Bonus quotazione PMI, prorogato il credito d'imposta fino alla fine del 2024
Il decreto Milleproroghe 2024 ha prorogato fino alla fine dell'anno in corso il credito d'imposta per le spese di consulenza relative alla quotazione delle piccole e medie imprese. Ecco come funziona l’agevolazione volta a rafforzare la patrimonializzazione e favorire la crescita organizzativa e gestionale delle PMI.
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Introdotto dalla legge di Bilancio 2018, il bonus quotazione PMI mira ad agevolare le piccole e medie imprese che iniziano una procedura di ammissione alla quotazione in un mercato regolamentato o in sistemi multilaterali di negoziazione di uno Stato membro dell’Unione europea o dello Spazio economico europeo.
Dopo esser stata rafforzata e rinnovata nel tempo da una serie di provvedimenti, la misura subisce una nuova evoluzione con il decreto Milleproroghe 2024, che interviene prorogando al 31 dicembre 2024 il credito d'imposta per le spese di consulenza relative alla quotazione delle PMI e disponendo uno stanziamento a copertura della misura per il 2025.
Bonus quotazione PMI anche nel 2024: come funziona il credito d’imposta
Il bonus quotazione PMI - noto anche come bonus IPO (da 'Initial Public Offering') - consiste in un credito d’imposta pari al 50% dei costi di consulenza sostenuti, fino al limite pari a 500 mila euro.
L'incentivo, in particolare, si rivolge alle imprese che occupano meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro oppure il cui attivo totale di bilancio non supera i 43 milioni di euro, che abbiano iniziato, dopo l'entrata in vigore della Manovra 2018, una procedura di ammissione alla negoziazione in un mercato regolamentato o in un Multilateral Trading Facility (MTF) di uno Stato membro dell'Unione europea o dello Spazio economico europeo, e siano state effettivamente ammesse agli scambi.
A proposito delle regole operative d’accesso all'agevolazione, salvo novità dovrebbero applicarsi quelle previste dal decreto MISE del 23 aprile 2018. Quindi, sono considerati ammissibili i costi relativi alle attività di consulenza sostenuti a decorrere dal 1° gennaio 2018 e fino al 31 dicembre 2020, in particolare per:
- attività sostenute in vista dell'inizio del processo di quotazione e ad esso finalizzate, quali, tra gli altri, l'implementazione e l'adeguamento del sistema di controllo di gestione, l'assistenza dell'impresa nella redazione del piano industriale, il supporto all'impresa in tutte le fasi del percorso funzionale alla quotazione nel mercato di riferimento;
- attività fornite durante la fase di ammissione alla quotazione e finalizzate ad attestare l'idoneità della società all'ammissione e alla successiva permanenza sul mercato;
- attività necessarie per collocare presso gli investitori le azioni oggetto di quotazione;
- attività finalizzate a supportare la società emittente nella revisione delle informazioni finanziarie storiche o prospettiche e nella conseguente preparazione di un report, incluse quelle relative allo svolgimento della due diligence finanziaria;
- attività di assistenza della società emittente nella redazione del documento di ammissione e del prospetto o dei documenti utilizzati per il collocamento presso investitori qualificati o per la produzione di ricerche;
- attività riguardanti le questioni legali, fiscali e contrattualistiche strettamente inerenti alla procedura di quotazione quali, tra gli altri, quelle relative alla definizione dell'offerta, la disamina del prospetto informativo o documento di ammissione o dei documenti utilizzati per il collocamento presso investitori qualificati, la due diligence legale o fiscale e gli aspetti legati al governo dell'impresa;
- attività di comunicazione necessarie a offrire la massima visibilità della società, a divulgare l'investment case, tramite interviste, comunicati stampa, eventi e presentazioni alla comunità finanziaria.
Inoltre, nel calcolo del tax credit spettante rientrano i costi direttamente connessi alle attività di cui sopra prestate da consulenti esterni.
Come cambia il credito d'imposta per la quotazione in borsa delle PMI
In primo luogo, la legge di Bilancio 2021 (legge n. 178-2020) ha esteso la validità temporale del bonus quotazione PMI, ampliandone la durata fino al 31 dicembre del 2021.
Successivamente, la Manovra 2022 (legge n. 234-2021) ha prorogato il credito d'imposta fino alla fine del 2022, con una parziale modifica delle condizioni: la copertura dei costi, per la quotazione nella misura del 50% delle spese sostenute, era consentita sino ad un importo massimo di 200 mila euro.
Poi, la legge di Bilancio 2023 (legge n. 197-2022) ha esteso la possibilità di richiedere l'agevolazione fino alla fine del 2023, andando a cambiare nuovamente le regole d'ingaggio e ripristinando quanto in vigore nel 2021. In particolare, le PMI impegnate in una procedura di ammissione alla quotazione in un mercato regolamentato o in sistemi multilaterali di negoziazione di uno Stato membro dell’Unione Europea o dello Spazio economico europeo e che ottengano l’ammissione alla quotazione, possono richiedere un credito d’imposta pari al 50% dei costi di consulenza sostenuti, fino a un massimo di 500 mila euro.
Infine, il decreto Milleproroghe (DL n. 215-2023) ha prorogato al 31 dicembre 2024 il tax credit per la quotazione delle PMI. Il rinnovo a regole invariate stabilito dal provvedimento si affianca allo stanziamento di ulteriori 6 milioni di euro per il 2025, che si aggiungono ai 20 milioni già previsti per il 2023 e il 2024 ai fini dell’utilizzo del bonus per le PMI.
Quando richiedere il bonus IPO 2024
Il tempo extra acquisito grazie al nuovo decreto Milleproroghe consentirà di pianificare le spese da sostenere, ai fini della presentazione della domanda di acesso al bonus quotazione PMI che dovrà avvenire a decorrere dal 1° ottobre 2024.
Come per le precedenti annualità, ci sarà tempo fino al 31 marzo 2025 per richiedere il credito d’imposta, che potrà quindi essere utilizzato dal decimo giorno lavorativo del mese successivo a quello in cui è stata comunicata la concessione.