nella Cabina del 10 ottobre le criticità approfondite sarebbero state quelle connesse ai tempi di realizzazione, nelle settimane passate l’attenzione si era concentrata invece sulla natura stessa di molti progetti, potenzialmente non conformi alle regole del PNRR.
Cosa sono i Piani urbani integrati del PNRR?
La differenza non è banale. Nel caso di criticità legate al rispetto del cronoprogramma delle opere, infatti, il problema potrebbe essere risolto paradossalmente in una settimana, con la verifica dei dati “reali” sull'avanzamento delle opere presentati dall’ANCI, che il Governo ha chiesto di caricare nei prossimi sette giorni sul sistema Regis.
Se invece i problemi dei PUI riguardassero anche e soprattutto la natura dei singoli progetti - a cominciare dal mancato rispetto del principio DNHS - la questione sarebbe più difficile da risolvere. In questo caso, infatti, il pericolo sarebbe di avere dei nuovi “stadi di Firenze e Venezia”, non compatibili con le finalità e la natura degli interventi che Bruxelles intende finanziare con il Recovery Fund.
Per approfondire: L'audizione di Fitto sui progetti tagliati dal PNRR
Piani urbani integrati: cosa prevede la proposta di modifica al PNRR di luglio?
Partiamo dall’inizio. Il braccio di ferro tra governo e sindaci sui Piani urbani integrati è iniziato in estate, dopo l’invio a Bruxelles delle “Proposte per la revisione del PNRR e capitolo REPowerEU”.
Tra gli interventi da stralciare dal PNRR e traslare su altre fonti di finanziamento (non indicate) ci sono infatti anche i Piani urbani integrati, l’investimento 2.2 della M5C2 che fa capo alle 14 Città metropolitane e che cuba 2,5 miliardi di euro.
Il documento non è del tutto chiaro sulle criticità presenti nei PUI, che vengono trattati in tandem con un’altra misura di rigenerazione urbana del PNRR: l’Investimento 2.1 della M5C2 “Investimenti in progetti di rigenerazione urbana volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale”.
Riferendosi a entrambi gli investimenti della M5C2 (il 2.1 e il 2.2), nel documento si legge che una delle problematiche maggiori “è rappresentata dal rispetto di specifiche condizionalità imposte dal Piano, principalmente legate agli elementi informativi necessari per la rendicontazione nonché al principio del Non Arrecare Danno Significativo (Do-NoSignificant-Harm, DNSH)”.
Il timore del governo sarebbe, insomma, quello di ritrovarsi con dei nuovi “stadi di Firenze e Venezia”, due progetti PUI che la Commissione europea ha ritenuto inammissibili ai fini del Recovery, chiedendone lo stralcio in modo da non inficiare tutto l’investimento 2.2.
Secondo le regole PNRR, infatti, basta un solo progetto inammissibile per compromettere il finanziamento dell'intero investimento (ad esempio i Piani urbani integrati) a danno anche degli altri progetti che invece andavano bene e sono stati realizzati adeguatamente.
Per approfondire: Guida al rispetto del principio DNHS
Cosa è stato deciso nella Cabina PNRR del 10 ottobre sui Piani urbani integrati?
In tale contesto si arriva alla quarta sessione di lavoro della Cabina di regia PNRR del 10 ottobre, presieduta dal Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto.
Un incontro con al centro lo stato di attuazione dei Piani Urbani Integrati, a cui hanno partecipato anche l’ANCI e i Sindaci delle 14 Città Metropolitane. A differenza di quanto ci si sarebbe potuti aspettare, l’oggetto dell’incontro sono stati “significative criticità e ritardi nell’affidamento dei lavori previsti per il 30 luglio 2023” - si legge nella nota ufficiale di Palazzo Chigi - riscontrate dal governo sulla base delle informazioni contenute in REGIS e nelle banche dati ANAC.
In altri termini, a tenere banco sono state solo le tabelle di marcia di realizzazione delle opere e non l'ammissibilità o meno degli interventi ai fondi PNRR.
In tale contesto, a riunione finita, l’ANCI è tornata a casa piuttosto soddisfatta, parlando di “notizia positiva". Al termine della Cabina di regia, infatti, il presidente Antonio Decaro ha dichiarato “che il governo ha accolto le nostre pressanti richieste e rivisto la propria decisione sui PUI”, aggiungendo che “Fitto ci ha annunciato che, se le Città metropolitane saranno in grado di garantire il rispetto delle scadenze previste, questi progetti così importanti per le nostre comunità continueranno a essere finanziati con fondi del PNRR”.
Secondo i Comuni, infatti, i dati sul Regis non sarebbero aggiornati. La fotografia reale della realizzazione dei PUI sarebbe quindi molto più avanzata rispetto a quella riportata dal governo, che ha dunque chiesto alle Città metropolitane di “procedere tempestivamente, entro sette giorni, all’aggiornamento dei dati del monitoraggio, per consentire una valutazione con la Commissione europea rispetto alle prossime azioni da intraprendere”.
A tale richiesta si aggiunge anche l'annuncio del governo dell’imminente adozione di “uno specifico provvedimento normativo, dove sarà chiarito che, in caso di mancato raggiungimento dell’obiettivo, i soggetti attuatori saranno chiamati a concorrere al pagamento della sanzione e ad assicurare il finanziamento degli interventi ritenuti inammissibili”. Una mossa che mira a “responsabilizzare tutti gli enti impegnati nella delicata misura” dei PUI e che punta a tutelare la spesa pubblica davanti ad eventuali definanziamenti stabiliti da Bruxelles.
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