Intesa UE-Giappone: un’alternativa alla Via della seta cinese?

Photocredit: Europa Connectivity ForumTrasporti, digitale ed energia. Sono questi i settori al centro dell’intesa che formalizza il coinvolgimento del Giappone nel nuovo piano di "connettività" UE-Asia. A sostegno dell'iniziativa si prevede un fondo di garanzia dell'Unione da 60 miliardi di euro.

Trasporti, energia, TLC - cosi' l’UE vuole fare squadra con l’Asia

Con l’intesa, firmata a latere dell’Europa Connectivity Forum della scorsa settimana a cui ha partecipato anche il premier giapponese in qualità di  ospite d'onore, i due player intendono favorire lo sviluppo di tutte le dimensioni legate alla connettività euroasiatica, sia materiale che immateriale, nel rispetto della sostenibilità economica ed ambientale.

L’adesione del Giappone al Piano europeo della connettività con l’Asia - che dovrebbe essere sostenuto da un quadro per gli investimenti per l'azione esterna da 60 miliardi di euro - rafforza la proiezione europea verso il continente asiatico.

Europa e Giappone, infatti, si sono impegnati in un progetto ambizioso, per la cui realizzazione sarà necessaria la partecipazione dei privati. Per questo, nel testo dell’accordo, ampio spazio è dato all’impegno che entrambe le parti adotteranno per garantire un ambiente favorevole agli investimenti da parte delle aziende, basato su regole certe e non discriminatorie.

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Le tre dimensioni della connettività

In materia di digitale, Europa e Giappone mirano a creare un'infrastruttura immateriale basata su un cyberspazio aperto e sicuro, capace di rendere operativo il “data free flow with trust” (DFFT), quella fiducia legata al libero flusso di dati su cui si sono soffermati anche i leader del G20 a Osaka.

Sui trasporti, invece, UE e Giappone intendono favorire l'interconnessione dei corridoi logistici in chiave green, dando ampio risalto al tema della sostenibilità ambientale, oltre a quella della sicurezza.

Infine l’energia, tema su cui sarà necessario continuare a garantire la cooperazione sotto molteplici aspetti: idrogeno e celle a combustibile, ma anche regolamentazione dei mercati dell'elettricità e del mercato mondiale del gas naturale liquefatto (GNL). Tecnologie e normative che, assieme agli investimenti in infrastrutture energia, dovrebbero portare alla creazione di un sistema energetico a bassa emissione di carbonio.

Un modello alternativo alla via della seta cinese?

Secondo molti, l’intesa firmata a Bruxelles la scorsa settimana, profila la creazione di un nuovo asse euro-giapponese, alternativo all'iniziativa cinese della via della seta.

Nel presentare l’accordo, infatti, sia il premier giapponese Abe, che il presidente della Commissione europea Juncker, hanno focalizzato l’attenzione su aspetti come la sostenibilità ambientale o quella fiscale. Punti sui quali, secondo molti commentatori, è stata invece spesso manchevole la Cina nella promozione della sua Belt and Road Initiative.

"Siamo fermamente impegnati a proteggere e se il caso aggiornare le regole globali, e siamo pronti a lavorare coi nostri partner per raggiungere l'obiettivo - ha affermato Juncker, il quale ha poi aggiunto che - “vogliamo puntare a lasciare alla generazione futura un mondo interconnesso, un ambiente più pulito e non una montagna di debiti".

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> Consulta il testo dell'intesa

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