In CdM il Piano strutturale di bilancio di medio termine

Giorgetti - Photo credit: Palazzo ChigiIl Consiglio dei Ministri ha discusso lo schema del Piano strutturale di bilancio di medio termine (PSB), il documento con il quale, in base alla riforma del Patto di stabilità e crescita, il Governo è chiamato a dettagliare il percorso di aggiustamento di bilancio dell'Italia e le riforme e gli investimenti previsti per i prossimi anni.

Verso la manovra: quali incentivi alle imprese nella legge di Bilancio 2025

Il confronto in CdM ha riguardato una bozza provvisoria del Piano strutturale di bilancio di medio termine, in attesa della revisione delle stime annuali dei conti nazionali del periodo 1995-2023, che l'Istat comunicherà il 23 settembre. 

Si conferma così lo slittamento rispetto alla scadenza del 20 settembre, quando in base al regime transitorio concordato con Bruxelles (in futuro la deadline sarà il 30 aprile) il Governo avrebbe dovuto presentare il PSB a Bruxelles. Analogamente sembra destinata a slittare, rispetto alla data limite del 15 ottobre, la presentazione del Documento programmatico di Bilancio (DPB) che, coerentemente con il percorso di spesa netta indicato nel Medium term fiscal-structural plan, dovrà indicare le linee principali della legge di Bilancio 2025.

In assenza dei numeri definitivi, intanto, il Consiglio dei Ministri ha discusso l'ossatura del Piano, chiamato a definire la traiettoria della spesa netta aggregata, cioé la spesa non finanziata da nuove entrate o risorse europee senza contare gli interessi passivi sul debito e gli effetti ciclici di particolari tipologie di spesa, che è il nuovo indicatore univoco sottoposto alla sorveglianza della Commissione nell'ambito del Patto di stabilità riformato. “Nell’orizzonte temporale considerato dal Piano - si legge in una nota del Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) - il tasso di crescita della spesa netta si attesterà su un valore medio prossimo all’1,5 per cento”.

"Il Governo - prosegue la nota - continua a portare avanti una politica fiscale prudente e responsabile, proponendo un percorso di rientro dal disavanzo eccessivo realisticamente più ambizioso di quello prefigurato dalla Commissione europea attraverso la traiettoria tecnica, impegnandosi a scendere sotto la soglia del 3% del rapporto deficit/PIL già nel 2026. Dopo il 2026, il percorso proposto consentirà di garantire la stabilità del debito pubblico italiano e permettere alla finanza pubblica di affrontare con maggiore efficacia le sfide future".

Nel Piano strutturale di bilancio il Governo è chiamato a indicare anche le riforme e gli investimenti che l'Italia si impegna a realizzare, condizione per l'allungamento del periodo di aggiustamento da 4 a 7 anni.