Tajani annuncia un piano per la nuova politica industriale europea

Antonio TajaniIl 2009 si conferma come l'annus horribilis delle pmi. In dodici mesi sono fallite 9 mila imprese italiane, il 23% in più rispetto al 2008. Ad affermarlo è una rilevazione effettuata da Cerved Group, secondo cui, tra ottobre e dicembre 2009 sono state aperte quasi 2.900 procedure fallimentari, il 15% in più rispetto allo stesso periodo del 2008, trimestre nel quale si era già registrato un aumento di fallimenti del 43% rispetto al 2007. Come spiega Cerved, Gruppo costituito nel 2009 dai fondi di private equity Bain Capital e Clessidra che opera nel campo della business information, dall'aprile del 2008 i fallimenti hanno iniziato una corsa che dura da sette trimestri consecutivi, con tassi di crescita a due cifre.
 
Sempre secondo le stime di Cerved Group, a soffrire è stato soprattutto il Nord del nostro Paese: con un incremento del 25% nell'ultima parte dell'anno, nei dodici mesi del 2009 le procedure sono cresciute nel Nord Ovest del 33%, nel Nord Est del 26%, nel Centro del 16%, nel Sud e nelle Isole del 16,3%.

Ad eccezione del Molise, in cui il numero di fallimenti del 2009 è inferiore rispetto a quelli del 2008 (-17%) e della Basilicata (+2%), l'incremento delle procedure ha fatto registrare ovunque tassi a due cifre con aumenti particolarmente elevati in Liguria (+48%), in Piemonte (+38%), nel Friuli (+36%), nelle Marche (+33%), in Emilia Romagna (+33%), e in Lombardia (+30%).

E' il Friuli la regione maggiormente colpita dai fallimenti, seguita dalla Lombardia e dall'Umbria. Le statistiche per dimensione di impresa confermano che i fallimenti toccano soprattutto aziende di piccola dimensione: il 75% delle società di capitale ha un attivo inferiore a 2 milioni di euro tre anni prima dell'insorgere della crisi.

Con un aumento del 33% dei fallimenti negli ultimi tre mesi del 2009, le costruzioni risultano il settore che conta il maggior incremento di procedure nel corso dei dodici mesi 2009 (+31%), seguite dall'industria (+26% tra 2009 e 2008), dalle attività finanziarie, immobiliari, di noleggio e informatica (+24%), trasporti e le comunicazioni (+18%).

Rispetto al numero di imprese registrate, è l'industria il settore più colpito.

Ed è in crescita anche il ricorso al concordato preventivo: secondo gli archivi di Cerved Group, nel 2009 le imprese italiane hanno presentato oltre 900 domande di concordato (+62% rispetto al 2008), con una crescita nel solo ultimo trimestre che come i fallimenti ha solo leggermente rallentato: +33% rispetto allo stesso periodo del 2008.

Una speranza arriva dal piano per una nuova politica industriale europea che l'esecutivo di Bruxelles si appresta a presentare con l'obiettivo di concludere l'ultima fase della crisi ed avviare una nuova fase di sviluppo e di crescita dell'occupazione.
Ad annunciarlo è stato il vicepresidente della Commissione Europea e titolare del portafoglio Industria ed Imprenditoria, Antonio Tajani, che ha illustrato il suo programma ai ministri Ue dell'industria riuniti a Bruxelles nell'ambito del Consiglio competitività.

Aiuto alle pmi, sviluppo della ricerca e dell'innovazione, sviluppo del settore spaziale e del turismo sono le priorità che Bruxelles si propone di perseguire nei prossimi anni, oltre ad un piano d'azione per lo sviluppo dell'auto elettrica che Tajani ha annunciato per la fine dell'anno.

"Il nostro impegno è innanzitutto quello di spingere il Parlamento Europeo e il Consiglio a fare in fretta nell'approvare tutte le norme dello Small Business Act", ha spiegato Tajani nel corso di una conferenza stampa congiunta col ministro spagnolo dell'industria, Miguel Sebastian, presidente di turno del Consiglio Ue sulla competitività.
 
Tajani ha inoltre insistito sul problema dell'acquisizione delle materie prime, che giudica fondamentale per la competitività futura dell'industria europea. Per questo, ha spiegato il commissario europeo  "Dovremo sempre più sviluppare le relazioni coi Paesi africani".
Ci sono poi due settori che, secondo il vicepresidente della Commissione Ue, “possono incidere enormemente" sulla ripresa dell'industria europea: "Quello dello spazio, coi progetti Galileo e Gprs, e il turismo". In particolare, il settore turistico - ha aggiunto  Tajani - può essere davvero un elemento di forza per la futura politica economica ed industriale europea, con tantissime pmi che potranno contribuire a creare nuovi posti di lavoro”.
Il vicepresidente si è era già espresso al riguardo nel corso della sua audizione all'Europarlamento come candidato per il Barroso bis.

(a cura di Alessandra Flora)