Parigi e Berlino vogliono togliere il voto ai paesi con deficit eccessivo
Una buona governance europea implica l'armonizzazione delle politiche fiscali. Ad affermarlo due superpotenze europee come Francia e Germania che oggi, a Parigi, hanno suggellato la loro posizione comune in occasione della partecipazione del titolare delle finanze tedesche, Wolfgang Schäuble, al consiglio dei ministri presso l'Eliseo. Allo stesso modo, nel marzo 2010, la sua omologa Christine Lagarde aveva partecipato alla riunione di governo in Willy-Brandt-Straße.
"L'obiettivo è che i nostri governi possano prendere delle misure congiunto verso una necessaria convergenza fiscale, sia per le imprese che dei cittadini. La convergenza dei nostri sistemi fiscali è un elemento essenziale per l'integrazione economica e per l'attuazione di un vero mercato comune europeo" ha dichiarato il presidente francese, Nicolas Sarkozy. Primo passo verso la convergenza è un'analisi approfondita dei due sistemi, che verrà realizzata dalla corte dei conti francese e dall'organismo equivalente al di là del Reno.
Questa comunione di intenti fa pensare ad una volontà dell'Eliseo di abbracciare il modello tedesco. I motivi sono tanti: ad esempio il fatto che la Germania rappresenti il primo partner commerciale per la Francia.
Secondo i dati diffusi oggi dell'Eliseo il peso fiscale sull'economia è pari al 42,8% del Pil in Francia e al 39,5% in Germania, ma le cifre globali celano alcune, sostanziali, differenze. La ripartizione, infatti, è molto diversa, in quanto in Germania sono presenti meno imposte dirette e Iva maggiore.
La notizia del giorno però è la presa di posizione comune in materia di gestione del deficit. Parigi e Berlino auspicano sanzioni politiche come la sospensione del diritto di voto in caso di sforamento eccessivo e ripetuto del limite di deficiti previsto dal patto di stabilità. Questo meccanismo - secondo i due paesi - dovrebbe essere incluso nella futura revisione de trattato di Maastricht.
In attesa di una nuova legislazione in tal senso, l'alternativa lanciata dai due paesi potrebbe, senza costrizioni guiridiche, prendere la forma di un accordo politico che permetta agli stati membri della zona euro di escludere dal voto quesi paesi che avrebbero infranto le regole in materia di deficit. La proposta è stata già notificata al presidente dell'Unione Europea, Herman Van Rompuy.