Piano strutturale di bilancio: le riforme per l’estensione a 7 anni

Foto di Artem PodrezAl Parlamento è arrivata l’appendice VI al Piano Strutturale di Bilancio (PSB) di Medio Termine che contiene le riforme e gli investimenti che l’Italia si impegna a realizzare per avere più tempo per risanare i conti pubblici. Tra le riforme per lo sviluppo economico si segnalano la razionalizzazione degli incentivi alle imprese e una legge quadro sulle PMI, oltre all’impegno ad aumentare la spesa pubblica in ricerca e sviluppo.

Verso la manovra: quali incentivi alle imprese nella legge di Bilancio 2025

A parlare di PSB è stato di nuovo il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso della conferenza stampa sulla Manovra 2025 durante la quale, oltre ad illustrare i principali provvedimenti della nuova legge di bilancio, ha anche sottolineato un passaggio poco coperto dai media: la definizione, il 15 ottobre, dell’accordo con la Commissione europea per quanto riguarda i contenuti del Piano strutturale di bilancio che consentono l’estensione della traiettoria da 5 a 7 anni.

Tali impegni sono messi nero su bianco nell'Appendice IV al PSB, un documento di meno di 30 pagine composto per lo più da tabelle, che il Governo ha trasmesso al Parlamento. La parola definitiva sul PSB spetterà a Bruxelles che, dal momento del suo ricevimento, ha sei settimane di tempo per pronunciarsi sul Piano.

Che cos’è il Piano strutturale di bilancio e cosa prevede 

Approvato dal Consiglio dei Ministri il 27 settembre, dopo un primo passaggio in CdM il 17 settembre, e confermato in Parlamento con il voto del 9 ottobre, il Piano strutturale di bilancio di medio termine è chiamato a definire la traiettoria della spesa netta aggregata, cioè la spesa non finanziata da nuove entrate o risorse europee senza contare gli interessi passivi sul debito e gli effetti ciclici di particolari tipologie di spesa, che è il nuovo indicatore univoco sottoposto alla sorveglianza della Commissione nell'ambito del Patto di stabilità riformato.

Di fatto si tratta del documento che racchiude gli impegni del governo per mettere a posto i conti pubblici nei prossimi cinque anni, indicando come si intenda gestire l’andamento del debito pubblico. "Il Piano - ha infatti spiegato Giorgetti durante l’audizione dell’8 ottobre - delinea un quadro di finanza pubblica che porta ad una stabile riduzione dello stock del debito pubblico”, una “necessità ineludibile” e che, nelle battute finali della sua audizione, il ministro ha sottolineato chiaramente. L'obiettivo strategico e finale della Manovra è, infatti, quello di abbattere “la spesa più odiosa che ci sia, quella per gli interessi sul debito”, che sottrae soldi per investimenti e servizi, ha sottolineato Giorgetti.

Un documento cruciale per le politiche di ciascun governo europeo, e ancora più strategico per un paese altamente indebitato come l’Italia, nei confronti del quale a giugno Bruxelles ha avviato la procedura di infrazione per per disavanzo eccessivo

Come già accennato, si tratta di una novità assoluta. Il 2024 è infatti il primo anno di adozione del PSB che, di fatto, è andato a sostituire la NADEF (Nota di aggiornamento del DEF), rispetto alla quale però è, da un lato, meno dettagliato (come sottolineato anche dall'Ufficio parlamentare di bilancio) e, dall’altro, più rilevante, perché la programmazione economica del PSB va a coprire l’arco temporale dell'intera legislatura, che per l’Italia è pari a cinque anni.

Come già accennato, Bruxelles permette agli Stati di allungare il periodo di risanamento dei conti da cinque a sette anni, nel caso in cui nei rispettivi PSB siano inserite anche una serie di riforme e investimenti fondamentali per lo sviluppo del paese.

Le riforme e gli investimenti del PSB per allungare il periodo di correzione dei conti a sette anni

E’ quanto ha deciso di fare, ovviamente, anche l’Italia, indicando nell’appendice IV al PSB l'elenco delle riforme e degli investimenti che il nostro Paese si impegna ad attuare da qui al 2029.

Gli ambiti di riforma e gli investimenti prospettati dal Governo riguardano la giustizia, la pubblica amministrazione (nuove competenze e programmazione della spesa), il sistema fiscale e l’ambiente imprenditoriale.

“Ciascuna linea di azione è collegata alla misura del PNRR o dell’Accordo di Partenariato della Politica di Coesione europea dell’Italia, con cui si pone in continuità o complementarità, a una o più Raccomandazioni Specifiche del Consiglio UE a cui mira a rispondere e ad una o più priorità comuni UE a cui afferisce”, si legge nel documento. 

“Inoltre, per ciascuna linea di azione è indicato l’obiettivo da raggiungere e uno o più indicatori che permetteranno di monitorarne il conseguimento negli anni futuri. In alcuni ambiti, saranno specificati eventuali impegni riguardo l’attuazione di interventi di riforma o investimenti intermedi e funzionali alla realizzazione dell’obiettivo finale. Per ciascuno di essi sarà riportato il periodo per cui è previsto il completamento, sempre al fine di facilitare un monitoraggio della sua attuazione”.

Per quanto concerne il tema “ambiente imprenditoriale”, il Piano prevede cinque linee d’azione:

  • Leggi annuali sulla concorrenza;
  • Ricerca e sviluppo;
  • Incentivi alle imprese;
  • Concorrenza;
  • Riforma delle PMI.

Partendo da quest’ultima, il governo ha previsto l’adozione di una legge quadro sulle PMI a cadenza annuale, con l'obiettivo di aumentare la competitività delle piccole e medie imprese, agevolandone la crescita dimensionale e favorendo il passaggio generazionale, l’orientamento agli investimenti e il matching delle competenze. La sua entrata in vigore è prevista per gli ultimi mesi del 2026, mentre per quanto concerne i suoi strumenti attuativi e gli aggiornamenti annuali, essi sono attesi per la fine del 2027 e del 2028.

A migliorare l'ambiente imprenditoriale dovrebbe contribuire anche il proseguimento dell'opera di riforma degli incentivi alle imprese prevista dal PNRR (M1C2-R3), riducendo drasticamente il numero delle misure di incentivazione e delle autorità concedenti, sulla base dei risultati di una valutazione di impatto prevista nel corso del 2025. L’operazione dovrebbe essere completata entro il secondo trimestre del 2028.

Per quanto riguarda il tema “ricerca e sviluppo", invece, l’impegno del Governo è di aumentare la spesa pubblica in R&S, portandone l'incidenza in rapporto al PIL dallo 0,5% del 2024 allo 0,6% nel 2029.

Oltre alle misure che rappresentano condizionalità per l’estensione a sette anni del Piano di aggiustamento dei conti pubblici, l’appendice IV al PSB contiene anche un elenco di “altre riforme e investimenti strategici che, per quanto non abilitanti all’estensione del periodo di consolidamento del PSB, sono altresì strategici per lo sviluppo economico e sociale del Paese”. Tra queste si segnalano, solo per citarne alcune: il potenziamento dei mercati dei capitali a sostegno del finanziamento delle imprese; la riforma del sistema della proprietà industriale; gli strumenti a supporto dell’abilitazione industriale delle tecnologie emergenti e del trasferimento tecnologico; l'internazionalizzazione delle imprese; il rafforzamento delle ZES; un Fondo per la realizzazione di un sistema integrato di infrastrutture di ricerca e innovazione.

Consulta il testo del Piano Strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029

Consulta l'Appendice IV al PSB

Consulta l'audizione dell'UPB nell’ambito dell’esame del PSB 2025-29

Foto di Artem Podrez