Procedura deficit eccessivo per l'Italia. Il ritorno del Patto di stabilità presenta il conto

Gentiloni e Giorgetti - Photo credit: Copyright: European UnionNella giornata in cui la Commissione avvia la procedura per disavanzo eccessivo nei confronti dell'Italia, l'Ufficio parlamentare di bilancio traccia, nel suo rapporto annuale, i costi dello scenario imposto dalle nuove regole europee: nei prossimi sette anni, spiega la presidente dell'UPB Lilia Cavallari, sarà necessario un consolidamento compreso tra 0,5 e 0,6 punti percentuali di PIL. 10/11 miliardi l'anno. Ogni spesa pubblica dovrà essere giustificata sulla base dell'analisi costi-benefici, avverte il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, e gli incentivi saranno molto più selettivi. Fondi strutturali e PNRR saranno quanto mai cruciali per sostenere gli investimenti.

Cosa prevede la riforma del Patto di stabilità UE

Dopo quattro anni di sospensione delle regole del Patto di stabilità, con la cessazione della Clausola di salvaguardia introdotta in risposta alla pandemia, tornano ad applicarsi le regole di bilancio europee, rinnovate dalla riforma della governance macroeconomica dell'Unione entrata in vigore il 30 aprile.

Oggi la Commissione ha presentato gli orientamenti politici agli Stati membri nell’ambito del Pacchetto di primavera del Semestre europeo 2024 e ha avviato il percorso che conduce alla procedura per deficit eccessivo per l'Italia e altri sei paesi: Belgio, Francia, Ungheria, Malta, Polonia e Slovacchia. Rispetto allo “squilibrio macroeconomico eccessivo” rilevato lo scorso anno, la Commissione rileva che l'Italia si trova ora in una situazione di solo “squilibrio”, ma con rischi comunque elevati per via del debito pubblico ancora troppo alto, della produttività limitata e della fragilità del mercato del lavoro, fattori che rendono il paese anche più sensibile agli shock esterni.

Bruxelles raccomanda quindi all'Italia di presentare tempestivamente il piano fiscale-strutturale di medio termine e di limitare la crescita della spesa netta nel 2025 ad un tasso compatibile con l’inserimento del debito pubblico su una traiettoria plausibilmente discendente nel medio termine e con la riduzione del disavanzo pubblico verso il 3% in rapporto al PIL, in linea con i requisiti del nuovo Patto di stabilità e crescita. Un Patto che, per il commissario all'Economia Paolo Gentiloni, intervenuto in video collegamento alla presentazione del rapporto sulla politica di bilancio 2024 dell'UPB, aiuterà l'Italia a coniugare l'obiettivo del risanamento delle finanze pubbliche con il sostegno alla crescita, definendo un percorso credibile di medio termine di riduzione del debito.

"Il Governo è ben consapevole che nel contesto in cui ci troviamo è necessario mantenere un approccio responsabile nella programmazione e gestione della politica di bilancio" e che "ogni scostamento ingiustificato dal sentiero che abbiamo definito darebbe un moltiplicatore fiscale non solo inferiore a uno, ma inferiore a zero", assicura il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, intervenendo alla presentazione del rapporto. Addio, quindi, alla stagione dei contributi a fondo perduto e alla convinzione che più spesa e trasferimenti conducano inesorabilmente alla crescita, avverte. L'Italia, spiega il ministro, dovrà utilizzare incentivi più selettivi, privilegiando gli strumenti a condizioni di mercato che possono fungere da “leva per attrarre capitali privati e cambiare il modo in cui pensiamo i finanziamenti pubblici” (e infatti cita la Garanzia Archimede di SACE che ha appena annunciato la sua prima operazione). Ogni singola politica pubblica dovrà essere ponderata in relazione alla sostenibilità di bilancio, con un'applicazione sistematica dell'analisi costi benefici, aggiunge il titolare del MEF, che però assicura la continuità del sostegno del Governo ai soggetti più vulnerabili e la conferma del taglio del cuneo fiscale, che resta "un must".

Nei fatti, però, si legge nel rapporto dell'UPB, “la conferma nel 2025 di alcuni degli interventi finanziati solo per l’anno in corso dall’ultima manovra di bilancio impatterebbe sull’indebitamento netto per circa 18 miliardi”. “Aggiungendo a tale importo anche altre spese solitamente inserite nelle politiche invariate, quali per esempio gli oneri per il prossimo triennio contrattuale dei dipendenti pubblici (2025-27), l’impatto complessivo sull’indebitamento netto potrebbe superare quello indicato nel DEF, di poco inferiore ai 20 miliardi".

Nel contempo, per rispettare le nuove regole europee “lo sforzo minimo di consolidamento per ogni anno potrebbe essere compreso tra 0,5 e 0,6 punti percentuali di PIL nell’ipotesi di un sentiero di aggiustamento in sette anni”, spiega la presidente Lilia Cavallari. Quindi, continua, “occorrerà ottimizzare l’uso di risorse scarse”, in un contesto segnato da nuove pressioni per la politica di bilancio come la transizione demografica (che farà esplodere il fabbisogno di cure) e le transizioni energetica e climatica ("dai costi più incerti ma potenzialmente elevati"), che "imporrano verosimilmente tagli alle altre componenti del bilancio".

Dentro questo quadro i fondi UE sono quanto mai cruciali per continuare a sostenere gli investimenti strategici. E' essenziale – si legge nelle raccomandazioni della Commissione europea all'Italia - rafforzare la capacità amministrativa per gestire meglio i fondi europei, sfruttare la revisione di medio termine della Politica di Coesione per cogliere le opportunità collegate alla Piattaforma per le tecnologie strategiche per l'Europa (STEP) e affrontare i ritardi emergenti per consentire un’attuazione continua, rapida ed efficace del PNRR, compreso il capitolo REPowerEU.

Un punto sottolineato anche dall'UPB: “Stime aggiornate dell’Ufficio parlamentare di bilancio - spiega Cavallari - indicano che la piena attuazione delle spese per investimenti e contributi agli investimenti previste nel PNRR porterebbe un incremento di prodotto a fine periodo di poco inferiore a 3 punti percentuali. Un impatto ben più significativo e persistente si avrebbe una volta che le riforme strutturali fossero a pieno regime”.

Consulta il rapporto UPB sulla politica di bilancio 2024

Consulta il Pacchetto di primavera del Semestre europeo 2024

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