Guidi, Confagricoltura: no ai tagli orizzontali nella nuova Pac
Evitare i tagli “orizzontali”, che potrebbero penalizzare le imprese italiane. La riforma della Politica agricola comune, che domani sarà presentata ufficialmente dal commissario europeo Dacian Ciolos, viene duramente criticata da Mario Guidi, presidente di Confagricoltura, che vede nel progetto un colpo durissimo assestato al settore nel nostro Paese.
"Una riforma è necessaria – spiega Guidi -, siamo stati noi i primi a dirlo: ma deve essere una riforma per le imprese che esalti e non penalizzi le loro capacità ed il loro talento. Abbiamo chiesto che la riforma della politica agricola comune confermasse il budget finanziario comunitario e nazionale, con una dotazione per il settore agricolo almeno pari, in termini reali, alla dotazione attuale, ovvero circa 60 miliardi per anno di cui quasi 6 miliardi all’agricoltura italiana”. Quello che sta accadendo è, però, piuttosto diverso: nel bilancio dell’Ue ci sarà una crescita nei prossimi sette anni ma l’unica voce che dovrebbe contrarsi sarà proprio quella degli stanziamenti agricoli per oltre 5 miliardi di euro tra il 2013 ed il 2020.
C’è poi la questione dell’allineamento dei pagamenti per ettaro, che rischia di penalizzare alcune coltivazioni italiane come l’olivicoltura, il pomodoro o il tabacco. “Sicuramente – dice ancora Guidi - la prospettiva di un pagamento unico omogeneo sfavorirà i tanti produttori “storici” di molti comparti ad una riduzione dei pagamenti diretti. Stiamo facendo il possibile per convincere i decision maker che questa è una scelta che può mettere seriamente a repentaglio tante nostre produzioni di punta. Se non riusciremo ad invertire la rotta, abbiamo bisogno quantomeno di un lungo periodo transitorio e di misure di flessibilità per gestire la transizione dal vecchio al nuovo regime”.
In questo modo ci sarebbe una redistribuzione delle risorse assolutamente sfavorevole al nostro Paese. “E’ – dice Guidi - un’ipotesi che rischierebbe di redistribuire risorse preziose - stimate in circa il 35% dell’attuale budget nazionale - dall’Italia verso i Paesi neoaderenti. Ricordo che l’Italia è un contribuente netto al bilancio comunitario, dando all’incirca il doppio di quello che riceve: 15 miliardi di euro di contributi versati a fronte di finanziamenti ricevuti per 8,3 miliardi di cui quasi 6 per l’agricoltura italiana tra primo e secondo pilastro”.