Cosa ha detto Fitto nell'audizione al Parlamento UE. Ancora attesa per il via libera

Raffaele Fitto - Photo credit: GovernoIl ministro italiano, esponente di Fratelli d'Italia, Raffaele Fitto, ha affrontato il 12 novembre l'esame in commissione Sviluppo regionale del Parlamento europeo per il ruolo di vicepresidente esecutivo con delega alla Coesione e alle Riforme, con supervisione sui commissari responsabili per Turismo e Trasporti (Apostolos Tzitzikostas), Agricoltura e Alimentazione (Christophe Hansen), Pesca e Oceani (Costas Kadis). Le valutazioni del Parlamento si chiuderanno il 21 novembre, mentre il voto dell'Aula è previsto nella plenaria del 25-28 novembre a Strasburgo.

Coesione e PNRR, ma anche agricoltura e pesca: le responsabilità di Fitto commissario

Rivendicando la sua esperienza in materia di politica di coesione, come presidente della Regione Puglia, come europarlamentare della commissione REGI del Parlamento europeo e da ultimo come ministro degli affari europei, del sud, delle politiche di coesione e del PNRR del governo Meloni, Raffaele Fitto ha risposto alle domande dei parlamentari europei, chiarendo la sua volontà di difendere i principi base della politica di coesione, cioé l'approccio basato sul luogo, la governance a più livelli e il partenariato, pur nella necessità di vagliare diverse opzioni per la sua riforma, anche sulla scorta dell'esperienza dei PNRR.

Fitto si è impegnato a lavorare per una politica di coesione rafforzata e modernizzata, in partenariato con le autorità nazionali, regionali e locali, rendendola più semplice e flessibile, coerente con le priorità strategiche dell'Unione e capace di rispondere alle nuove sfide, dalla resilienza ai cambiamenti climatici alla crisi demografica, passando per l'allargamento dell'UE a nuovi paesi.

Un lavoro che il commissario designato si è impegnato a portare avanti, già in occasione della revisione di medio termine dei programmi 2021-27 e poi rispetto al prossimo Quadro finanziario pluriennale 2028-2034 e alle proposte legislative per il futuro della coesione, attraverso “un dialogo costante e proficuo” con il Parlamento europeo e in particolare con la commissione Sviluppo regionale del Parlamento, la REGI. Commissione che però non si è accontentata delle rassicurazioni fornite da Fitto nelle sue risposte scritte, dove si è definito “un convinto sostenitore del progetto europeo”.

Diversi membri del PE hanno denunciato la contraddizione tra il ruolo di vicepresidente esecutivo della Commissione e la sua appartenenza al gruppo ECR, che non ha sostenuto il secondo mandato della presidente Ursula von der Leyen, ma anche i voti che nella sua carriera politica lo hanno visto esprimersi, in veste di europarlamentare, contro l'applicazione dell'articolo 7 del Trattato sul rispetto dello stato di diritto alla Polonia.

Non sono qui per rappresentare uno stato membro o un partito politico, sono qui per affermare il mio impegno per l'Europa, se confermato agirò sempre solo nell'interesse della nostra Unione e dei nostri cittadini”, ha replicato Fitto dichiarando una netta discontinuità tra le sue precedenti vesti e il ruolo di vicepresidente esecutivo della Commissione. Se da parlamentare si rappresenta una parte politica e come ministro si rappresenta un paese, come commissario si rappresenta l'Unione, ha dichiarato Fitto, dicendosi pronto a difendere tutti i valori della Commissione, compreso lo stato di diritto.

Ma gli eurodeputati hanno mosso critiche anche sulla base dei ritardi del PNRR e della centralizzazione della politica di coesione italiana. Critiche che Fitto ha respinto rivendicando l'avanzamento del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che sulla base della performance sta ottenendo lo sblocco dei pagamenti europei, e difendendo la riforma della coesione, inserita nella modifica del PNRR italiano. La riforma è stata condivisa con gli enti locali e approvata in Conferenza stato-regioni, ha detto Fitto. “Non centralizza la politica, ma valorizza il ruolo delle regioni”, ha aggiunto.

Cosa ha detto Fitto in audizione al Parlamento europeo sul futuro della politica di coesione

“La coesione è al cuore dell'integrazione europea, deve svolgere un ruolo essenziale per il progresso economico e sociale e per la riduzione delle disparità tra le regioni europee”, ha esordito Fitto, sottolineando che l'aver assegnato per la prima volta a un vicepresidente esecutivo l'incarico di responsabile per la coesione e le riforme, insieme al coordinamento dei settori agricoltura, pesca, turismo e trasporti, mostra quanto la coesione sarà importante nei prossimi anni.

Nel suo intervento di apertura, e poi nel botta e risposta con gli eurodeputati, Fitto ha elencato le direttrici della riforma e le principali priorità che a suo avviso la futura politica di coesione dovrà affrontare. La riforma per il settennato 2028-2034 dovrà accelerare l'attuazione della politica di coesione, introdurre semplificazioni per ridurre gli oneri amministrativi e migliorare il tasso di assorbimento dei fondi, aumentare la flessibilità e l'aderenza ai bisogni dei territori e al contempo assicurazione una valutazione rigida per garantire trasparenza e accountability. La sfida sarà coniugare visione di lungo respiro e prevedibilità, da una parte, e flessibilità e capacità di reagire tempestivamente a esigenze impreviste, dall'altra, come accaduto frequentamente negli ultimi anni, dall'esplosione della pandemia in poi.

Il commissario designato si è espresso anche contro un ridimensionamento del budget dei fondi strutturali europei. “La coesione corrisponde a circa un terzo del bilancio pluriennale e deve restare centrale, va finanziata adeguatamente, va meglio allineata alle priorità dell'Unione, conservando i suoi principi essenziali e la sua impostazione locale”, ha dichiarato Fitto, impegnandosi a difendere il principio della gestione concorrente e a lavorare per rafforzare anche la dimensione delle città. Ha glissato, invece, sulla domanda relativa all'ipotesi di assorbire la programmazione della politica di coesione all'interno di un unico Piano nazionale per ciascuno stato membro, prospettiva presente nella lettera di missione del commissario designato al Bilancio UE, Piotr Serafin. Nella sua audizione al PE lo stesso Serafin è intervenuto sul tema, dichiarando che pur ispirandosi al metodo del PNRR, il Piano eviterà la gestione centralizzata, includendo nella pianificazione le regioni, ma non ha fornito ulteriori indicazioni sulla natura di questo coinvolgimento.

Per approfondire: Bilancio UE: verso una centralizzazione dei fondi europei per Coesione e PAC

Quanto alle priorità politiche, ferma restando la necessità di una politica basata sui luoghi, Fitto ha citato tra le sfide più urgenti:

  • lo sviluppo demografico,
  • il contrasto allo spopolamento delle aree interne, insulari e ultraperiferiche,
  • l'adattamento e la resilienza ai cambiamenti climatici,
  • le politiche per le città, con particolare attenzione ai temi degli alloggi e della mobilità,
  • il sostegno ai cittadini che vivono alle frontiere orientali e che hanno subito gli effetti dell'aggressione russa all'Ucraina,
  • il supporto ai paesi dell'allargamento, anche rafforzando i programmi Interreg di cooperazione territoriale europea,
  • il perseguimento delle linee guida della presidente von der Leyen in materia di Green Deal.

Altri temi chiave dei possimi 5 anni saranno il rilancio della competitività e il rafforzamento della capacità di difesa, ma anche un maggiore collegamento tra riforme e investimenti, già sperimentato nei PNRR. La valutazione di metà periodo del Recovery and Resilience Facility (RRF) mostra che i Piani di ripresa e resilienza stanno sostenendo efficacemente le priorità dell'Unione, ma anche che il coinvolgimento dei livelli regionale e locale può essere migliorato, ha detto il ministro italiano, ribadendo l'impegno a lavorare per consentire agli Stati membri di completare investimenti e riforme dei PNRR entro il 2026.

Convergenze tra coesione e politiche per trasporti, agricoltura e pesca

Nell'ultima parte della sua audizione Fitto ha risposto anche alle domande dei membri delle altre commissioni interessate dalla sua vicepresidenza. In materia di trasporti, ad esempio, il commissario designato ha sottolineato l'importanza del sostegno della coesione agli investimenti per l'infrastrutturazione delle aree interne e rurali e il valore della raccomandazione che la commissione Trasporti del PE sta già predisponendo sulla lotta alla povertà nei trasporti.

Alla domanda della commissione Agricoltura sugli squilibri nella distribuzione dei fondi FESR tra città e zone rurali, Fitto ha assicurato la convergenza tra politica di coesione e PAC per lo sviluppo sostenibile delle aree rurali, il contrasto allo spopolamento, la promozione dell'occupazione e il protagonismo dei giovani. Il tema del ricambio generazionale è stato posto anche in relazione alla pesca, per cui ha condiviso la necessità di maggiori sforzi per promuovere l'occupazione dei giovani nel settore.

Quanto all'eredità dei PNRR, rispondendo a una domanda della commissione Bilancio sulla dimensione regionale non sempre sufficientemente forte dei Piani nazionali di ripresa e resilienza, Fitto si è detto a favore di un intervento per rafforzare il coinvolgimento delle regioni, sia in fase di conclusione del RRF che nella politica di coesione e nei piani strutturali di bilancio.

Quando si vota su Fitto vicepresidente Commissione UE

Completato l'esame, sulla base delle risposte alle domande scritte e dell'audizione pubblica, le commissioni parlamentari competenti valutano i commissari approvandone l'idoneità in presenza di una maggioranza di due terzi. All'audizione hanno potuto partecipare anche gli europarlamentari delle commissioni Agricoltura, Pesca, Trasporti, Bilancio e Lavoro, ma il diritto di voto spetta solo ai membri della REGI, in particolare al presidente della commissione e ai coordinatori dei gruppi politici.

In base a quanto comunicato con una nota dal Parlamento europeo, la Conferenza dei presidenti, formata dalla presidente del PE Roberta Metsola e dai presidenti dei gruppi politici, effettuerà la sua valutazione finale e dichiarerà chiuse le audizioni il 21 novembre. Solo a quel punto, le lettere di valutazione saranno pubblicate. Si conferma quindi la volontà del PE di procedere con una logica di pacchetto su tutti e sei i vicepresidenti: oltre a Raffaele Fitto, sono Stéphane Séjourné, vicepresidente esecutivo per la prosperità e la strategia industriale e responsabile del portafoglio Industria, PMI e Mercato unico; Roxana Mînzatu, vicepresidente esecutiva con delega per le persone, le competenze e la preparazione; Teresa Ribera, vicepresidente esecutiva per una transizione pulita, giusta e competitiva e responsabile della politica sulla concorrenza; Henna Virkkunen, vicepresidente esecutiva per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia e responsabile del portafoglio sulle tecnologie digitali e di frontiera; Kaja Kallas, vicepresidente esecutiva e Alta rappresentante.

L'ultima parola, su Fitto come sugli altri commissari, spetta però alla plenaria del Parlamento europeo, che dovrà approvare a maggioranza semplice, per appello nominale, l'intero collegio. Il voto finale è previsto durante la sessione plenaria del 25-28 novembre a Strasburgo.

Per approfondire: I commissari europei del von der Leyen bis

Leggi le risposte di Raffaele Fitto alle domande del Parlamento Europeo