PNRR, flat tax e spesa pubblica nelle raccomandazioni di Bruxelles all'Italia
All'accelerazione sul PNRR e al taglio degli aiuti contro il caro energia devono accompagnarsi riforme strutturali per la competitività e per la sostenibilità delle finanze pubbliche. A cominciare dalla riforma fiscale, che Bruxelles declina in direzione opposta ai progetti del Governo. Cosa dicono le raccomandazioni all'Italia della Commissione europea, nell'ambito pacchetto di primavera del Semestre europeo 2023.
Cosa prevede la proposta di riforma del Patto di Stabilità UE
Comune alle relazioni paese della Commissione è il richiamo ai 27 a combinare le misure per l'equilibrio delle finanze pubbliche con quelle per la crescita e la doppia transizione verde e digitale, e ad attuare pienamente i PNRR, motore di “un'economia dell'UE solida e adeguata alle esigenze future”, si legge nella nota che accompagna il Pacchetto di primavera del Semestre europeo 2023. Le raccomandazioni specifiche per paese su come affrontare queste sfide sono però molto diverse tra loro e in particolare quelle sulla politica di bilancio risentono delle diverse condizioni con cui gli Stati membri si troveranno ad affrontare la fine della clausola di salvaguardia generale e il ritorno del Patto di stabilità e crescita, per quanto presumibilmente riformato, dal 2024.
Le raccomandazioni all'Italia nel Pacchetto di primavera 2023
Gli Stati membri che hanno raggiunto il loro obiettivo di bilancio a medio termine nell'ambito del Patto di stabilità e crescita sono infatti semplicemente invitati a mantenere una posizione di bilancio solida nel 2024, mentre tutti gli altri devono garantire una politica di bilancio prudente, limitando l'aumento nominale della spesa primaria netta finanziata a livello nazionale.
In particolare, per 16 Stati membri - Belgio, Bulgaria, Cechia, Germania, Estonia, Spagna, Francia, Italia, Lettonia, Ungheria, Malta, Austria, Polonia, Slovenia, Slovacchia e Finlandia - la Commissione ha preparato una relazione per valutare la conformità degli Stati membri ai criteri del disavanzo e del debito previsti dal trattato. Di questi 14 - tra cui l'Italia, ma anche Belgio, Bulgaria, Cechia, Germania, Estonia, Spagna, Francia, Lettonia, Ungheria, Malta, Polonia, Slovenia e Slovacchia - non soddisfano il criterio del disavanzo. E tre - di nuovo Italia e Francia, questa volta con la Finlandia - non soddisfano neanche il criterio del debito.
Come noto, la Commissione non avvierà procedure per i disavanzi eccessivi quest'anno, ma potrà farlo nella primavera del 2024 sulla base dei dati di consuntivo per il 2023. Per l'Italia, che presenta squilibri eccessivi, ma la cui vulnerabilità sembra diminuire, Bruxelles raccomanda una politica fiscale prudente, limitando l’aumento nominale della spesa primaria netta a livello nazionale nel 2024 a non oltre l’1,3% ed eliminando gli aiuti contro il caro energia introdotti a seguito dello scoppio della guerra in Ucraina, così da dirottare le risorse risparmiate sulla riduzione del deficit pubblico. Le spese straordinarie sostenute alle luce delle alluvioni in Emilia-Romagna e nelle Marche, invece, saranno considerate “in linea di principio una misura una tantum e temporanea”.
Decisivo è poi l'utilizzo dei fondi europei per assicurare un flusso costante di risorse a sostegno degli investimenti per le transizioni verde e digitale, accelerando l'attuazione di PNRR e Politica di Coesione. Sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, in particolare, c'è la raccomandazione non solo a velocizzare l'implementazione, ma anche a presentare rapidamente la proposta di modifica del PNRR e il capitolo energetico REPowerEU.
Fronte riforme, invece, oltre ai richiami su rafforzamento della PA, semplificazione delle procedure, in particolare ai fini del processo di decarbonizzazione - dalle autorizzazioni per le energie rinnovabili alla diffusione delle stazioni di ricarica per i veicoli elettrici - a preoccupare Bruxelles è la riforma fiscale. Per la Commissione il sistema dovrebbe essere reso più efficiente aumentando la progressività, mentre il progetto di flat tax del Governo andrebbe a ridurre l'equità e a generare maggiore complessità e quindi inefficienza. Con ricadute, avverte la Commissione, anche sulla sostenibilità fiscale nel medio e lungo termine.
La Commissione torna anche su temi già più volte affrontati: la mancata applicazione della direttiva Bolkestein alle concessioni balneari, la necessità di allineare i valori catastali a quelli di mercato e di tagliare i sussidi ambientalmente dannosi.
Infine, tra le riforme bocciate c'è anche quella relativa all'autonomia differenziata: per Bruxelles mina “la capacità del governo di indirizzare la spesa pubblica" e rischia di generare ulteriori disparità nei livelli di accesso ai servizi essenziali.