Bandi internazionalizzazione: quanto funzionano e come migliorarli
Un recente report sul voucher TEM 2017 e sul Piano Export Sud 2 fa il punto sull’efficacia ed efficienza di tali misure - comparandole a quelle analoghe promosse a livello nazionale e regionale - e dà indicazioni per un miglioramento complessivo degli incentivi per l'internazionalizzazione. Una lettura utile sia per le imprese, beneficiarie delle misure, sia per le autorità che gestiscono i fondi.
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Le due misure analizzate dal report sono quelle finanziate in questi anni dal PON Imprese e Competitività FESR 2014-2020. Si tratta in particolare del Voucher per l’Internazionalizzazione 2017 e di tre annualità (dal 2017 al 2020) del Piano Export Sud II (PES 2). In entrambi i casi si tratta di misure che hanno l’obiettivo ultimo di trasformare le PMI con potenziale di export in esportatori abituali e aumentare la propensione delle imprese all’export e all’apertura verso l’estero.
Complessivamente entrambi gli interventi hanno fornito una risposta positiva ai bisogni delle imprese, anche se non mancano alcune criticità, connesse anche ad una parziale sovrapposizione e concorrenza con altre misure promosse a livello nazionale (ad esempio il finanziamento SIMEST per i TEM), e a livello regionale.
Per il futuro appare quindi importante una migliorare sinergia e dialogo con le altre misure, prevedendo sistemi di complementarietà più che di concorrenzialità.
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Quanto ha funzionato il voucher TEM 2017?
Per quel che concerne il primo intervento, stiamo parlando di quella misura promossa nel 2017 che ha finanziato l’acquisizione di quattro tipologie di servizi di consulenza dei Temporary Export Manager (TEM):
- a) Analisi e ricerche di mercato finalizzate a valutare le potenzialità di posizionamento commerciale delle linee di prodotti e dell’azienda stessa sui mercati esteri;
- b) Affiancamento consulenziale per individuare potenziali partner commerciali e/o industriali, clienti finali, nuovi Paesi e mercati, joint venture e accordi di collaborazione;
- c) Assistenza legale, organizzativa, contrattuale e fiscale;
- d) Sviluppo di competenze del personale aziendale o in affiancamento.
Il voucher è stato erogato a ditte individuali e società di capitali con due modalità: il voucher early stage (per un contratto di 6 mesi) e il voucher advanced stage (per consulenze di almeno 12 mesi). In quest’ultimo caso, inoltre, i beneficiari hanno potuto ricevere un contributo aggiuntivo qualora vi siano state ricadute positive sui volumi di vendita all’estero.
L’intervento ha riguardato sia le regioni del Sud ((Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, e Sicilia) per le quali sono intervenuti i fondi del PON Imprese e Competitività 2014-2020 (7,7 milioni erogati), sia le altre regioni per le quali invece si è provveduto con risorse nazionali (20,1 milioni erogati), per un totale di oltre 1.808 imprese fornite, di cui 533 del Sud.
Complessivamente la misura ha funzionato abbastanza. Ad esempio, scorrendo il report, emerge come circa il 26% delle imprese beneficiarie del voucher TEM non avrebbe realizzato attività all’estero senza l’intervento, mentre il 73% le avrebbe realizzate con tempi più prolungati o in minore quantità. Inoltre l'indagine evidenzia come oltre il 39% dei beneficiari del voucher abbia avuto un incremento del fatturato esportato nel periodo successivo all’intervento.
Per quanto concerne l’incremento dell’internazionalizzazione tout-court (quindi oltre la sola componente dell’export) dell’impresa, “l’analisi controfattuale evidenzia un effetto positivo e statisticamente significativo del voucher per il TEM 2017 sul numero di Paesi di esportazione, su una probabilità maggiore (di circa il 25%) rispetto al campione di controllo di avviare accordi commerciali per i mercati esteri, sulla probabilità di partecipazione a fiere come espositore o visitatore (probabilità tra il 10 e il 15% maggiore per i beneficiari rispetto ai non beneficiari). Allo stesso tempo - prosegue però il report - l’analisi controfattuale non individua effetti significativi del voucher sul numero di prodotti esportati, sull'introduzione di programmi di ricerca e sviluppo in collaborazione con soggetti esteri, su investimenti diretti esteri, delocalizzazione produttiva, e attività di importazione”.
Preme però sottolineare come l’efficacia del voucher sia stata maggiore in presenza di un chiaro progetto aziendale di internazionalizzazione in grado di definire mission e ambito di lavoro del consulente.
Il principale aspetto di inefficienza è stato riconducibile, invece, alla parziale erogazione delle risorse. Circa 5 milioni di euro destinati al contributo aggiuntivo, infatti, non sono stati erogati alle imprese che lo hanno richiesto poiché esse non hanno raggiunto gli obiettivi di export previsti dalla normativa dell’intervento. Non si tratta, però, di una lettura completamente negativa. Nonostante infatti il contributo non sia stato del tutto errato, emerge come la sua presenza abbia comunque “spronato le imprese a esportare di più per ricevere un contributo superiore”.
Quanto ha funzionato il Piano Export Sud II?
Per quel che concerne, invece, il PES 2, stiamo parlando di quel Piano che ha erogato servizi di formazione e di promozione a favore delle regioni meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) e delle regioni in transizione (Abruzzo, Molise, Sardegna) per un totale di circa 50 milioni di euro.
In particolare si tratta di tre servizi di formazione e quattro servizi di promozione, alcuni gratuiti ed altri a pagamento:
- A.1 “Export lab” (fase di affiancamento personalizzato);
- A.2 “Corsi sulla Proprietà Intellettuale e Innovazione” (fase di affiancamento personalizzato), cui si aggiunge anche la A.3 “Coaching” a partire dalla quarta annualità)
- B.1 “Partecipazione a fiere internazionali all’estero”;
- B.2 “Partecipazione a fiere internazionali in Italia”
- B.3 “Azioni sui media e sulle reti commerciali estere”.
- B.4 - l’incontro con potenziali buyer e clienti esteri e/o altri soggetti.
Come per il voucher TEM 2017, anche per il PES 2 il giudizio è complessivamente positivo.
In prima istanza bisogna sottolineare come l’iter di presentazione della domanda sia stato semplice / molto semplice per circa il 90% dei beneficiari.
Per quel che riguarda invece i risultati sull’incremento dell’export delle aziende partecipanti, l’indagine mette in luce come circa il 35% delle imprese beneficiarie del Piano Export Sud 2 non avrebbe realizzato attività all’estero senza l’intervento, mentre il 56% le avrebbe realizzate in un periodo di tempo più lungo o in minore quantità.
La sovrapposizione con altre misure per l'internazionalizzazione
Uno degli obiettivi del report è stata l’analisi dell’eventuale sovrapposizione (e nel caso, in che forma) con altre misure promosse a livello nazionale (ad esempio da SIMEST) e dalle Regioni.
Ebbene, il quadro che emerge è variegato. A parte la complementarietà esistente tra i due strumenti (Voucher TEM e PES 2), le principali complementarietà emergono ad esempio con altri strumenti in materia di informazione/formazione come quelli nazionali promossi dall’ICE (Export Lab e Tender Lab) perché questi ultimi promuovono la conoscenza su argomenti ben definiti. Pochi problemi anche per le attività di incoming, visto che le iniziative promosse dall’Agenzia ICE tramite PES 2 sono quasi le sole avviate o comunque sono complementari alle poche svolte a livello regionale nel periodo di interesse per la valutazione 2017-2020.
Per quel che riguarda invece gli aspetti di concorrenzialità con altre misure, essa emerge anzitutto tra il voucher TEM 2017 e il finanziamento Simest per i TEM. Discorso analogo anche per gli interventi regionali sui TEM perché si sono rivolti prevalentemente agli stessi target (PMI singole o associate), prevedendo sempre un contributo a fondo perduto, seppure con una diversa procedura di selezione e di erogazione.
Per quanto concerne il PES, invece, uno dei principali aspetti di concorrenzialità riguarda la partecipazione alle manifestazioni fieristiche promossa dalle Regioni, visto che in genere si rivolgono agli stessi target (PMI singole o associate), con un contributo a fondo perduto o con quote di partecipazione facilitate in regime de minimis, e spesso interessano le stesse fiere.
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Suggerimenti per i futuri incentivi per l’internazionalizzazione
Alla luce dei riscontri emersi nel report, l’indagine reca alcune indicazioni su come costruire nel prossimo futuro le misure per l’internazionalizzazione.
In linea di massima un'indicazione valida per entrambe le misure è quella di concentrare maggiore attenzione alle micro e piccole imprese e su quelle che hanno un nullo o scarso fatturato esportato. Ciò però senza escludere le altre imprese, quanto piuttosto prevedendo un plafond minimo caratterizzato però da un'adeguata flessibilità nella gestione del budget.
Per quanto riguarda invece il voucher TEM, il report suggerisce di mantenere il contributo aggiuntivo destinato a quelle imprese che raggiungono elevate performance di export, assicurando però la possibilità di rimpiegare le risorse non usate.
Per quel che concerne invece il PES, dall'indagine è emersa la richiesta delle aziende di prevedere attività di formazione sia a livello base, che a livello avanzato. Mentre, infatti, le iniziative di formazione sono state sufficienti per l’avvio dell’export, esse sono risultate meno rilevanti per il suo consolidamento.
Inoltre, sempre con l'obiettivo di “irrobustire le iniziative di sostegno all’export, si potrebbe valutare, anche riconsiderando l’eventuale importo de minimis, la possibilità di sostenere iniziative di supporto alla logistica sia sostenendo costi ad essa collegati e necessari alla partecipazione a eventi promozionali esteri (es. abbattimento dei costi di trasporto materiali; partecipazione temporanea a mercati esteri) sia con formazione specifica sul tema dell’intermodalità e logistica integrata”, si legge nel report.
Infine, relativamente alle misure promosse dalle Regioni e che rischiano di essere un doppione, il report suggerisce in linea generale un maggior coordinamento con gli interventi regionali, soprattutto per quel che riguarda il sostegno alla partecipazione alle fiere promosso dal PES con quello erogato sia dalle Regioni che dalla stessa Agenzia ICE, ad esempio coordinando il calendario delle fiere sostenute.
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