Il testo del Piano strutturale di bilancio di medio termine all'esame delle Camere

Giorgetti - Photo credit: Palazzo ChigiLa Presidenza del Consiglio dei Ministri ha trasmesso alle Camere il Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029, il documento che, in base alla riforma del Patto di stabilità e crescita, dettaglia il percorso di aggiustamento di bilancio dell'Italia e le riforme e gli investimenti previsti per i prossimi anni.

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Approvato dal Consiglio dei Ministri il 27 settembre, dopo un primo passaggio in CdM il 17 settembre, il Piano strutturale di bilancio di medio termine è chiamato a definire la traiettoria della spesa netta aggregata, cioè la spesa non finanziata da nuove entrate o risorse europee senza contare gli interessi passivi sul debito e gli effetti ciclici di particolari tipologie di spesa, che è il nuovo indicatore univoco sottoposto alla sorveglianza della Commissione nell'ambito del Patto di stabilità riformato.

Nell’orizzonte temporale di sette anni considerato dal Piano, spiega una nota del Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF), il tasso di crescita della spesa media annua si attesterà su un valore medio prossimo all’1,5 per cento, per arrivare sotto alla soglia del 3% del rapporto deficit/PIL già dal 2026 e porre le condizioni per l’uscita dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo avviata dalla Commissione europea nei confronti dell'Italia.

Cosa prevede il PSB

L'aggiornamento del Piano strutturale di bilancio di medio termine fa seguito alla revisione delle stime annuali dei conti nazionali del periodo 1995-2023 che l'Istat ha rilasciato il 23 settembre, certificando il miglioramento dei conti pubblici italiani: rapporto deficit/Pil nel 2023 al 7,2% (anziché al 7,4% della stima di aprile), rapporto debito/Pil al 134,6% (contro il 137,3% stimato dall'Istituto ad aprile) e un incremento del Pil nominale di circa 100 miliardi di euro nell'ultimo triennio (+21 miliardi nel 2021, +34 miliardi nel 2022 e +43 miliardi nel 2023), ma con un calo della crescita da + 0,9 a +0,7%.

Numeri che non cambiano il quadro generale per il ministro Giancarlo Giorgetti, che non vuole sentir parlare di "tesoretti" e conferma la linea della prudenza. Nel dettaglio, i tassi di crescita della spesa primaria netta previsti sono: 1,3% nel 2025, 1,6% nel 2026, 1,9% nel 2027, 1,7% nel 2028, 1,5% nel 2029, 1,1% nel 2030 e 1,2% nel 2031. L'obiettivo è ridurre il rapporto deficit/Pil al 3,3% nel 2025 e al 2,8% nel 2026, il che consentirebbe di uscire dalla procedura per deficit eccessivo. Il debito invece continuerà a crescere nei prossimi anni, per effetto del Superbonus, per iniziare solo dal 2027 un percorso di discesa, in linea con le nuove regole che prevedono che si riduca, in media, di un punto percentuale di PIL successivamente all’uscita dalla procedura per deficit eccessivo.

Dentro questa cornice i margini di azione per il Governo sono ristrettissimi. Il Piano, i cui principali contenuti sono stati anticipati da Giorgetti negli incontri dei giorni scorsi con le parti sociali, punterà principalmente a confermare le misure considerate prioritarie dall'Esecutivo, anzitutto il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori a basso e medio reddito e la riforma delle aliquote IRPEF, con tre scaglioni anziché quattro. I quattro scaglioni continueranno però ad applicarsi alle addizionali Irpef per evitare una contrazione del gettito per gli Enti locali. C'è poi l'impegno a tenere la spesa per la sanità sopra all’1,5% in rapporto al Pil - ma "questo significa che altre spese devono essere più basse", ha avvertito Giorgetti - , mentre sui contratti di lavoro pubblico il ministro ha confermato l’intenzione di "recuperare i valori dell’inflazione, ovvero circa il 2% annuo".

Nel PSB rientrano anche gli impegni sulle riforme che l'Italia si impegna a realizzare, condizione per l'allungamento del periodo di aggiustamento da 4 a 7 anni. Rispetto a quelle legate al PNRR, negli incontri dei giorni scorsi Giorgetti ha ricordato le quattro aree di intervento chiave: Giustizia, con sforzi per digitalizzazione e diminuzione tempi dei processi; PA, che verte su efficientamento spesa e risorse umane, oltre che, anche in questo caso, digitalizzazione; Ambiente imprenditoriale, attorno agli assi della concorrenza, della risposta alle nuove sfide e tendenze, della transizione green; Ammodernamento dell'apparato fiscale, dando nuova spinta alla lotta all’evasione e elusione fiscale.

Il PSB è stato trasmesso al Parlamento il 28 settembre. L'esame dovrebbe concludersi entro l’8 ottobre, mentre il 15 ottobre è previsto l'avvio dell'iter del Documento programmatico di bilancio.

Consulta il testo del Piano Strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029