Come salvare tutti i fondi PNRR? Fitto e Dombrovskis rispondono al Parlamento UE

Nel corso del 17° Recovery and Resilience Dialogue (RRD), il primo dall’insediamento della nuova Commissione europea, i commissari Fitto e Dombrovskis hanno discusso con il Parlamento europeo le opzioni sul tavolo per assicurare la realizzazione dei progetti e la spesa di tutti i fondi PNRR.

Foti: niente proroghe al PNRR. Ma spunta l’ipotesi di un fondo post PNRR

A poco più di anno di distanza dalla deadline del 30 giugno 2026 per l'attuazione del Recovery and Resilience Facility (RRF), in un dibattito di quasi due ore con gli eurodeputati delle Commissioni BUDGET e ECON del Parlamento europeo, riunite per l’occasione, i due commissari europei hanno glissato su tutte le domande relative ad una possibile proroga dei PNRR, i Piani nazionali di ripresa e resilienza.

Il vicepresidente esecutivo e commissario alla Coesione e alla riforme, Raffaele Fitto, e il commissario per l’economia e la produttività, Valdis Dombrovskis, si sono invece concentrati sulle possibili soluzioni per realizzare i Piani entro i tempi previsti e assicurare la spesa delle risorse stanziate.

Sullo sfondo si stagliano i dati sull'avanzamento dei PNRR, nonché i lavori in corso verso la proposta della Commissione sul prossimo Quadro finanziario pluriennale (QFP), da cui ci si attende anche una riforma della Politica di Coesione almeno parzialmente ispirata al “modello PNRR”.

Per approfondire: Bilancio UE, verso una centralizzazione dei fondi europei per Coesione e PAC

Come assicurare la realizzazione dei PNRR entro giugno 2026?

Il quadro di insieme sull’attuale implementazione dei PNRR, secondo i commissari europei, è abbastanza positivo: in base alle prime proiezioni il 50% dei traguardi intermedi dovrebbero essere raggiunti entro la fine di quest’anno, mentre le erogazioni dovrebbero raggiungere quota 483 miliardi (il 74% del quantitativo totale) entro dicembre 2025. Partendo da questi dati, Fitto e Dombrovskis concentrano l’attenzione su come assicurare la completa attuazione dei PNRR, smarcando le domande degli eurodeputati sulla loro proroga oltre giugno 2026.

Tra le strade percorribili, i due esponenti del collegio von der Leyen bis ne citano soprattutto tre.

La prima a disposizione degli Stati membri è quella di usare al meglio la possibilità, ancora esistente, di apportare modifiche puntuali ai rispettivi PNRR, per superare eventuali strozzature e colli di bottiglia. Non si tratta dunque, per intenderci, di modifiche profonde come quelle approvate a dicembre 2023 quando nei Piani è stato inserito il capitolo RepowerEU, quanto piuttosto di una analisi puntuale delle misure che stanno marciando bene e di quelle che, invece, sono in ritardo e sulle quali potrebbe essere il caso di intervenire con revisioni mirate.

Da qui la seconda carta in mano agli Stati membri, che è quella che passa per il trasferimento di alcuni progetti critici su altri strumenti di finanziamento, tra cui anche i fondi della Politica di Coesione. Un’operazione che ricalca il meccanismo dei vasi comunicanti di cui il commissario alla Coesione, Raffaele Fitto, è stato fautore nelle sue precedenti vesti di ministro. In questo caso l’importante, ha sottolineato Dombrovskis, “è che ci sia una separazione chiara tra ciò che è finanziato dal RFF e dalla Coesione, per evitare scenari di doppio finanziamento".

Infine, citato a varie riprese è stato anche InvestEU, il programma europeo che riunisce gli strumenti finanziari dell'UE, per il quale proprio a febbraio è atteso un pacchetto di modifiche. InvestEU prevede infatti dei comparti nazionali che gli Stati membri possono alimentare con fondi della Politica di Coesione, ma anche con le risorse non spese del Recovery and Resilience Facility (RRF). Una possibilità, sottolinea Fitto, che è “già nelle disponibilità degli Stati membri”, insieme a quella di “aggiungere un ulteriore 6% all’interno del Regolamento STEP, sempre nell’ambito dei comparti nazionali di InvestEU”.

L'audizione al PE ha affrontato il tema dei pagamenti parziali delle rate PNRR. Un argomento che interessa molto da vicino gli Stati membri, chiamati a dimostrare la realizzazione di tutti gli obiettivi previsti all’interno di una rata per poter accedere al relativo versamento da parte di Bruxelles.

Su questo fronte, Dombrovskis ha ricordato che il regolamento del RFF contempla già la possibilità di effettuare il pagamento della rata allo Stato membro, anche qualora al suo interno non sia stata raggiunta una milestone. In caso di ritardi relativi ad uno o più progetti, insomma, a farne le spese non è l’intera rata, ma solo la parte relativa al traguardo non conseguito. “C’è una metodologia di pagamento parziale - ha infatti spiegato Dombrovskis - che prevede la possibilità di sospendere solo determinati quantitativi che sono legati agli obiettivi che non sono ancora raggiunti”. Si procede intanto con gli altri pagamenti e si "concedono ulteriori 6 mesi di tempo per ultimare gli obiettivi mancanti".

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