Zone economiche speciali: via libera alle ZES Sicilia

Porto di Ortona - photo credit: maury3001Dopo l'ok dei giorni scorsi alla ZES Abruzzo, arriva anche il via libera all'istituzione delle due Zone economiche speciali della Sicilia. Previsti sgravi fiscali e semplificazioni amministrative per le imprese che investono nei territori della Sicilia Orientale e Occidentale.

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Si allunga la lista delle Zone economiche speciali, che - dopo quelle istituite in Calabria, Campania, nell'area Jonica, Adriatica e in Abruzzo - conta ora anche le ZES Sicilia Orientale e Sicilia Occidentale.

Istituite le ZES Sicilia

Le ZES per la Sicilia Orientale e per la Sicilia Occidentale comprendono aree portuali, retroportuali e aree di sviluppo industriale, per un totale di quasi 6 mila ettari.

L’obiettivo è quello di attrarre investimenti, in particolar modo nell’ambito dell’economia portuale, e di accompagnare la transizione ecologica degli insediamenti produttivi, attraverso l'accesso a semplificazioni amministrative e forti sgravi fiscali.

"Le ZES rappresentano una grande opportunità per lo sviluppo regionale. Serviranno a rendere la Sicilia non solo attraente e bellissima com’è, ma anche attrattiva, di capitali, attività, persone, lavoro, nuove imprese per lo sviluppo", ha dichiarato il ministro per il Sud e la Coesione Territoriale, Giuseppe Provenzano.

Non mancano i fondi a sostegno degli investimenti, ha proseguito il ministro, "a partire da quelli nazionali ed europei della Coesione già disponibili, che spero la Regione voglia riprogrammare per l’emergenza seguendo gli accordi che tutte le altre Regioni stanno sottoscrivendo con il mio Ministero". In più, ha aggiunto, bisogna attivare capacità progettuale per intercettare le risorse che arriveranno con il Recovery plan, nell'ambito dello strumento Next Generation EU proposto dalla Commissione europea per la ripresa dal Coronavirus.

L'ok alla ZES Abruzzo

La scorsa settimana il ministro Provenzano ha firmato invece il decreto istitutivo della Zona Economica Speciale (ZES) per la Regione Abruzzo. Un riconoscimento che faciliterà l'attrazione di investimenti nell'ambito dell’economia portuale, dalla logistica ai trasporti, passando per servizi e commercio.

“La ZES è una grande opportunità per lo sviluppo regionale, ma la differenza la farà la capacità di programmare strategicamente, ad esempio puntando sulla trasversalità, le risorse nazionali ed europee della Coesione già disponibili, e quelle che arriveranno ai territori con il Recovery plan”, ha dichiarato il ministro. “La sfida - ha aggiunto - è accelerare la spesa, recuperando i ritardi. Spendere bene e rapidamente per fronteggiare meglio la crisi e ripartire”.

La Zona economica speciale dell'Abruzzo comprende anzitutto le aree logistiche relative ai porti di Vasto ed Ortona e la zona industriale immediatamente retrostante, cioè la Valle del Sangro, oltre ai nodi logistici costituiti dall’aeroporto di Pescara, l’Interporto di Manoppello, il Centro Smistamento Merci della Marsica e gli Autoporti di San Salvo e di Roseto.

Cosa sono le ZES

Definite come aree territoriali, anche non adiacenti, con un nesso economico funzionale, le Zone economiche speciali devono comprendere almeno un'area portuale con le caratteristiche indicate dal Regolamento UE n. 1315 dell'11 dicembre 2013 e collegata alla rete transeuropea dei trasporti (TEN-T).

La possibilità di istituire le ZES è riservata alle otto Regioni italiane meno sviluppate e in transizione: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

La legge di conversione del decreto Mezzogiorno, che ha stanziato per le ZES 25 milioni di euro nel 2018, 31,25 milioni nel 2019 e 150,2 milioni nel 2020 a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione (FSC), ha destinato alle imprese già operative o che si insedieranno nelle Zone Economiche Speciali procedure amministrative semplificate, accesso alle infrastrutture e un credito d'imposta sugli investimenti effettuati entro il 31 dicembre 2020, nel limite massimo, per ciascun progetto, di 50 milioni di euro.

Con il decreto Crescita, invece, è stato previsto un “Piano grandi investimenti” per l'attrazione di nuove iniziative imprenditoriali e per l'ampliamento di quelle già esistenti nelle ZES, con una dotazione iniziale di 300 milioni di euro, sempre a valere sulle risorse del FSC. Attraverso il piano è possibile realizzare investimenti diretti, in forma di debito o di capitale di rischio, o sottoscrivere quote di fondi di investimento o fondi di fondi o di altri veicoli previsti dalla normativa europea.

Infine, il decreto Semplificazioni ha previsto la sospensione dell’IVA e dei dazi doganali per le merci stoccate nelle Zone Economiche Speciali, oltre a ridurre di un terzo i termini per alcuni procedimenti amministrativi (ambientali, autorizzazioni paesaggistiche, in materia edilizia, concessioni demaniali portuali) e a dimezzare i tempi per autorizzazioni, licenze, permessi o concessioni che richiedono pareri, intese, e concerti di competenza di più Amministrazioni.

> Per approfondire: Zone Economiche Speciali – ZES: nel decreto Crescita il Piano grandi investimenti