Tajani critico sulla proposta di riforma della Politica Agricola Comune
Il vice presidente della Commissione europea, responsabile per l’industria e l’imprenditoria, Antonio Tajani, ha espresso il proprio disappunto nei confronti delle proposte di riforma della Politica Agricola Comune dell’Unione europea.
Il malcontento del commissario è determinato principalmente dalla proposta di procedere all’uniformazione dei criteri necessari all'assegnazione degli stanziamenti comunitari entro il 2028. Secondo alcune stime, infatti, laddove tale sistema dovesse entrare in vigore, l'Italia andrebbe a perdere circa il 35% dei contributi comunitari.
Per questo motivo, lo scorso 10 ottobre, Tajani ha assicurato "che farà tutto il possibile affinché tale data venga eliminata".
Il commissario Tajani ha recentemente incontrato il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi, con lo scopo di discutere le varie proposte di riforma. "Vogliamo una PAC per l’impresa agricola – ha affermato Guidi - che permetta al nostro sistema di garantire un alto grado di competitività rispetto ai nostri partner europei e mondiali".
Tra gli aspetti che compongono la riforma della PAC, oltre all'uniformazione dei criteri, figurano:
- introduzione di un tetto pari a 300mila euro per gli aiuti al settore;
- degressività degli aiuti;
- sottrazione dei costi salariali dal calcolo della soglia di aiuto comunitario;
- sospensione delle quote di produzione di zucchero da fine 2016.
La proposta di riforma della PAC sarà ufficializzata il 12 ottobre prossimo dall’esecutivo comunitario.