Ricerca e innovazione: 80 miliardi per Horizon 2020
Il commissario europeo Máire Geoghegan-Quinn presenterà il 30 novembre prossimo il nuovo piano per la ricerca e l’innovazione nell'UE per il periodo 2014-2020, che andrà ad integrare in un'unica cornice gli attuali strumenti di finanziamento: il Settimo Programma Quadro di Ricerca (7PQ), il Programma Innovazione e Competitività (CIP) e l'Istituto per l'innovazione e la tecnologia (IET). Se ne conoscono il nome, Horizon 2020, e la portata: ottanta miliardi di euro. Ventisei in più rispetto alla programmazione 2007-2013.
Ricerca applicata, innovazione e competitività, queste le parole d’ordine del piano 2014-2020.
L’obiettivo è, da un lato, creare un ponte fra ricerca accademica e industria, dando forma alle idee e ai lavori del domani, dall'altro, limitare frammentazioni e dispersioni di capitale.
Horizon 2020 darà vita a un programma unico e coerente nei settori legati alla ricerca e all'innovazione, destinato a persone fisiche e giuridiche - dalle università agli istituti di ricerca all'industria, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese, che generalmente accedono con difficoltà ai fondi comunitari a causa della complessità delle procedure burocratiche e delle minori risorse, economiche e di capitale umano, di cui dispongono.
Non rimangono escluse le eccellenze, sopratutto scientifiche e tecnologiche, attraverso le azioni del programma Marie Curie per i ricercatori e il Consiglio europeo della Ricerca, cui sarà destinato circa il 30% delle risorse stanziate.
Inoltre, 446 milioni di euro saranno destinati ai progetti nell'ambito della sanità e della salute. Lo ha annunciato oggi il commissario europeo per la Salute e la politica dei consumatori, John Dalli, in occasione del meeting "Bioeconomy Rome", precisando che particolare attenzione sarà riservata alla cura delle malattie rare, che colpiscono attualmente 36 milioni di persone nell'UE.
L’incremento dei fondi a favore di Horizon 2020 mostra l’impegno della Commissione europea per l'innovazione e la ricerca, da sempre considerati cruciali per la competitività dell'Unione.
