Il Senato approva lo Sblocca Cantieri
L’Aula del Senato ha approvato il provvedimento che converte in legge il dl n. 32 del 18 aprile 2019, con 142 voti favorevoli, 94 contrari e 17 astenuti. Il testo dello Sblocca Cantieri passa ora all’esame della Camera dei Deputati, già in calendario per l’11 giugno.
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Dopo il superamento dell’empasse all’interno della maggioranza a seguito del super emendamento della Lega, l'Aula di Palazzo Madama ha approvato il testo di conversione in legge del decreto n. 32-2019. I principali punti del provvedimento, che martedì approderà sui banchi della Camera, spaziano dal subappalto, al ruolo dei commissari straordinari, alle nuove norme per l’assegnazione delle gare.
Cambiano soglie e procedure per l’affidamento delle gare
Il testo innalza da 150.000 a 200.000 euro l’importo per gli affidamenti di lavori mediante procedura negoziata e riduce, al contempo, il numero degli operatori economici da consultare portandolo da dieci a tre.
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Inoltre si prevede che gli affidamenti da 200.000 euro fino alla soglia devono avvenire mediante ricorso alle procedure aperte, con obbligo dell’esclusione obbligatoria degli offerenti che abbiano presentato offerte anomale.
Per quanto riguarda i contratti sotto soglia, il testo consente alle stazioni appaltanti di procedere all’aggiudicazione, di norma, sulla base del criterio del minor prezzo, ovvero, previa motivazione, sulla base del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
Subappalto: nuove soglie
Dopo un balletto sulle percentuali da ammettere per il subappalto, il testo licenziato dal Senato fissa la soglia al 40%.
Rimane integra, invece, la facoltà delle stazioni appaltanti di decidere per ogni bando la quota da destinare al subappalto, possibilità che era stata malvista dalle associazioni delle imprese per le difficoltà organizzative che ne derivano.
Viene infine confermata anche l’eliminazione dell’obbligo di indicare la terna dei subappaltatori.
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Via libera all’appalto integrato
Si conferma anche la reintroduzione dell’appalto integrato per un periodo temporaneo prevedendo che il divieto di appalto integrato non si applichi per le opere i cui progetti definitivi siano approvati dall’organo competente entro il 31 dicembre 2020, con pubblicazione del bando entro i successivi dodici mesi dall’approvazione dei predetti progetti.
Danno erariale: tutela delle PA se la Corte dei Conti controlla prima
Ce la fa anche la norma che mette al riparo i dirigenti che firmano provvedimenti di revoca delle concessioni autostradali dall’ipotesi di danno erariale in caso di avvenuto controllo preventivo di quegli stessi decreti da parte della Corte dei Conti.
Il nuovo programma “Piccoli comuni”
Addio ai due programmi infrastrutturali “6000 Campanili” e “Nuovi Progetti di Intervento” che il testo dichiara conclusi. Le economie verranno destinate, con un successivo decreto del MIT e del MEF, alla realizzazione di interventi nei piccoli Comuni, quelli cioè con meno di 3.500 abitanti.
Rigenerazione urbana
Restano in piedi anche le previsioni in materia di rigenerazione urbana, con il testo che definisce i principi fondamentali in materia, individua i compiti affidati ai diversi livelli istituzionali, le risorse e gli incentivi per gli interventi da realizzarsi negli ambiti urbani che riportano situazioni di grave degrado urbanistico edilizio, ambientale e socio-economico.
In particolare il testo prevede l’obbligo (e non più la facoltà) per le Regioni di prevedere, con proprie leggi e regolamenti, disposizioni derogatorie al decreto del Ministro dei lavori pubblici n. 1444 del 2 aprile 1968 e di dettare disposizioni sugli spazi da destinare agli insediamenti residenziali, a quelli produttivi, a quelli riservati alle attività collettive, al verde e ai parcheggi, nell’ambito della definizione o revisione di strumenti urbanistici comunque funzionali a un assetto complessivo e unitario o di specifiche aree territoriali.
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Addio incentivo 2%, Fondo Salva-PMI e esclusione per irregolarità contributive
Il testo prevede anche la cancellazione della possibilità di escludere dalle gare le imprese per irregolarità fiscali e contributive ma non ancora accertate in via definitiva.
E’ definitivamente scomparso anche il controverso incentivo alla progettazione del 2% per i tecnici della pubblica amministrazione presente nel decreto e che, nelle scorse settimane, aveva suscitato notevoli malcontenti da parte delle categorie, a cominciare da Inarcassa, la Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Ingegneri ed Architetti Liberi Professionisti. Sul punto, infatti, si era espresso duramente il Presidente Egidio Comodo, secondo cui "la misura dell'incentivo al 2% per i dipendenti pubblici comporterebbe inevitabilmente uno svilimento del ruolo e della qualità del lavoro garantita dai liberi professionisti che operano nei confronti della pubblica amministrazione e avvantaggerebbe i soli dipendenti pubblici con un'integrazione importante del loro, già sicuro, stipendio".
Infine non ce l’ha fatta neanche il Fondo Salva-PMI contenuto in un emendamento del Ministero dei Trasporti (MIT), e finalizzato a garantire i pagamenti alle imprese subappaltatrici in caso di fallimento dell’appaltatore, una prospettiva che non era piaciuta alle associazioni. A suscitare maldipancia nelle categorie erano, in particolare, le varie ipotesi di alimentazione del Fondo che erano circolate e che prevedevano, in buona sostanza, il versamento di un contributo da parte delle imprese vincitrici dell’appalto.
> Consulta il testo approvato dal Senato
Photocredit: Dimitris Vetsikas