Tutto ciò che c’è da sapere sul disegno di legge Made in Italy

Foto di Mariya da Pixabay Il Governo ha approvato il Disegno di legge (DDL) per la promozione e la tutela del Made in Italy. In attesa della pubblicazione del testo ufficiale, dalla norma sarebbero saltate alcune disposizioni di peso come il rifinanziamento della Nuova Sabatini, mentre sarebbero spuntate una serie di misure per il settore creativo e per quello agroalimentare. Restano ancora diversi punti interrogativi sulla struttura finale del Fondo Sovrano che, dalle bozze in circolazione, potrebbe alla fine fare perno su Patrimonio Destinato, la società veicolo di CDP creata dopo il Covid.

Cosa prevede il DDL di riforma del sistema di incentivi per le imprese?

Sono questi in buona sostanza gli ultimi aggiornamenti sul DDL Made in Italy, approvato il 31 maggio in Consiglio dei Ministri (CdM) con una settimanella di ritardo rispetto alle tempistiche circolate in precedenza, complice evidentemente l’alluvione dell’Emilia su cui si sono concentrate le attenzioni nei giorni passati.

Dopo un rincorrersi di voci e fughe in avanti, sulla base del comunicato rilasciato dal CdM, di quanto illustrato dai vari ministeri e delle ultime bozze in circolazione, il DDL assume contorni più certi, anche se - in assenza di un testo bollinato - restano da sciogliere ancora vari interrogativi. Tra questi, la scomparsa (parrebbe) del rifinanziamento con oltre 270 milioni di euro della Nuova Sabatini, nonche dell’innalzamento delle aliquote del Patent box e del Tax credit Ricerca e Sviluppo, presenti nelle prime bozze circolate e ora saltate.

Confermate, invece, tutta una serie di misure a sostegno di alcune filiere tipiche e tradizionali del Made in Italy, nonchè la presenza di quelle a supporto dell'internazionalizzazione e del contrasto alla contraffazione e all’Italian Sounding. 

Infine qualche dubbio ancora sulla struttura finale del Fondo Sovrano per il Made in Italy, la misura probabilmente più rilevante del DDL. Se da un lato, infatti, sembrerebbe confermata la dotazione di 1 miliardo di euro, dall’altro continuano a circolare i condizionali in merito alla struttura e alla gestione del Fondo stesso, su cui spunta l’ipotesi della stampella provenienti da Patrimonio Destinato.

La filosofia alla base del DDL Made in Italy

In assenza di un testo ufficiale del decreto, i condizionali sono chiaramente d’obbligo. In base però alle bozze circolate in questi giorni, alle dichiarazioni ministro per il Made in Italy Adolfo Urso, nonché all’indagine conoscitiva svolta nei mesi passati dal Parlamento, parrebbe che la concezione di “Made in Italy” sarebbe quella più tradizionale, quella cioè delle famose “tre F” (Food, Fashion and Furniture) e delle filiere associate.

Al netto, infatti, del Fondo Sovrano su cui si aspettano certezze, nel testo si parlerebbe soprattutto di agroalimentare, artigianato, tessile, ceramica, nautica, filiera del legno, turismo e cultura e dei rapporti sinergici che questi settori hanno con i territori in cui operano. Non direttamente esplicitati, invece, altri settori di eccellenza del Made in Italy come ad esempio i macchinari, le scienze della vita o l'areospazio.

Cosa prevede il DDL Made in Italy?

Passando ai contenuti veri e propri del provvedimento, il Disegno di legge per la promozione del Made in Italy interviene su diversi fronti connessi alla crescita, alla tutela e all'internazionalizzazione delle imprese e dei prodotti italiani.

DDL Made in Italy: le misure per la crescita

Per quanto concerne il capitolo legato alla produttività e al consolidamento delle Made in Italy, il DDL prevede sia misure orizzontali (cioè trasversali a tutti i settori), sia misure verticali (cioè specifiche per settore).

Nel primo gruppo vi rientrano diverse agevolazioni, alcune esistenti e altre nuove create direttamento dal DDL. La principale è senza dubbio la creazione di un Fondo sovrano per il Made in Italy che dovrebbe investire, a condizioni di mercato, nel capitale di imprese nazionali ad alto potenziale o di imprese nazionali che, in ragione della rilevanza sistemica già raggiunta, possano generare importanti esternalità positive per il Paese. Sulla misura, però, restano ancora diversi interrogativi, inclusa la sua gestione. 

Al Fondo si affiancherebbero poi anche altre misure tra cui:

  • Lo stanziamento di 10 milioni di euro a sostegno all’imprenditorialità femminile;
  • Lo stanziamento, sempre di 10 milioni di euro, per la concessione a start up e microimprese nel 2024 del Voucher 3i, la misura nata per sostenere l’acquisto di servizi di consulenza per la brevettazione.

Sarebbero scomparse, invece, l’iniezione di risorse per la Nuova Sabatini, la maggiorazione del Patent box sul fronte dei disegni e modelli giuridicamente tutelati e l’incremento dell’aliquota del Credito d’imposta ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica.

Tra le misure verticali, indirizzate a filiere e settori specifici, si segnalano invece:

  • Il sostegno alle filiere del legno-arredo e del tessile, per valorizzare e accrescere la produzione nazionale sia del legno (semplificando anche il procedimento di autorizzazione per l'approvvigionamento di legno nei boschi italiani), sia delle fibre tessili naturali;
  • Il potenziamento del Fondo per l'incentivo alla nautica da diporto sostenibile, con l’estensione dell’arco temporale della misura al 2023 e al 2024.

Previsto, inoltre, un pacchetto di misure per la cultura e le imprese creative, a cominciare dall'attribuzione di un riconoscimento della qualifica di impresa creativa e culturale e la creazione di un Albo per quelle di interesse nazionale. Sarebbe inoltre in arrivo un Fondo per lo sviluppo delle attività culturali e creative per promuovere una serie di misure tra cui la nuova imprenditorialità e l'accesso al credito, solo per citarne alcune.

Più corposo anche il pacchetto di misure per l'agroalimentare tramite l'istituzione di quattro nuovi fondi: un Fondo per il miglioramento delle razze animali allevate in Italia; un Fondo per sostenere gli allevamenti di ovini che non hanno la possibilità di accedere all’aiuto previsto dall’eco-schema 1, livello 2; un Fondo per aiutare i Comuni a ripristinare i percorsi per la transumanza; un Fondo per i Distretti del prodotto tipico italiano.

Presenti poi tutta una serie di misure per la formazione e il passaggio intergenerazionale delle competenze, che spaziano dall’istituzione dei Licei per il Made in Italy (con tanto di creazione di una nuova Fondazione per assicurare il raccordo con le imprese), alla possibilità di introdurre in aziende con più di 15 dipendenti i pensionati che agiscano come tutor dei giovani. Una misura che - in concreto - si poggia da un lato sulla possibilità di pagare questi tutor fino a 15mila euro, senza che essi concorrano alla formazione del reddito a fini Irpef e senza l’obbligo di contribuzione previdenziale; e dall’altro sull'esonero dal versamento del 100% dei complessivi contributi previdenziali dovuti per i dipendenti neo-assunti coinvolti nell’attività di tutoraggio, per tutta la durata del tutoraggio. 

Infine, nelle ultime bozze del DDL in circolazione, sarebbe apparsa anche una misura per gli appalti, per favorire l'approvvigionamento di forniture di qualità prodotte in Italia e in Europa nelle gare bandite dalla PA.

DDL Made in Italy: le misure per l'internazionalizzazione delle imprese

Altro fronte particolarmente rilevante del provvedimento, è quello che agisce per tutelare e aumentare la proiezione delle imprese italiane sui mercati esteri.

Partendo dall'agroalimentare, il provvedimento interviene anzitutto con il potenziamento del sistema NutrInform Battery. Prevista poi l'introduzione di una Certificazione di qualità della ristorazione italiana all’estero che sarà attribuita da un Ente certificatore accreditato presso l’Organismo unico di accreditamento nazionale italiano, ai ristoratori che ne faranno richieste. L’obiettivo è la tutela dall’Italian Sounding e la valorizzazione delle produzioni di eccellenza enogastronomiche italiane nel mondo, al cui sostegno dovrebbe arrivare anche un nuovo Fondo di supporto al riconoscimento delle certificazioni II.GG. e dei prodotti agroalimentari italiani che dovrebbe prevedere anche l’intervento dell’ICE e delle Camere di commercio italiane all’estero.

Sempre sul fronte della tutela dell'autenticità dei prodotti italiani all’estero, il MIMIT dovrebbe introdurre anche un Contrassegno ufficiale per il Made in Italy. Per quanto concerne poi le produzioni artigianali e industriali “tipiche” tradizionalmente legate a metodi di produzione locali radicati in una specifica zona geografica, in attesa del varo di un sistema di protezione uniforme a livello europeo basato sulle indicazioni geografiche, il DDL interverrebbe prevedendo un’attività di ricognizione di tali prodotti, lavorando spalla a spalla con regioni e associazioni di produttori.

Il DDL prevederebbe anche degli incentivi per l'adozione da parte delle imprese delle tecnologie blockchain, capaci di assicurare l'autenticità del prodotto. Nel provvedimento figurebberro infatti anche delle agevolazioni sia per progetti che prevedono la ricerca applicata, lo sviluppo e l’utilizzo delle tecnologie basate su registri distribuiti per la realizzazione di sistemi di tracciabilità delle filiere produttive del Made in Italy; sia per le spese di consulenza per l’adozione di tecnologie blockchain; sia per la consulenza relativa, invece, al metaverso.

Inoltre, considerando che parte dell’export nasce in fiera, il DDL prevede anche un sostegno al settore fieristico italiano per favorire la partecipazione delle nostre imprese alle fiere.

Previsto, infine, un giro di vite sulla normativa in materia di contraffazione, con un inasprimento di sanzioni e pene.

Foto di Mariya da Pixabay