REPowerEU: cosa prevede il piano energetico UE e cosa cambia per i PNRR
L'Ecofin dà il suo via libera a REPowerEU, il piano di Bruxelles per non essere più sotto scacco di Mosca sul piano energetico che vale 300 miliardi. Un piano che prevede modifiche mirate ai PNRR per sostenere il finanziamento di interventi nel settore energia e che, con l'intervento dei ministri europei dell'economia, subisce un ritocco all'apparenza piccolo ma significativo.
Idrogeno: regole più semplici, aiuti di Stato e finanziamenti europei per gli elettrolizzatori
A maggio 2022, agli inizi della guerra energetica innescata dalla Russia di Vladimir Putin, la Commissione europea ha presentato un pacchetto di proposte che va sotto il nome di REPowerEU.
Un piano che, come illustrato a maggio dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, opera su tre livelli: “Dal lato della domanda, con il risparmio energetico. Dal lato dell'offerta, diversificando le nostre importazioni di energia dai combustibili fossili e accelerando la transizione verso l'energia pulita".
Ma REPowerEU è anche un'importante manovra economica che prevede stanziamenti importanti e va a toccare - anzi, a ritoccare - il Recovery and Resilience Facility – RRF, il Dispositivo di ripresa e resilienza che finanzia i PNRR.
Cosa prevede REPowerEU
- Temi e settori:
- I fondi di REPowerEU: da dove vengono e cosa cambia per i PNRR
- La decisione dell'Ecofin sui fondi REPowerEU e il capitolo Energia del PNRR
- I testi di riferimento
Efficienza e risparmio energetico
Trattandosi del modo più rapido ed economico per affrontare l'attuale crisi energetica e ridurre il prezzo delle bollette, la Commissione punta su un rafforzamento delle misure per l'efficienza energetica a lungo termine, prevedendo un aumento dal 9% al 13% dell'obiettivo vincolante di efficienza fissato nel pacchetto "Fit for 55".
Per dare corpo a tale obiettivo la Commissione ha pubblicato oggi una "Comunicazione sul risparmio energetico" che, oltre descrivere i cambiamenti comportamentali a breve termine che potrebbero ridurre la domanda di gas e petrolio del 5%, incoraggia gli Stati membri ad avviare campagne di comunicazione specifiche rivolte alle famiglie e all'industria.
Inoltre i Paesi UE sono incoraggiati a utilizzare misure fiscali per favorire il risparmio energetico, come aliquote IVA ridotte su sistemi di riscaldamento efficienti, isolamento degli edifici, elettrodomestici e prodotti.
Diversificazione delle forniture energetiche
La dipendenza dalla Russia sotto il profilo energetico, soprattutto per il gas, spinge l'UE a fare un passo avanti nella diversificazione delle forniture, attraverso nuove partnership internazionali.
La nuova Piattaforma dell'UE per l'energia, di recente creazione e sostenuta dalle task force regionali, consentirà acquisti comuni volontari di gas, GNL e idrogeno aggregando la domanda, ottimizzando l'uso delle infrastrutture e coordinando i contatti con i fornitori.
Il passo successivo sarà replicare quanto fatto per i vaccini anti-Covid: la Commissione valuterà lo sviluppo di un "meccanismo di acquisto congiunto" per negoziare gli acquisti di gas per conto degli Stati membri partecipanti, oltre a misure legislative per richiedere la diversificazione dell'approvvigionamento di gas da parte degli Stati membri nel lungo termine. La piattaforma consentirà inoltre l'acquisto congiunto di idrogeno rinnovabile.
Strategia esterna dell'UE per l'energia
Il ruolo centrale dell'idrogeno in REPowerEU
Per diversificare le forniture e rendersi indipendenti sotto il profilo energetico una delle pedine decisive è l'idrogeno, vettore energetico su cui Bruxelles punta da tempo e che in REPowerEU si ritaglia un ruolo chiave.
L'obiettivo indicato in REPowerEU è di 10 milioni di tonnellate di produzione interna di idrogeno rinnovabile e 10 milioni di tonnellate di importazioni entro il 2030, per sostituire gas naturale, carbone e petrolio nelle industrie e nei trasporti, vale a dire nei settori più difficili da decarbonizzare.
La Commissione sta inoltre pubblicando due atti delegati per la produzione di idrogeno rinnovabile.
Sul piano dei fondi, è in arrivo un'iniezione di 200 milioni di euro per attività di ricerca sull'idrogeno e la Commissione si impegna a completare la valutazione dei primi importanti progetti di comune interesse europeo entro l'estate.
Ma non solo. Uno degli strumenti su cui punterà la Commissione per attirare investimenti in progetti innovativi per l'idrogeno verde da parte dell'industria sarà l'Innovation Fund, il fondo per l'innovazione con cui Bruxelles sostiene investimenti clean tech. Come avevamo anticipato, le prossime call per progetti su larga scala prevederanno un'apertura all'idrogeno rinnovabile e, come indicato in REPowerEU, la Commissione raddoppierà i fondi a disposizione per i progetti su larga scala nel 2022 portandoli a circa 3 miliardi di euro.
Sotto il profilo strategico, nel Mediterraneo e nel Mare del Nord saranno sviluppati importanti corridoi dell'idrogeno.
Inoltre, l'UE sosterrà l'Ucraina, la Moldova, i Balcani occidentali e i paesi del partenariato orientale, nonché i nostri partner più vulnerabili. Con l'Ucraina sarà portato avanti una collaborazione per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento, aprendo la strada al futuro commercio di elettricità e idrogeno rinnovabile.
Accelerare l'introduzione delle rinnovabili
REPowerEU prevede poi un massiccio aumento delle energie rinnovabili nella produzione di energia, nell'industria, negli edifici e nei trasporti per accelerare l'indipendenza energetica europea e dare impulso alla transizione verde. Nel dettaglio, la Commissione propone di aumentare il target per le rinnovabili fissato dal pacchetto Fit for 55 al 2030 dal 40 al 45%.
Un obiettivo ambizioso cui si intende arrivare attraverso una serie di iniziative.
In REPowerEU una strategia per il solare fotovoltaico
All'interno del pacchetto trova spazio la strategia UE per l'energia solare che intende raddoppiare la capacità fotovoltaica entro il 2025 e installare 600 GW entro il 2030.
Strategia cui si accompagna un'iniziativa per i pannelli solari sui tetti con l'introduzione graduale di un obbligo giuridico di installare pannelli solari sui nuovi edifici pubblici, commerciali e residenziali.
Le altre azioni per l'energia rinnovabile
Alle misure strettamente dedicate all'energia solare e al fotovoltaico si accompagnano una serie di altri obiettivi chiave:
- Raddoppiamento del tasso di diffusione delle pompe di calore e misure per integrare l'energia geotermica e termosolare nei sistemi di teleriscaldamento;
- Una raccomandazione per contrastare l'eccessiva burocrazia che rende le autorizzazioni per i grandi progetti rinnovabili ancora troppo lente e farraginose;
- Un emendamento alla direttiva Rinnovabili per riconoscere all'energia verde un interesse pubblico prevalente.
Gli Stati membri dovrebbero poi istituire aree dedicate alle energie rinnovabili con procedure di autorizzazione abbreviate e semplificate in territori che prevedono rischi ambientali ridotti.
Focus sul biometano
Un piano d'azione sul biometano er definire strumenti ad hoc per il settore, inclusa una nuova alleanza industriale per il biometano e incentivi finanziari pensati per aumentare la produzione e pertarla a 35 miliardi di metri cubi entro il 2030, anche attraverso la PAC, la politica agricola comune.
Ridurre i combustibili fossili nell'industria e nei trasporti
Risparmio energetico, efficienza, elettrificazione e una maggiore diffusione di idrogeno, biogas e biometano rinnovabili da parte dell'industria sono le leve su cui punta Bruxelles per sostituire carbone, petrolio e gas naturale nei processi industriali. E secondo le stime tali azioni potrebbero far risparmiare fino a 35 miliardi di metri cubi di gas naturale entro il 2030.
La Commissione proporrà contratti per differenza sul carbonio per sostenere l'adozione dell'idrogeno verde da parte dell'industria e finanziamenti specifici per REPowerEU nell'ambito del Fondo per l'innovazione, utilizzando i proventi dello scambio di quote di emissioni per favorire ulteriormente la fine della dipendenza dai combustibili fossili russi.
Per mantenere e riconquistare la leadership tecnologica e industriale in settori come il solare e l'idrogeno e per sostenere la forza lavoro, Bruxelles propone di istituire un'Alleanza dell'industria solare dell'UE e un partenariato per le competenze su larga scala.
Inoltre, per far fronte all'esigenza pressante di materie prime la Commissione intensificherà i lavori sull'approvvigionamento di materie prime critiche e preparerà una proposta legislativa al riguardo.
Per quanto riguarda il settore trasporti, tra quelli che maggiormente fatica a ridurre le emissioni inquinanti, l'obiettivo dichiarato dalla Commissione sia con il pacchetto Fit for 55 che con REPowerEU è migliorare il risparmio energetico e l'efficienza del comparto, accelerando la transizione verso veicoli a emissioni zero. Per centrarlo la Commissione presenterà un pacchetto di proposte per rendere green il trasporto merci, con l'obiettivo di aumentare significativamente l'efficienza energetica nel settore, e valuterà un'iniziativa legislativa per aumentare la quota di veicoli a zero emissioni nelle flotte di auto pubbliche e aziendali al di sopra di una certa dimensione.
Da dove vengono i fondi di REPowerEU
Secondo le analisi della Commissione, il piano REPowerEU richiederà un investimento aggiuntivo di 210 miliardi di euro da qui al 2027. In base a quanto dichiarato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, i quasi 300 miliardi di euro messi sul piatto da Bruxelles consistono in circa 72 miliardi di euro di sovvenzioni e 225 miliardi di euro di prestiti.
Al centro c'è il Recovery and Resilience Facility – RRF, il Dispositivo di ripresa e resilienza che finanzia i PNRR.
Bruxelles ha adottato atti giuridici e orientamenti rivolti agli Stati membri riguardanti la modifica e l'integrazione dei Piani per la ripresa e la resilienza nel contesto di REPowerEU.
Sono già disponibili 225 miliardi di prestiti per finanziare REPowerEU e possono essere richiesti fino al 31 agosto 2023. Inoltre, la Commissione ha proposto di aumentare la dotazione finanziaria del Recovery di 20 miliardi sotto forma di sovvenzioni, attingendo ai proventi della vendita di quote di emissioni del sistema ETS attualmente detenute nella riserva stabilizzatrice del mercato. L'asta dovrebbe svolgersi in modo da non perturbare il mercato.
20 miliardi che, nei piani della Commissione, dovrebbero arrivare agli Stati membri sotto forma di sostegno a fondo perduto in gestione diretta: grants che andranno impiegati esclusivamente per sostenere le riforme e gli investimenti inclusi nei nuovi capitoli REPowerEU dei PNRR.
L'attuale Quadro finanziario pluriennale (QFP) prevede già che la Politica di coesione sostenga progetti di decarbonizzazione e transizione verde con investimenti fino a 100 miliardi di nelle energie rinnovabili, nell'idrogeno e nelle infrastrutture. Attraverso trasferimenti volontari al RRF potrebbero essere messi a disposizione altri 26,9 miliardi dai fondi europei della Politica di coesione e 7,5 miliardi dalla Politica agricola comune.
Anche altri programmi europei sono coinvolti nel finanziamento di REPowerEU. Nell'ambito del Connecting Europe Facility per il settore energia – CEF Energy, il programma che sostiene gli investimenti nelle reti energetiche europee, la Commissione lancerà un nuovo invito a presentare proposte per progetti di interesse comune da 800 milioni circa.
Per approfondire: Come REPowerEU modifica il Recovery Fund
Ecofin: la decisione su REPowerEU e capitolo Energia dei PNRR
Due le decisioni chiave prese dall'Ecofin il 4 ottobre.
La prima riguarda la questione risorse, in particolare i 20 miliardi di euro aggiuntivi. Anziché mettere all’asta la riserva di stabilità del mercato del sistema di scambio delle quote di emissione (ETS) dell’UE, il Consiglio opta per una combinazione di fonti: l'Innovation Fund (75%) e la prealimentazione delle quote ETS (25%). L’obiettivo del Consiglio è quello di non interrompere il funzionamento del sistema ETS dell’UE, garantendo al contempo un flusso di entrate credibile.
Al tempo stesso, i ministri hanno deciso di introdurre un nuovo criterio di assegnazione delle quote, che tenga conto "della politica di coesione, della dipendenza degli Stati membri dai combustibili fossili e dell’aumento dei prezzi degli investimenti".
Novità cui si aggiunge il cosiddetto "capitolo Energia" dei PNRR. L'accordo raggiunto all'Ecofin prevede l'integrazione di un nuovo capitolo REPowerEU nei Piani nazionali di ripresa e resilienza dei singoli Stati che permetterà di finanziare investimenti e riforme chiave che contribuiranno a raggiungere gli obiettivi di REPowerEU.
Gli Stati membri avranno l’obbligo di presentare il capitolo RePowerEu solo se desiderano richiedere un finanziamento aggiuntivo sotto forma di prestiti da Next Generation EU, sostegno a fondo perduto da nuove entrate o fondi trasferiti da programmi nell'ambito della gestione concorrente. Queste forme di sostegno, precisa il Consiglio, potranno essere richieste fino al 31 agosto 2023.
I testi di riferimento
Proposta di regolamento sui capitoli REPowerEU nei piani per la ripresa e la resilienza
Orientamenti sui piani per la ripresa e la resilienza nel contesto di REPowerEU