Oro blu: dalla mappatura dei fondali possibilità di crescita. Ue lancia consultazione pubblica

Fondale - foto di Antonio PellicoIn fondo al mare ci sono nuove opportunità di crescita e occupazione. Due i fattori trainanti: da un lato, la carenza di terre e acque dolci disponibili, che porta a riconsiderare il 71% della superficie del pianeta coperto da acque salate; dall'altro, i rapidi avanzamenti delle tecnologie per l’osservazione, la gestione e la costruzione in ambiente sottomarino, sviluppate soprattutto nel settore petrolifero, ma che possono essere utilizzati anche in altre industrie nascenti. Proprio per capire come sviluppare investimenti pubblici e privati in questo settore e comprenderne le potenzialità di crescita, la Commissione europea propone una mappatura dei fondali marini e lancia una consultazione pubblica, aperta fino al 15 dicembre.

Creare una mappa digitale dei fondali marini europei riunendo i dati esistenti in un'unica banca dati, coerente e accessibile a tutti. Entro il 2020. Una mappa che, nelle intenzioni Ue, deve presentare la massima risoluzione possibile e includere diversi aspetti, dalla topografia alla geologia, dagli habitat agli ecosistemi. Dovrà inoltre offrire un accesso a osservazioni e informazioni aggiornate sullo stato fisico, chimico e biologico della colonna d’acqua, accompagnate da dati relativi all’impatto delle attività umane e da previsioni oceanografiche.

Un sistema che, se sviluppato al meglio, dovrebbe aiutare gli Stati membri a massimizzare le potenzialità dei programmi di osservazione, campionamento e studio dell’ambiente marino.

Mappare i fondali marini significa capire le grandi potenzialità, in termini di crescita e occupazione, che il “blu” ha da offrire. Come ha spiegato la commissaria europea per gli Affari marittimi e la pesca Maria Damanaki, “l’economia europea può trarre beneficio da un approccio più strutturato alla conoscenza dell’ambiente marino. Tale approccio può migliorare la competitività di quanti operano nei nostri mari e sulle nostre coste nella misura di 300 milioni di euro all’anno e creare nuove opportunità per un valore di altri 200 milioni di euro all’anno”.

Per capire tali benefici e cercare di sfruttarli al meglio la Commissione Ue ha lanciato una consultazione pubblica sul tema, aperta fino al 15 dicembre, che pone agli stakeholders una serie di interrogativi: “Com'è possibile integrare gli sforzi attualmente in atto negli Stati membri in uno sforzo comune dell’Ue?”, “come si possono sviluppare nuove tecnologie di osservazione meno costose?”. E ancora, “quale può essere il contributo del settore privato?”.

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Consultazione pubblica Ue Marine Knowledge 2020