MSE: presentato il rapporto sulla task force per le startup
Il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, oggi, nella sede dell’incubatore H-Farm a Roncade, vicino a Venezia, ha illustrato 'Restart, Italia', il report realizzato dalla task force incaricata, dallo stesso Passera, lo scorso aprile, di individuare gli interventi più urgenti per agevolare la nascita la sopravvivenza di nuove imprese. Più fondi, più facilitazioni e meno burocrazia per chi fa innovazione. Questi temi principali del documento.
Risultati e raccomandazioni contenuti al suo interno - frutto del lavoro di 12 esperti scelti dal ministro la scorsa primavera, coordinati da un suo consigliere, Alessandro Fusacchia - servirano al governo per definire il prossimo provvedimento in tema di crescita e sviluppo del Paese.
Quattro le misure di sostegno in cui è suddiviso il report, che corrispondono alle fasi di vita di una startup:
Lancio
Chi vuole avviare una nuova iniziativa imprenditoriale ed aprire una startup innovativa si trova oggi ad affrontare una serie di problemi e ostacoli legati agli adempimenti e agli oneri burocratici, ad una normativa fiscale “poco amica”, al reclutamento di persone da coinvolgere nel progetto imprenditoriale o per la fornitura di servizi e consulenze in fase di avviamento.
Per rimuovere questi ostacoli è importante agire contemporaneamente su due fronti complementari che sono cruciali per consentire di lanciare una nuova startup innovativa e metterla nelle condizioni di operare rapidamente sul mercato:
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la semplificazione amministrativa e normativa, in modo da potersi costituire legalmente con modalità rapide e non onerose. La proposta, in tal senso è la iSrl con 'Statuto zero', ovvero una società a responsabilità limitata:
- costituibile on-line;
- gravata da meno oneri (es. iscrizione al registro delle imprese esente dal bollo e dai diritti di segreteria, attraverso firma digitale e deposito telematico);
- beneficiaria di una burocrazia semplificata (es. sostituzione degli adempimenti burocratici con semplici autocertificazioni da inviare alle camere di commercio);
- con un capitale sociale non vincolato ad un tetto minimo, ma comunque adeguato all’oggetto sociale e all’attività di impresa che chi apre la startup intende portare avanti;
- accessibile a tutti, ssenza alcun limite di età.
La proposta di semplificazione riguarda anche gli altri attori della filiera chiamati a sostenere la startup nella sua fase di sviluppo e crescita, a partire dalle organizzazioni preposte alla raccolta dei capitali da veicolare per sostenere le startup. - il capitale umano a disposizione della nuova startup, affinchè si crei un team solido e di qualità attorno al/ai fondatore/i.
Crescita
Perché la startup abbia un impatto sul sistema non solo a livello di innovazione tout court ma a livello di occupazione, generazione di reddito e consolidamento culturale, è necessario che possa accedere a strumenti adeguati e di sostegno alla sua crescita. Le due componenti necessarie su cui ci si deve concentrare sono legate, dunque:
- ai capitali che si hanno a disposizione per crescere;
- ai luoghi in cui si può crescere, ovvero agli incubatori/acceleratori;
Maturità
In questa fase diventa chiaro, progressivamente, se il progetto imprenditoriale:
- ha avuto successo, o comunque mantiene una ragionevole prospettiva di successo a breve termine;
- oppure se non è riuscito a convincere il mercato e semplicemente, per tutta una serie di ragioni, sta fallendo nel suo obiettivo primario, ovvero di creare un nuovo servizio o prodotto innovativo.
Pertanto, nel caso in cui la startup non decolla, la proposta studia come semplificare i momenti riguardanti:
- l’exit degli investitori dalla startup;
- le procedure di fallimento.
Consapevolezza
Il report si sofferma sul concetto di consapevolezza sull’ importanza dell’innovazione, soprattutto nei giovani, spesso disorientati e smarriti. Giovani che vivono con incertezza il proprio futuro semplicemente perché nessuno – né la famiglia, né la scuola, né tanto meno la televisione – sembra in grado di raccontarglielo.
Tuttavia, formare e informare gli studenti non basta. Se si vuole che l’Italia diventi un Paese in cui è diffusa e promossa la cultura dell’innovazione e dell’imprenditorialità si deve intervenire su tutta la società, non solo sulla scuola o l’università. È necessario far capire:
- alle famiglie la complessità del mondo del lavoro;
- alle aziende esistenti che l’innovazione può salvare anche la loro tradizione;
- ai cittadini che l’innovazione per definizione semplifica i processi e accresce la produttività.
In altri termini è necessaria una vasta operazione culturale, che crei una consapevolezza diffusa sulle grandi opportunità generate dall’uso creativo delle competenze.
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Restart, Italia