In Gazzetta UE i Regolamenti su risorse proprie e plastic tax. Avanti verso Recovery fund
I provvedimenti, tutti collegati alla decisione sulle risorse proprie e approvati dalla plenaria del Parlamento europeo a fine marzo, apriranno la strada all'introduzione di nuove entrate dell'UE e permetteranno alla Commissione europea di raccogliere sui mercati i 750 miliardi necessari a finanziare il pacchetto Next Generation EU.
Cosa prevede l'accordo su Recovery fund e bilancio UE
I testi pubblicati nella Gazzetta ufficiale europea sono il Regolamento di esecuzione del sistema delle risorse proprie dell'Unione, il Regolamento concernente il calcolo della risorsa propria basata sui rifiuti di imballaggio di plastica non riciclati e il Regolamento concernente il regime uniforme definitivo di riscossione delle risorse proprie provenienti dall'imposta sul valore aggiunto.
I provvedimenti includono disposizioni sul calcolo e la semplificazione delle entrate dell'UE, sulla gestione del flusso di cassa e sui diritti di monitoraggio e ispezione e sono tutti collegati alla decisione che innalza il massimale delle risorse proprie, aumentando il margine di manovra fiscale dell'Unione e fornendo alla Commissione la base giuridica per contrarre prestiti sui mercati dei capitali per finanziare il Recovery.
Cosa prevede la decisione sulle risorse proprie e perché riguarda il Recovery fund
La decisione sulle risorse proprie (DRP), votata dall'Aula del PE già a settembre e in corso di ratifica da parte dei 27 Stati membri, interviene su più fronti. Da una parte, modernizza le risorse proprie già in vigore, cioè i dazi, la risorsa propria basata sull’imposta sul valore aggiunto e la risorsa propria basata sul reddito nazionale lordo.
In secondo luogo, il testo introduce un contributo nazionale calcolato sulla quantità dei rifiuti di imballaggio di plastica non riciclati, noto anche come plastic tax.
Infine, la DRP aumenta il massimale delle risorse proprie, cioè l'importo massimo dei fondi che l'Unione può richiedere agli Stati membri per finanziare le proprie spese, espresso in percentuale del reddito nazionale lordo dell'UE. La differenza tra questo massimale e la spesa effettiva definisce il margine di manovra di bilancio (headroom) che è necessario per sostenere passività addizionali e come garanzia per le attività di assunzione e di erogazione di prestiti dell'Unione.
L'incremento temporaneo sarebbe pari allo 0,6% del reddito nazionale loro dell'Unione e si aggiungerebbe all'aumento permanente del massimale delle risorse proprie pari all'1,4% del RNL dell'UE già proposto alla luce delle incertezze economiche e della Brexit.
Il risultato è un innalzamento temporaneo del massimale al 2% che permette alla Commissione, forte del suo elevato rating creditizio, di contrarre sui mercati finanziari prestiti per 750 miliardi di euro per finanziare il pacchetto per la ripresa Next generation EU.
Incassato il via libera del PE, a settembre, e quello del Consiglio, a dicembre, la decisione sulle risorse proprie deve essere ratificata da tutti gli Stati membri per poter avviare il Recovery fund. Alla data del 18 marzo erano 13 su 27 i Paesi UE che avevano completato il processo di ratifica. Tra questi vi è l'Italia che l'ha recepita attraverso la legge di conversione del decreto Milleproroghe 2021.
La posizione del Parlamento Ue sui regolamenti che completano la riforma delle risorse proprie
Le tre proposte presentate dalla Commissione nel 2018 relativamente alle misure di esecuzione delle risorse proprie, alla messa a disposizione della risorsa propria basata sui rifiuti di imballaggio non riciclati e alla riscossione delle risorse proprie provenienti dall'imposta sul valore aggiunto (IVA) facevano parte del pacchetto complessivo della Commissione per il Quadro finanziario pluriennale 2021-27.
I progetti di regolamento del Consiglio le hanno modificate in diversi punti, anche alla luce del fatto che le proposte relative ad altre due nuove risorse proprie che l'Esecutivo UE aveva prospettato - una quota proveniente dal rilancio della base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle società e una quota dei proventi delle aste del sistema europeo di scambio delle quote di emissioni ETS - non sono state accolte.
Da parte loro, i correlatori del PE hanno preso atto che il regolamento di esecuzione contiene elementi importanti, come le disposizioni sul saldo annuale di bilancio, nonché gli obblighi di controllo, supervisione e rendicontazione per le autorità nazionali e, anche se avrebbero preferito che includesse disposizioni più sostanziali nello spirito dell'articolo 311, paragrafo 4, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), hanno raccomandato alla plenaria l'approvazione per accelerare i tempi di entrata in vigore del pacchetto e in particolare l'attuazione della nuova risorsa propria collegata ai rifiuti di imballaggio di plastica non riciclati.
Sia la raccomandazione che le relazioni approvate dalla plenaria a fine marzo ribadiscono la necessità di una più ampia riforma del sistema delle risorse proprie, sottolineando l'importanza dell'accordo interistituzionale sulle questioni di bilancio raggiunto a dicembre da Parlamento, Consiglio e Commissione in materia. Accordo cui è allegata una tabella di marcia peri prossimi anni, secondo cui le nuove risorse proprie dovrebbero:
- raccogliere entrate sufficienti per rimborsare la componente di sovvenzione di Next Generation EU e i suoi costi di finanziamento;
- essere collegate alle politiche e agli obiettivi dell'UE, quali la lotta ai cambiamenti climatici, l'economia circolare e "Un'Europa pronta per l'era digitale",
- contribuire a una tassazione equa e al rafforzamento della lotta contro la frode e l'evasione fiscali.
In base alla roadmap, entro giugno 2021 la Commissione europea dovrebbe presentare nuove proposte legislative su un meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera, un prelievo sul digitale e una revisione del sistema di scambio di quote di emissione dell'UE (ETS). Il Consiglio dovrebbe approvare queste nuovi fonti di entrate entro il 1° luglio 2022 perché diventino operative dal 1° gennaio 2023.
Entro giugno 2024, invece, l'Esecutivo UE dovrebbe presentare una proposta per ulteriori risorse proprie, che potrebbe includere un’imposta sulle transazioni finanziarie e un contributo finanziario da parte del settore societario oppure una nuova base imponibile comune per l'imposta sulle società. In questo caso il via libera dei 27 dovrebbe arrivare entro il 1° luglio 2025 per introdurle entro il 1° gennaio 2026.
Per approfondire: Come si finanziano il Recovery Fund e Bilancio UE 2021-27