PNRR, Corte dei Conti: il raggiungimento degli obiettivi avanza, ma la spesa resta bassa
Nella nuova relazione semestrale al Parlamento sullo stato di attuazione del PNRR, la Corte dei Conti mette in luce un andamento ondivago del PNRR. Dal punto di vista degli obiettivi conseguiti, infatti, il Piano marcia bene. L’avanzamento della spesa, invece, continua a evidenziare scostamenti rispetto al cronoprogramma.
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Anche in questa nuova relazione, dunque, la lettura dell'andamento del PNRR resta complessa e molto differenziata a seconda dell’aspetto analizzato. Il documento fornisce un quadro complessivo dell’avanzamento del Piano da distinte angolazioni: da un lato i progressi registrati nel conseguimento di milestone e target semestrali (aspetto che procede molto bene). Dall’altro l’evoluzione della spesa e della relativa rendicontazione (che mostrano invece un andamento più lento).
A queste analisi si sommano poi delle valutazioni sul quadro complessivo dello stato di avanzamento delle riforme e degli investimenti ferroviari, una descrizione della strategia antifrode e del relativo livello di implementazione da parte delle Amministrazioni titolari di intervento.
Infine seguono tre approfondimenti tematici: il contributo del PNRR nell’affrontare il problema del disagio abitativo (misure promosse con programmi come il PINQUA); le misure di efficientamento energetico degli edifici (realizzato soprattutto con il superbonus); e l’ammodernamento delle infrastrutture energetiche (che mostra valori ancora bassi ma che prevede l’attuazione da parte di soggetti altamente qualificati che, pertanto, dovrebbero assicurare la buona riuscita dei progetti entro i tempi previsti).
Per approfondire: consulta la precedente relazione semestrale sul 2024
Gli obiettivi PNRR conseguiti nel primo e secondo semestre 2024
Come già accennato, quando si analizza l'andamento del PNRR prendendo come indicatore il conseguimento di target e milestone, la situazione è molto rosea.
Complice anche le modifiche apportate al Piano, infatti, nel primo semestre 2024 risultano conseguiti tutti i 39 obiettivi previsti, raggiungendo così un tasso di avanzamento del 43% nel percorso complessivo (+6 punti rispetto al semestre precedente). Parimenti elevati i risultati con riguardo agli step procedurali nazionali con finalità di monitoraggio interno (tasso di raggiungimento all’88%).
Anche per gli obiettivi del secondo semestre 2024, i dati finora raccolti non dovrebbero lasciare presagire particolari problemi. A fronte dei 67 obiettivi da raggiungere, sulla base delle rilevazioni di metà ottobre, 11 obiettivi risultavano già raggiunti, “mentre per la quasi integralità di quelli ancora in corso le Amministrazioni titolari hanno escluso la presenza di ostacoli al relativo conseguimento nei termini”, spiega la Corte.
L’andamento della spesa PNRR nel 2024
Più preoccupante - e anche complessa - è, invece, la lettura dei dati sull’andamento della spesa del Piano.
“Se il conseguimento degli obiettivi europei previsti nel percorso attuativo risulta in linea con le scadenze concordate”, scrive infatti la Corte, “l’avanzamento finanziario, come già messo in luce in occasione di precedenti relazioni, continua a evidenziare scostamenti rispetto al cronoprogramma. Al 30 settembre 2024, il livello della spesa ha superato i 57,7 miliardi, il 30% delle risorse del Piano e circa il 66% di quelle che erano programmate entro il 2024. L’incremento registrato nel corso dei primi 9 mesi del 2024 è di 12,6 miliardi, il 30% di quanto previsto per l’anno nel cronoprogramma finanziario e circa il 60% delle stime più contenute del DPB di ottobre 2024”.
“La distribuzione delle singole misure con dotazione finanziaria, in ragione del livello di avanzamento della spesa rispetto al complesso delle rispettive risorse, mette in evidenza come il 79% delle stesse si collochi al di sotto della soglia del 25%”, prosegue il documento. “In maggior dettaglio oltre il 57% non supera un tasso di progresso del 10%. Solamente il 13% delle misure in discorso si colloca nell’intervallo di avanzamento di spesa tra il 25% e il 50%, mentre è limitata all’8% la numerosità delle iniziative che ha raggiunto un progresso finanziario superiore a tale ultima soglia”.
“Da ciò emerge con evidenza lo sforzo richiesto negli ultimi semestri del PNRR a tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione delle iniziative progettuali, al fine di assicurarne la finalizzazione nei tempi previsti”, conclude la Corte.
L’avanzamento degli investimenti ferroviari nel PNRR
Tra i vari approfondimenti presenti nella relazione della Corte dei conti pubblicata oggi, 9 dicembre, uno di particolare interesse è quello relativo allo stato di attuazione degli investimenti ferroviari.
Da un lato, infatti, emerge che l’avanzamento dei 13 investimenti ferroviari procede sostanzialmente in linea con il cronoprogramma aggiornato: “con il conseguimento dei due target previsti nel semestre in corso lo stato di avanzamento si collocherà al 39%. Un tasso di attuazione simile emerge anche sul piano della spesa: al 30 settembre 2024, quest’ultima era pari a poco meno di 8,9 miliardi, circa il 39% della dotazione complessiva”.
Interessanti anche i dati sulla fase realizzativa degli interventi, con:
- il 77% dei progetti avviati che si trovano in prevalenza nella fase di esecuzione dei lavori. l’11% per i quali si è in attesa delle autorizzazioni o della progettazione;
- l’8% che sta ancora, invece, nella fase di aggiudicazione e stipula del contratto;
- e solo il 4% delle iniziative è giunto al momento del collaudo.
Guardando alla data prevista di chiusura delle diverse fasi, inoltre, circa il 20% dei progetti appare mostrare ritardi.
Interessante da notare anche il fatto che “l’esigenza di contrastare il divario infrastrutturale si riflette nell’articolazione territoriale dei progetti che, per il 48,2%, riguardano le Regioni del Sud e le isole. Tuttavia, se si rivolge l’attenzione alla distribuzione per importi, cresce fortemente il peso dei progetti dislocati al Nord (circa la metà delle dimensioni finanziarie complessive)”.
Interventi sul patrimonio immobiliare e sulle infrastrutture energetiche
Da notare, infine, i tre focus tematici presenti all'interno di questa relazione della Corte dei conti.
Per quanto concerne il disagio abitativo e le politiche sulla casa del PNRR, giova ricordare che ad esse sono destinate risorse rientranti prevalentemente nel Piano innovativo per la qualità dell’abitare, c.d. PINQuA (2,8 miliardi), ai quali si aggiunge, in parte, la dotazione del Piano Nazionale Complementare per la misura Sicuro, verde e sociale (2 miliardi). Tali misure “evidenziano difficoltà realizzative nel caso di molti progetti: quelli rientranti nel PINQuA, che rappresenta la misura più strettamente connessa alla questione abitativa, per oltre un terzo presentano ritardi rispetto alla relativa programmazione temporale; inoltre, circa l’80% di questi ritardi si concentra nelle fasi precedenti l’avvio dei lavori”.
In materia invece di efficientamento energetico degli edifici - che, anche grazie alle risorse del superbonus, rappresenta uno dei principali obiettivi PNRR - “è possibile stimare che gli obiettivi della misura, in termini di risparmio energetico e di emissioni di CO2, siano stati ampiamente superati. Tuttavia - prosegue la Corte - un’analisi costi-benefici, fatta sia a livello aggregato che a livello di singola tipologia di intervento incentivato, restituisce un tempo di ritorno dell’investimento del Superbonus abbastanza elevato (circa 35 anni), non coerente con l’orizzonte di vita utile degli interventi incentivati. Tale conclusione trova sostanziale conferma anche considerando un costo per lo Stato al netto delle maggiori entrate fiscali generate dalla misura (circa 24 anni). Dati che fanno guardare con favore alla scelta del Governo di rivedere, in netta riduzione, la portata agevolativa della misura e inducono a valutare opportuni schemi di detrazioni differenziate in ragione della forte eterogeneità, quanto ad anni di ritorno, tra i singoli interventi”.
Infine c’è il focus sulle infrastrutture energetiche, previste da 8 misure con risorse per 5,5 miliardi. Ebbene di queste - scrive la Corte - “risulta attivata la ripartizione per 53 progetti, che segnano un grado di avvicinamento ai target assegnati pari al 5,7%: un valore ancora basso, a motivo del fatto che il cronoprogramma del Piano prevede la chiusura della fase di selezione dei progetti entro il 2024, per poi concentrarne la fase esecutiva nel biennio 2025-26”. Una fotografia piuttosto cupa, se non fosse che secondo la Corte “questa tipologia di finanziamenti è comunque riservata a operatori altamente specializzati e con elevata capacità di spesa e ciò dovrebbe rappresentare una garanzia per la tempestiva conclusione dei progetti”.
Foto di Susan Q Yin su Unsplash