Corte Conti UE: troppe lacune nel controllo dei fondi europei della Coesione

Fondi europei - Photo credit: Foto di Elias da Pixabay Accoglimento di spese e progetti non ammissibili a finanziamento e mancato rispetto delle norme in materia di aiuti di Stato e di appalti da parte dei beneficiari finali. Sono queste le due principali tipologie di errore che, secondo l'ultimo report della Corte dei Conti europea, si verificano nella spesa dei fondi europei della Politica di Coesione. Errori che, per i giudici di Lussemburgo, le autorità degli Stati membri avrebbero potuto ridurre con controlli più efficaci e la Commissione avrebbe dovuto mitigare anche utilizzando meglio lo strumento delle rettifiche finanziarie.

Nona relazione sulla Politica di Coesione: le sfide per i fondi UE 2028-2034

Come ha funzionato finora il programma NDICI-Global Europe per la cooperazione internazionale?

Photocredit: European Commission - EC - Audiovisual ServiceRecentemente il Consiglio ha approvato le conclusioni sulla valutazione intermedia dello Strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale - Global Europe (NDICI-Global Europe). Il bilancio è abbastanza positivo, soprattutto per quanto riguarda la capacità di superare la frammentazione di strumenti di finanziamento che aveva caratterizzato il precedente settennato. Tuttavia, rimangono alcune criticità, anzitutto quelle legate ad una sua attuazione efficace.

Che cos'è il Programma NDICI e come funziona?

R&I in Europa: aumentano gli investimenti, ma restano ancora diverse criticità

Foto di Chokniti Khongchum da PixabayNegli ultimi vent'anni, nell’Unione europea gli investimenti in R&I sono aumentati, soprattutto nel settore delle tecnologie verdi. Ciò nonostante continuano a permanere diverse sfide e criticità da affrontare sia rispetto ad altri player mondiali (Cina e USA in testa), sia all’interno della stessa Unione, dove restano ancora ampi divari tra un nord-ovest che corre di più e un sud-est che rimane più indietro.

Innovazione: Italia agli ultimi posti in UE per le spese di ricerca e sviluppo

Fondi europei: strumenti finanziari per allungare la vita dei PNRR oltre il 2026

Foto di ha11ok da PixabayMentre Bruxelles pubblica gli orientamenti aggiornati sul Recovery and Resilience Facility, emerge che oltre 100 miliardi dei 672,5 miliardi del Dispositivo di ripresa e resilienza assegnati agli Stati membri sono stati destinati a strumenti finanziari. Strumenti raccomandati da Bruxelles per massimizzare l'impatto dei fondi europei che, però, nel dibattito sull’opportunità o meno di prorogare la scadenza dei PNRR, potrebbero diventare un game-changer piuttosto importante, permettendo di fatto di aggirare la deadline del 2026 per l'impiego delle risorse. Il Paese che più vi ha fatto ricorso è la Spagna. Meno attiva l’Italia, nonostante il nostro sia il PNRR più grande, modificato meno di un anno fa.

Riforma incentivi: in arrivo i decreti attuativi

Appello delle regioni per la Politica di Coesione. Ma i fondi strutturali dovranno cambiare

Politica di Coesione - Photo credit: Foto di Dušan Cvetanović da Pixabay Negli stessi giorni in cui oltre cento regioni europee, tra cui otto italiane, scrivono alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e ai commissari Ferreira, Schmit e Hahn, in difesa della Coesione, due pubblicazioni contribuiscono a porre i termini del dibattito sul futuro della politica di investimento con cui l'UE cerca di colmare i divari tra i territori europei: se i benefici dei fondi strutturali sono tangibili, e nei paesi di più recente adesione hanno funzionato come un motore di convergenza, il tasso di assorbimento delle risorse resta un fattore critico per molti Stati membri, con un ritardo che si aggrava programmazione dopo programmazione.

Al palo la spesa dei fondi europei 2021-2027

Decreto Coesione, Svimez: attenzione ai meccanismi di attuazione e monitoraggio

Direttore Svimez Luca Bianchi - Photo Credit: SvimezIl decreto Coesione n. 60/2024 all'esame del Senato ha il merito di aver posto con forza il tema del coordinamento tra la Politica di Coesione europea, quella nazionale e il PNRR, identificando una serie di settori strategici attorno ai quali focalizzare gli interventi. Diverse delle novità previste - dalla premialità per l'utilizzo delle risorse FSC ai fini del cofinanziamento dei Programmi UE, fino all'aumento della quota di fondi ordinari da destinare al Sud - richiederanno però meccanismi di attuazione e monitoraggio più cogenti. Il punto di vista dello Svimez.

Decreto Coesione in Gazzetta ufficiale: la riforma della governance e i nuovi incentivi

Grassi (Confindustria), per competitività UE serve sintesi di PNRR e Coesione

Vito Grassi - Photo credit: ConfindustriaI costi delle transizioni verde e digitale sono enormi, ma l'Europa affronta la sfida meglio attrezzata rispetto al passato, grazie alla combinazione di Politica di Coesione e Next Generation EU. Per Vito Grassi, Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e Vice Presidente di Confindustria, le politiche di investimento europee dei prossimi anni dovranno rappresentare la sintesi dei punti migliori di PNRR e fondi strutturali, mentre le politiche nazionali, come la ZES Unica, dovranno basarsi su risorse finanziarie adeguate e una prospettiva pluriennale per consentire alle imprese di pianificare gli investimenti.

Fondi europei post 2027: quale Politica di Coesione dopo il PNRR?

Cosa dice la Corte dei Conti nella nuova relazione semestrale sul PNRR?

Source: EC - Audiovisual Service - Photographer: Lukasz KobusLa Corte dei Conti ha approvato la nuova Relazione semestrale con cui riferire al Parlamento sullo stato di attuazione del PNRR al termine del 2023, nonché su quanto sta per ora avvenendo nella prima metà del 2024. Ne emerge che gli obiettivi europei in scadenza a fine 2023 sono stati tutti conseguiti e che, anche nel primo semestre 2024, l’attuazione prosegue in linea con la programmazione. Per oltre metà delle misure, invece, la spesa è ancora in una fase iniziale.

Come sta andando il Piano nazionale complementare?

Come sta andando il Piano Nazionale Complementare al PNRR?

Piano nazionale complementare - Foto di Gerd Altmann da PixabayUn nuovo report della Ragioneria generale dello Stato fa il punto sull'avanzamento del Piano nazionale per gli investimenti complementari (PNC), lo strumento da oltre 30 miliardi di euro che serve a finanziare specifiche azioni che integrano e completano il PNRR, a cui è strettamente collegato. Oltre al fatto che la sua attuazione è un traguardo da raggiungere per ottenere le rate PNRR, infatti, il PNC è destinato ad essere anche uno dei salvadanai da cui si attingerà per finanziare il “nuovo” PNRR.

Il punto sui progetti PNRR definanziati e sulle coprture alternative

Rinnovabili, La Camera (Irena): l'occasione per l'Italia si chiama APRA

Foto di Irena.orgSi chiama APRA l'occasione per le aziende italiane e per il sistema Paese di contribuire alla transizione energetica del continente africano, e Cassa depositi e prestiti potrebbe essere tra i protagonisti. Un'iniziativa alla quale già partecipano Germania e Danimarca e che ha avuto un ruolo anche nel G7 di Venaria. Ne abbiamo parlato con Francesco La Camera, direttore generale di Irena, l'Onu delle energie rinnovabili.

CDP: potenziare gli investimenti per lo sviluppo sostenibile

Per accelerare la spesa, il nuovo PNRR punta molto sui crediti d’imposta

Foto di Pavel Danilyuk via PexelsLe tre misure più ricche del nuovo PNRR - che insieme ne costituiscono il 15% - sono tre crediti d’imposta. Si tratta dell’Ecobonus sociale, di beni strumentali 4.0 e di Transizione 5.0. Una scelta che velocizza senza dubbio la spesa dei fondi, che spesso rappresenta uno dei talloni d'Achille dell'attuazione del Piano.

SVIMEZ: Con i crediti d'imposta, impossibile blindare le risorse PNRR per il Sud

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