Corte dei Conti UE: difficile dire se gli obiettivi del Recovery Fund siano davvero raggiunti
E' quanto emerge da una nuova relazione della Corte dei conti europea sul Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility - RRF), che finanzia i PNRR dei singoli Stati membri, incluso quello italiano.
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Secondo la Corte dei conti europea l'attuale sistema di monitoraggio del Recovery fund non fornisce un quadro completo delle modalità con le quali i progetti finanziati contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi del Dispositivo per la ripresa e la resilienza, come ad esempio rendere l’economia europea più verde e più resiliente.
Recovery and Resilience Facility: cos'è e come viene monitorato?
Istituto nell'ambito del pacchetto Next Generation EU per rispondere all'emergenza Covid, il Recovery and Resilience Facility può contare su uno stanziamento complessivo di 723 miliardi di euro (di cui 338 miliardi di euro di sovvenzioni a fondo perduto e 385 miliardi di prestiti) per il finanziamento di riforme e investimenti degli Stati membri diversi ambiti, tra cui il mercato del lavoro, la tutela ambientale, la transizione verde e la trasformazione digitale.
A differenza della maggior parte degli altri programmi dell’UE, nel caso del RRF la Commissione europea eroga i finanziamenti man mano che i paesi raggiungono traguardi e obiettivi collegati a riforme e investimenti, invece che sulla base dei costi effettivamente sostenuti.
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La struttura di monitoraggio della performance del RRF si basa su due componenti principali: traguardi e obiettivi, per tener traccia dei progressi compiuti dagli Stati membri relativamente a riforme e investimenti, e 14 indicatori comuni predefiniti per monitorare il grado di ottenimento degli obiettivi dell’RRF.
RRF: Corte conti UE, misurare i risultati per migliorare il sistema di monitoraggio
La Corte ha constatato che i due elementi di monitoraggio (traguardi e obiettivi) non sono sufficienti per valutare la performance complessiva del RRF. Sebbene contribuiscano a tener traccia dei progressi compiuti nella realizzazione di riforme e investimenti, i traguardi e gli obiettivi sono soltanto fasi dell’attuazione (ad esempio, approvare una legge, selezionare progetti o firmare contratti) e sono largamente incentrati su ciò che i progetti finanziano (numero di persone che frequentano corsi di formazione, metri quadri ristrutturati, numero di veicoli elettrici acquistati) anziché sulla misurazione dei risultati (ad esempio, numero di persone impiegate, risparmi sul consumo di energia, riduzione delle emissioni di CO2).
"Il Recovery fund mette a disposizione degli Stati membri un ammontare di fondi senza precedenti, ma i cittadini devono sapere se gli obiettivi fondamentali del fondo sono raggiunte e in che modo vengono spesi i soldi,” ha affermato Ivana Maletić, membro della Corte responsabile della relazione. "Siamo in una situazione paradossale: per il più ingente fondo dell’UE, che si affermava essere basato sulla performance, possiamo misurare i progressi compiuti ma non la performance stessa".
I risultati non vengono misurati neanche dalla grande maggioranza degli indicatori comuni; spesso, questi ultimi non forniscono informazioni sufficienti su come i progetti sul campo contribuiscano agli obiettivi generali del RRF. Ciò è dovuto al fatto che alcune riforme ed alcuni investimenti, come ad esempio grandi riforme strutturali (economiche, del mercato del lavoro e del sistema giudiziario) o investimenti in infrastrutture e nel trasporto pubblico, non sono collegabili a nessun indicatore. In aggiunta, gli indicatori comuni riguardano solo parzialmente gli obiettivi dell’RRF, in quanto non vi è nessun indicatore che copra aree come lo Stato di diritto, il settore finanziario o l’imposizione fiscale.
La Commissione e gli Stati membri dispongono di sistemi, per lo più adeguati, per garantire la qualità dei dati comunicati su traguardi e obiettivi. Tuttavia, la Corte ha anche rilevato carenze e sottolinea che permangono rischi relativi all’attendibilità dei dati, specie per quel che concerne i destinatari ultimi dei finanziamenti. Il quadro di valutazione online utilizzato dalla Commissione, sebbene di agevole utilizzo, è fuorviante quanto al modo in cui vengono presentati i progressi compiuti nell’ambito dei sei pilastri.
Poiché la Commissione non raccoglie dati sui fondi spesi dagli Stati membri, la sua rendicontazione sull’RRF è attualmente basata su stime. La Corte esorta quindi la Commissione a migliorare la rendicontazione relativa al RRF, ad esempio raccogliendo e comunicando dati sulle spese effettivamente sostenute, e a ideare un sistema di monitoraggio della performance vero e proprio per futuri strumenti di finanziamento non basati sulle spese sostenute.
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