Per la Corte dei Conti UE i Piani PAC 2023-27 non sono abbastanza green
Nonostante l'impianto della Politica Agricola Comune 2023-27 assegni alla PAC un ruolo significativo nell'attuazione del Green Deal, i Piani strategici nazionali degli Stati membri non sono molto più ambiziosi, sotto il profilo ambientale, di quelli della precedente programmazione.
Cosa prevede il Piano strategico PAC dell'Italia
La flessibilità consentita dalle regole della PAC 2023-27, secondo la Corte dei Conti europea, è stata infatti utilizzata dai 27 per allentare i vincoli ambientali a carico degli agricoltori e le successive deroghe intodotte in risposta alla protesta dei trattori hanno ulteriormente indebolito il contributo della Politica agricola comune sotto il profilo ecologico.
Tra l'altro, secondo la relazione speciale 20/2024 della Corte sui Piani della Politica agricola comune, mancano indicatori adeguati per il monitoraggio delle performance ambientali e l'unico obiettivo effettivamente misurabile, cioé il target di portare al 25% le superfici coltivabili destinate all'agricoltura biologica entro il 2030, rischia di non essere raggiunto, come segnalato già la scorsa settimana da un altro report dei giudici di Lussemburgo.
Corte Conti UE, i Piani PAC 23-27 non contribuiscono abbastanza al Green Deal
Con una dotazione di 378,5 miliardi, circa un terzo del bilancio pluriennale dell’UE, la Politica Agricola Comune è chiamata a perseguire diversi obiettivi: non solo il sostegno al reddito degli agricoltori, allo sviluppo rurale e alla sicurezza alimentare, ma anche un deciso contributo agli obiettivi ambientali e climatici dell'Unione, in linea con l'EU Green Deal.
La traduzione di questi target nei Piano strategici nazionali che, nella nuova PAC, programmano sia le risorse del primo che quelle del secondo pilastro, avrebbe però, secondo la Corte, mancato il livello di ambizione atteso.
“L’impostazione della Politica agricola comune è migliorata sotto il profilo ecologico. Tuttavia, rispetto al passato, non abbiamo riscontrato differenze sostanziali nei Piani agricoli degli Stati membri”, ha dichiarato Nikolaos Milionis, il membro della Corte dei Conti europea responsabile dell’audit. “La nostra conclusione è che le ambizioni climatico-ambientali dell’UE non trovano sponda a livello nazionale e che mancano, inoltre, elementi chiave per valutare la performance ecologica”.
La nuova PAC ha infatti introdotto maggiori condizionalità ambientali per ottenere i fondi europei, ha istituito nuovi regimi ecologici, denominati ecoschemi, che premiano con pagamenti aggiuntivi le imprese che adottano pratiche benefiche per il clima, l’ambiente e il benessere degli animali, ed ha previsto che tutti gli Stati membri riservino una percentuale minima di risorse alle misure climatico-ambientali.
Nonostante questa architettura verde rafforzata, la maggiore flessibilità a livello nazionale introdotta nell’applicazione di determinate norme della Politica agricola comune ha consentito agli Stati membri di allentare alcuni vincoli, con esenzioni, riduzioni e rinvii nell’applicazione delle misure verdi. Ulteriori requisiti sono stati allentati con le deroghe introdotte in risposta alle proteste degli agricoltori nella prima metà dell'anno, ad esempio per quanto riguarda la rotazione delle colture, da cui un impatto atteso ancora più limitato sotto il profilo ambientale.
D'altra parte, segnalano i giudici di Lussemburgo, le norme UE non impongono agli Stati membri di includere nei rispettivi Piani strategici nazionali agricoli una stima dei contributi ai valori-obiettivo del Green Deal, la cui attuazione passa prevalentemente per azioni esterne alla PAC. L'unico target misurabile, relativo all’aumento dei terreni coltivati con metodi biologici, secondo una recente analisi condotta proprio sull'agricoltura bio dalla Corte, è difficilmente raggiungibile entro il 2030.
Infine, come spesso accade, i rilievi della Corte dei Conti UE insistono sul quadro di monitoraggio: "gli obiettivi della PAC non sono sufficientemente chiari e gli indicatori si concentrano sulle realizzazioni piuttosto che sui risultati", si legge nella relazione. Alcuni piani non dispongono di indicatori di risultato importanti e i collegamenti stabiliti dagli Stati membri tra indicatori di risultato e obiettivi variano. Tali questioni rendono difficile dimostrare i risultati della PAC nel periodo 2023-2027.
Per approfondire: Corte Conti UE, fondi europei agricoltura biologica poco attenti al mercato