In arrivo semplificazioni e maggiorazioni per Transizione 5.0

Foto di ha11ok da PixabayCon un’agevolazione che non decolla del tutto, il MIMIT è intenzionato a introdurre novità significative per Transizione 5.0, il credito d’imposta finanziato da RePowerEU che sostiene la transizione digitale e green delle imprese italiane. Come discusso anche con Confindustria, infatti, il Ministero è al lavoro sulle opzioni per semplificare le procedure e innalzare le aliquote dell’incentivo.

Guida al Piano Transizione 5.0

Un’operazione di restyling di quella che è senza dubbio una delle agevolazioni più interessanti, ma anche complesse, attualmente in circolazione e che arriva a distanza di un mese e mezzo dal suo avvio. Ad oggi, infatti, le domande presentate, tra quelle in bozza e quelle finalizzate, sarebbero molto meno di 1.000, per un valore complessivo di agevolazioni richieste che si aggirerebbe su poco più di 250 milioni di euro.

Numeri troppo bassi, se si pensa che Transizione 5.0 ha una dotazione di 6,3 miliardi di euro, destinati ad investimenti che devono essere realizzati entro dicembre 2025, per evitare di sforare le tempistiche del PNRR concordate con Bruxelles.

Da qui, dunque, la necessità di intervenire rapidamente sulla misura, cercando di modificare e semplificare dove si può, ma tenendo conto che molte delle limature - a cominciare da quelle sui settori o sulla cumulabilità degli incentivi - devono essere concordate con la Commissione europea.

Le modifiche al Piano Transizione 5.0

In tale contesto, dopo l’incontro con Emanuele Orsini, dal MIMIT fanno sapere che il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, “ha annunciato che, in accordo con Confindustria, nei prossimi giorni verranno presentate alcune modifiche richieste dal tessuto produttivo per aumentarne l'accessibilità, tra cui l’innalzamento delle aliquote, chiarimenti e ulteriori semplificazioni delle procedure”.

Secondo fonti di stampa, sul tavolo ci sarebbe anzitutto l’ipotesi di alzare da 2,5 a 5 milioni di euro la quota di investimenti agevolabili con l'aliquota di aiuto più elevata, quella al 35%.

Al MIMIT starebbero poi studiando il modo di alzare anche le stesse percentuali di aiuto, portando dal 45% al 50% l'aliquota concessa alle imprese più virtuose sul piano della riduzione dei consumi energetici. Quelle che - per intenderci - conseguono una riduzione dei consumi della struttura produttiva superiore al 10% o, in alternativa una riduzione dei consumi nei processi produttivi superiore al 15%.

Tra i motivi di una tale operazione ci sarebbe il malcontento delle imprese soprattutto sul fronte del divieto di cumulo con gli altri incentivi europei (sia nazionali che regionali) che di fatto non rendono così conveniente accedere al Piano 5.0, rispetto ad esempio ad un incentivo come Transizione 4.0 dove invece il cumulo è più facile.

L’altro fronte su cui è al lavoro il dicastero guidato da Urso è invece quello delle semplificazioni. Aspetto sul quale, solo qualche giorno fa, era intervenuta anche CNA lamentando “un eccesso di burocrazia, procedure complesse e costose, tempi ristretti”. Una procedura complessa e onerosa (CNA conta ben 18 step, suddivisi nelle 3 fasi) che, secondo il Presidente Nazionale Dario Costantini, scoraggia le imprese: “dal nostro monitoraggio - ha infatti spiegato Costantini - stanno emergendo indicazioni non soddisfacenti. A fronte di un interesse potenziale alto e l’avvio di diverse analisi di pre-fattibilità, pochissime sono ad oggi le aziende che decidono di portare avanti l’investimento”.

All’interno della strategia del MIMIT per rendere più appetibile l’agevolazione ci sarebbe, infine, un lavoro per ampliare gli interventi ammissibili e - laddove fattibile - anche i settori. Nel primo caso, una conferma è arrivata direttamente dal ministro, che qualche giorno fa, a margine della presentazione del dossier "Commercio e servizi: le oasi nei centri urbani" di Confesercenti, ha annunciato che gli investimenti nell'illuminotecnica e negli impianti di condizionamento "saranno parte integrante del piano incentivi".

Sul secondo fronte invece, quello dei settori ammessi, la partita potrebbe essere più complessa, come conferma la lunga negoziazione in corso da mesi ormai con Bruxelles per aprire il più possibile la platea dei potenziali beneficiari.

Ancora sconosciute le tempistiche per introdurre le novità su Transizione 5.0. Da quanto si apprende da fonti di stampa, sembrerebbe che le modifiche non arriveranno tutte insieme in un unico provvedimento. Alcune ad esempio potrebbero viaggiare per FAQ. Altre invece potrebbero essere inserite in uno dei provvedimenti attualmente in esame in Parlamento: Rumors parlano ad esempio del DL Ambiente, ma la scelta in realtà è ampia e non esclude di fatto neanche la stessa Manovra di bilancio, che, come di consueto, sarà approvata con un maxi emendamento.

Foto di ha11ok da Pixabay