Istat: i consumi delle famiglie nel 2007

L'indagine sui consumi condotta dall’Istat indica che nel 2007 la spesa media mensile per famiglia è pari, in valori correnti, a 2.480 euro, 19 euro in più rispetto all’anno precedente (+0,8%). La variazione, che incorpora la dinamica inflazionistica, evidenzia come a un aumento della spesa media mensile per consumi in termini nominali corrisponda una flessione in termini reali.

Nel 2007 la spesa per generi alimentari e bevande si attesta sullo stesso livello dell’anno precedente ed è pari a 466 euro (467 nel 2006), anche per l’effetto dovuto alle strategie di risparmio messe in atto dalle famiglie.

Le spese familiari per generi non alimentari passano, tra il 2006 e il 2007, da 1.994 a 2.014 euro mensili; in aumento le spese per abitazione e sanità.

I livelli e la composizione della spesa dipendono in misura rilevante dalla dimensione familiare: un diverso numero di componenti determina una differente allocazione del budget disponibile. Inoltre, per effetto delle economie di scala, il livello di spesa media aumenta in misura meno che proporzionale rispetto al numero di componenti; ad esempio, la spesa media mensile di una famiglia composta da una sola persona è circa due terzi di quella delle famiglie di due componenti.
Nel 2007, la spesa media mensile totale varia da un minimo di 1.641 euro per le famiglie composte da un solo individuo a un massimo di 3.205 euro per quelle di cinque o più componenti.
 
I livelli di spesa più elevati sono quelli delle famiglie con persona di riferimento imprenditore o libero professionista che, in media, spendono 3.624 euro al mese, il doppio di quanto viene speso dalle famiglie con persona di riferimento in altra condizione non professionale (disoccupati, casalinghe o persone in altra condizione non professionale). Il più elevato livello di spesa si articola in una diversa composizione rispetto ai vari beni e servizi: all’aumentare della spesa totale cresce la quota di spesa destinata ad altri beni e servizi (massima tra i lavoratori in proprio), al tempo libero e all’istruzione (massima tra i dirigenti e impiegati), all’abbigliamento e calzature (prossima all’8% tra imprenditori e liberi professionisti).
Al contrario, le famiglie con maggiori vincoli di bilancio (quelle di operai, ritirati dal lavoro e persone in altra condizione non professionale) destinano quote di spesa più elevate ai generi alimentari (prossime e superiori al 20%) e all’abitazione (inclusi arredamenti), spese che per le famiglie con persona di riferimento ritirata dal lavoro o in altra condizione non professionale rappresentano quasi i due terzi della spesa totale (63,1% e 62,6% rispettivamente).
(Fonte: Istat - I consumi delle famiglie anno 2007)