Il piano per il Sud punta a placare le polemiche
Le opere infrastrutturali finanziate sull’isola saranno circa 138. Sempre a Palazzo Chigi domani dovrebbe arrivare la modifica all’articolo 4 del decreto anticrisi, quello che istituisce commissari del governo per le centrali nucleari, tanto avversato dal Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo.
I buoi rientreranno nel recinto? Per il momento la querelle sulla “questione meridionale” non si placa. In primis quella con la Conferenza delle Regioni guidata dal governatore dell’Emilia-Romagna, Vasco Errani (Pd), preoccupata dall’ipotesi di finanziare il pacchetto Sud con le risorse destinate agli ammortizzatori sociali in deroga, già concordati a marzo: “Lo sblocco di 4 miliardi per la Sicilia è positivo, ma gli impegni presi dal governo riguardano tutte le regioni”. Critiche anche dal capogruppo del Partito Democratico al Senato, la siciliana Anna Finocchiaro: “Non c'é nessuna politica vera, nessuna strategia, nessun programma di lungo periodo che riguardi il mezzogiorno, nessun idea su come crescita e sviluppo del mezzogiorno possano e debbano essere indispensabili all'Italia perché possa uscire più competitiva dalla crisi”.
Si continua a parlare di un possibile partito del Sud, o di “un’appendice” meridionale del Pdl. Tra i contrari campeggia il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. “Il partito del Sud? Un pretesto. Non c’é alcuna contrapposizione tra Nord e Sud, a nessun livello” e “il Pdl è un partito coeso sia dal punto di vista culturale sia da quello politico”.
La parola “secessione” fa capolino per la prima volta nel dibattito politico. Un no deciso a questa alternativa arriva il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, che parla del “peggiore errore politico” che si possa commettere. Secondo Cicchitto “Il ministro Tremonti e la Lega devono avere la consapevolezza dell'esistenza di questi problemi. Il Carroccio, del resto, ha il nostro stesso interesse a non indebolire il governo. Non dimentichiamoci che davanti ai nostri alleati c'é la prospettiva storica di portare a compimento il federalismo fiscale, realizzato in primo luogo grazie alla stretta alleanza fra il Pdl e la Lega”. L’outing è evidente: “E’ necessario aprire una riflessione sul nostro partito – continua Cicchitto - C'é un problema del Pdl sia al Nord sia nel Mezzogiorno. Occorre affrontare i nodi politici e di non essere solo una fabbrica di organigrammi. Insieme agli organigrammi vanno elaborati i programmi. tempo di aprire una seconda fase nella costruzione del Pdl. sapendo che non esiste mai l'ordinaria amministrazione. L'esclusiva concentrazione su quote e organigrammi”.
Sempre sullo stesso tema il ministro degli Esteri, Franco Frattini, critica il collega di partito Gianfranco Micciché, che “ha esagerato i toni”, perché “non si mette il premier nella posizione di prendere o lasciare” e tende invece una mano a Raffaele Lombardo (Mpa) , l’altro grande protagonista della vicenda. A guidare la cabina di regia del sud, aggiunge Frattini, non sarà Micciché: “No, credo debba restare nelle mani di Berlusconi". Infine, boccia l'idea di un ministero per il Sud: “Vogliamo unire, non dividere. Un ministero per il Sud che significa, che gli altri ne sono la controparte? La scelta fra federalismo e secessione l'abbiamo fatta tanto tempo fa”.
Negativo il commento di Vera Lamonica, segretaria confederale Cgil, al piano del governo per il Sud: “Lo sblocco (solo in termini di competenza perché la Cassa non sarà disponibile fino a tutto il 2010) del Programma Operativo per il Fas della Sicilia è certamente un passo avanti per l'Isola, che s'inscrive, però, nella sola logica di risposta politica ai problemi della maggioranza di centro-destra che governa la Regione siciliana”.
(a cura di Alessandra Flora)