Agrifood: Bruxelles, nuove misure a sostegno del settore
Considerando la situazione straordinaria creata dall'emergenza coronavirus, la Commissione europea ha presentato due nuove misure in aggiunta al ventaglio di provvedimenti a sostegno del settore agroalimentare.
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La Commissione europea lancia due nuovi interventi, l'uno per garantire un aumento di liquidità per gli agricoltori e l'altro volto alla riduzione degli oneri amministrativi per le autorità nazionali e regionali operanti nel settore agrifood.
In virtù dei nuovi obiettivi, Bruxelles mira, in primis, a favorire gli agricoltori con l'aumentero degli anticipi sui pagamenti diretti (dal 50% al 70%) e sui pagamenti per lo sviluppo rurale (dal 75% all'85%). In questo modo, i beneficiari inizieranno a ricevere il sostegno economico già da metà ottobre.
In secondo luogo, la Commissione cerca di sostenere le istituzioni con la riduzione dei controlli fisici in loco per la verifica del rispetto delle condizioni di ammissibilità. Questa misura permette sia di limitare il contatto fisico tra gli agricoltori e gli ispettori che effettuano il monitoraggio, sia un uso più efficente delle risorse destinate a questi controlli.
Inoltre, gli Stati membri dell'UE potranno utilizzare strumenti tecnologici, come ad esempio le immagini satellitari o le foto geo-taggate, per sostituire le tradizionali visite in azienda e controllare l'attività agricola sul campo. Di conseguenza, diminuiranno gli oneri amministrativi e si eviteranno ritardi nella gestione delle domande di aiuto per garantire il sostegno agli agricoltori nel più breve tempo possibile.
Bruxelles: più liquidità nelle tasche degli agricoltori
L'impegno a far arrivare più liquidità nelle tasche degli agricoltori, a sburocratizzare gli iter e a garantire una finestra temporale più ampia per presentare le richieste per i pagamenti diretti e per quelli dello sviluppo rurale. Sono queste le iniziative che Bruxelles ha intenzione di mettere in atto a sostegno del comparto colpito dalla crisi.
Presentate dalla presidente von der Leyen lo scorso 7 aprile, in un videomessaggio su Twitter, tra le azioni, c'è anche il sostegno alle strutture sanitarie nelle aree rurali.
"Un settore in cui non tollereremo alcun genere di perturbazione è quello alimentare. Le misure adottate a sostegno della libera circolazione delle merci, ed i permessi di viaggio per i lavoratori stagionali servono ad assicurare che gli europei abbiano cibo di alta qualità a prezzi accessibili sulle loro tavole, nonostante il coronavirus", ha affermato von der Leyen.
Sul fronte nazionale, le parole della presidente della Commissione UE soddisfano le aspettattive della ministra dell'agricoltura Teresa Bellanova, che concorda sull'importanza degli aiuti alla filiera agroalimentare e auspica l'utilizzo di strumenti straordinari per affrontare l'emergenza.
"Non possiamo affrontare questa emergenza con gli strumenti attivati in passato. Se mai come in queste settimane la Politica agricola comune si conferma strategica e prioritaria, allora serve un Piano straordinario con risorse extra PAC. Ed è necessaria una strategia per l'emergenza alimentare di chi si troverà in condizione di disagio. Davanti al rischio di spreco alimentare e al crescere del numero degli indigenti ogni Paese dovrà poter agire economicamente, per recuperare con meccanismi agili le eccedenze e distribuirle alle persone più bisognose", ha sottolineato Bellanova.
Commissione UE: slittano i programmi di promozione agroalimentare
Dopo un primo rinvio dal 15 al 22 aprile, Bruxelles ha deciso di concedere ancora più tempo per sostenere il settore agroalimentare nel fronteggiare l'epidemia di Covid-19.
L'invito a presentare proposte per accedere ai 200 milioni di euro di cofinanziamento è aperto ad organizzazioni di produttori, consorzi, gruppi di produttori e gruppi agroalimentari responsabili di attività promozionali. La quota maggiore dei fondi sarà assegnata a campagne per mercati ad alto reddito procapite o in forte espansione economica, come Canada, Cina, Giappone, Corea, Messico e Stati Uniti.
Proroga PAC e aiuti alle imprese
Dopo l’invito presentato dal Ministero delle politiche agricole alimentari alla Commissione europea, alla fine dello scorso febbraio, Bruxelles ha risposto dando il via libera, il 16 marzo scorso, al differimento di un mese – dal 15 maggio al 15 giugno 2020 – dei termini per la presentazione delle richieste relative alla PAC per questa campagna.
Oltre a questo provvedimento, che concede un importante assist alle imprese strette dalla morsa dell’epidemia Coronavirus, la Commissione UE ha dimostrato un’ampia disponibilità ad esaminare le altre richieste presentate dall'Italia.
Fra queste necessità, le misure principali sono legate a:
- tempi di liquidazione degli aiuti PAC relativi alla campagna 2019,
- rimodulazione dei programmi di promozione,
- proroga delle scadenze relative alle Organizzazioni comuni di mercato del vino e dell'ortofrutta (Ocm),
- rendicontazione dei Programmi di sviluppo rurale (PSR).
“Una buona notizia che viene incontro alle sollecitazioni ed esigenze delle aziende. Allo stesso tempo ritengo positiva l'apertura sulle altre richieste inoltrate: sostenere la filiera alimentare in questo momento è di fondamentale importanza per l'Italia è per l'Europa”, ha commentato il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova.
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Piu' flessibilità per i programmi di sviluppo rurale
Bruxelles mette in cantiere nuove misure per aiutare le aree rurali a superare la crisi da coronavirus. Il commissario UE Janusz Wojciechoski, in un suo tweet, parla di maggiore flessibilità all'interno dei programmi di sviluppo rurale.
Nel nuovo pacchetto, secondo il commissario Wojciechowski, potrebbe esserci anche la possibilità di una nuova proroga del termine di scadenza per la presentazione delle domande per gli aiuti diretti, già posticipato in via straordinaria dal 15 maggio al 15 giugno. Altri potenziali provvedimenti sarebbero relativi alla semplificazione dei controlli e all'eventualità per i paesi membri di anticipare gli aiuti diretti.
Secondo i dati della Commissione europea, il 93% dei 100 miliardi di euro del Fondo europeo per lo Sviluppo Rurale 2014-20 sono già impegnati (83% a livello dei beneficiari), quindi i restanti 7 miliardi potrebbero essere usati per le nuove misure.
In Italia i fondi UE non impegnati dovrebbero attestarsi tra 1 e 1,5 miliardi, cui vanno aggiunti i contributi nazionali e regionali.
Coronavirus e traguardi Agea
Circa 80 milioni di euro per oltre 56mila beneficiari. Sono questi i numeri che restituiscono la settimana di lavoro in modalità smart working dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea), relativamente ai decreti di pagamento autorizzati nell'ambito della domanda unica, dello sviluppo rurale e dei programmi operativi.
Nel dettaglio, queste risorse si riferiscono:
- alla domanda unica per l'annualità 2019 in favore quasi 53mila beneficiari per 25,2 milioni di euro;
- ai programmi regionali di sviluppo rurale (PSR), che Agea gestisce, in favore di oltre 3mila beneficiari per 34,6 milioni di euro;
- ai programmi operativi in favore di 13 beneficiari per 12 milioni di euro.
"Numeri importanti a testimonianza di un'amministrazione, quella del nostro Ministero, che non si ferma e anzi, anche sperimentando modalità di lavoro nuove mai testate in maniera così massiva, consente di proseguire e addirittura velocizzare, come ho espressamente chiesto agli Uffici interessati, l'attività di erogazione delle risorse da remoto. Garantire liquidità alle imprese agricole e della filiera alimentare è, in questo momento, una priorità assoluta", ha affermato la ministra Bellanova.
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Corte Conti UE: difficile avere nuova PAC entro il 2022
La Politica agricola europea è in una fase di transizione. È necessaria continuità, ma occorrono anche norme chiare perché si registrano ritardi nell'approvazione del Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 e della PAC post 2020. Questo è il dato fondamentale emerso dal rapporto della Corte dei conti UE, relazione secondo la quale i ritardi rinvieranno di almeno un anno l'applicazione di una PAC più ambiziosa.
Di qui la necessità di usare “il tempo supplementare per affrontare le sfide climatico-ambientali illustrate nel Green Deal, assicurare una solida governance della futura PAC e puntellarne il quadro”.
Nel rapporto, pubblicato il 16 marzo scorso, si sottolinea come la Commissione abbia proposto di prorogare l'attuale quadro normativo e di continuare a finanziare la politica agricola in base agli importi proposti per il bilancio concernente il periodo successivo al 2020. Le norme transitorie proposte mirano a fornire certezza e continuità nella concessione del sostegno e ad agevolare la transizione dal periodo in corso a quello successivo.
“Considerata la situazione del dibattito in corso fra il Parlamento europeo e il Consiglio, potrebbe risultare difficoltoso applicare il nuovo quadro normativo e i piani strategici per la PAC a partire dal 2022”, ha spiegato João Figueiredo, il membro della Corte responsabile del parere.
La proposta di Bruxelles offre agli Stati membri la possibilità di prorogare di un anno i rispettivi PSR, fino alla fine del 2021. La Corte sottolinea che gli Stati membri “dovrebbero continuare ad affrontare le problematiche climatiche e ambientali puntando a livelli di risultato almeno pari, se non superiori, a quelli perseguiti fino ad ora, utilizzando eventuali nuove risorse finanziarie secondo le vecchie norme”.
La magistratura contabile europea osserva, inoltre, che si è prestata un'attenzione crescente ai pagamenti erogati ad agricoltori che non sono realmente tali, ma che acquistano terreni agricoli per ricevere i pagamenti PAC. A tal proposito, la Corte invita la Commissione UE e i responsabili delle politiche a usare l'anno supplementare per valutare i rischi correlati e la necessità di rivedere i criteri stabiliti nelle proposte legislative relative alla PAC post 2020.