PNRR: lavori in corso per la quinta rata
La quinta rata PNRR, legata agli obiettivi da centrare a fine anno, incrocia la strada della revisione complessiva del Piano nazionale di ripresa e resilienza e comporta una serie di modifiche per gli interventi da chiudere entro il 31 dicembre. Un gioco complesso che impone scadenze serrate.
La cabina di regia sul Piano nazionale di ripresa e resilienza del 25 settembre è servita a fare il punto sull’andamento del PNRR e sui prossimi passi.
Praticamente archiviato il dossier sulla terza rata, il cui pagamento è previsto nei prossimi giorni, e inviata nei giorni scorsi la richiesta di pagamento della quarta, ora è il momento di pensare alla quinta rata PNRR, il cui importo lordo è di 18 miliardi di euro.
Rata, quest’ultima, legata agli obiettivi da centrare a fine anno ma che incrocia la strada della revisione complessiva del Recovery Plan.
Come potrebbero cambiare gli obiettivi PNRR di fine anno
Partiamo dai numeri.
Nella sua formulazione originale il PNRR prevedeva di raggiungere 69 obiettivi entro fine anno. Nel frattempo, però, la richiesta italiana di rivedere complessivamente il Piano, aggiungendo il capitolo REPowerEU, inviata a Bruxelles il 7 agosto, potrebbe comportare alcuni cambiamenti per gli obiettivi di fine 2023.
Se il negoziato con la Commissione dovesse andare a buon fine da 69 obiettivi si passerebbe a 51, di cui 30 target (contro i 46 iniziali) e 21 milestone (contro le 23 previste inizialmente).
Come indicato nella nota della cabina di regia del 25 settembre:
“le proposte di modifica al Piano, in relazione alla quinta rata, trasmesse alla Commissione europea lo scorso 7 agosto, prevedono il differimento temporale per 13 obiettivi, l’eliminazione di 6 obiettivi, che potranno essere coperti con altre fonti di finanziamento”
Capire con esattezza quali progetti saltano e quali slittano ai mesi successivi non è facile e il Governo non dà indicazioni certe.
In base alle ricostruzioni fornite dalla stampa, tra i 6 obiettivi eliminati figurano quelli sulla lotta al dissesto idrogeologico, gli impianti eolici e fotovoltaici galleggianti, il biometano e le opere dei piccoli Comuni, alcuni dei quali già indicati come progetti a rischio nella relazione consegnata nei mesi scorsi al Parlamento.
Accanto ai progetti che saltano o che subiranno slittamenti in avanti è prevista poi l’integrazione della milestone relativa alla nuova misura della ZES unica. Una riforma prevista dal decreto Sud in base alla quale dal 1° gennaio 2024, al posto delle 8 attuali Zone economiche speciali, sarà istituita una ZES unica nel Mezzogiorno.
In linea con le scadenze previste dal PNRR, l’adozione della riforma per l’istituzione della ZES unica Mezzogiorno dev’essere completata entro fine anno e la definizione degli interventi normativi ad essa collegati si deve chiudere entro il 30 giugno 2024.
Su tutta l'operazione incombe però l’incognita tempo: mancano poco più di tre mesi alla scadenza della quinta rata ma il taglio da 69 a 51 obiettivi, e quindi la possibilità per l'Italia di ottenere i 18 miliardi, dipendono dal via libera della Commissione alla revisione complessiva del PNRR. Negoziato che per ora non ha una data prevista di chiusura.
Se anche dovesse chiudersi in tempo, sui 51 obiettivi resta un importante lavoro da fare da parte delle amministrazioni coinvolte. E non è da escludere l'ipotesi che questo lavoro conduca a una riduzione dell'importo della quinta rata. Il prossimo appuntamento del ministro responsabile del PNRR Raffaele Fitto con i Ministeri coinvolti nella revisione degli interventi PNRR è previsto per il 15 ottobre.
Foto di Andreas Lischka da Pixabay