Fondo crescita sostenibile, 600 milioni di euro fermi da 2 anni
Il TAR sembra abbia annullato la gara indetta dal Ministero dello Sviluppo Economico per selezionare il raggruppamento bancario che deve gestire le agevolazioni del fondo nato nel 2012 sotto il governo Monti. L'apertura dello sportello, stimata per luglio, slitterà ancora.
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Il nuovo strumento costituisce la riforma del sistema degli incentivi alle imprese, accorpando e/o abolendo norme diverse, obsolete e non operative. Dopo 2 anni è stata impegnata solo una somma minimale per un bando molto specifico, EuroTransBio.
Già ho espresso in più di una occasione le mie riserve su questa riforma, ma il punto cruciale da evidenziare è la consueta lentezza di attivazione degli interventi.
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato il primo bando a valere sul Fondo crescita sostenibile nel settembre 2013 (con risorse per 300milioni di euro), ha indetto poi la gara per selezionare le banche che si sarebbero dovute occupare delle istruttorie e di erogare i finanziamenti, decidendo di non avvalersi della sua società in-house Invitalia.
La gara è stata aggiudicata ma, come sempre - ormai e purtroppo - avviene in Italia, il raggruppamento perdente ha fatto ricorso al Tar che nei giorni scorsi sembra abbia annullato completamente la procedura.
Nulla è ancora stato comunicato in via ufficiale, ma il risultato è che il ministero si trova - a due lunghi anni dalla creazione del fondo - a dover ancora procrastinare l'apertura dello sportello.
Per fare in fretta un'alternativa potrebbe essere quella di affidarsi nuovamente ad Invitalia, che in un primo momento non era stata considerata. Altrimenti bisognerà ricorrere al Consiglio di Stato, oppure indire una nuova gara. Ben che vada trascorrerà qualche altro mese e i fondi alle imprese non arriveranno che nel 2015.
L'Italia è rinomata per tenere ferma risorse finanziarie che potrebbero contribuire al rilancio dell'economia, basti ricordare le centinaia di milioni di euro assegnate al recupero di Pompei o ad opere infrastrutturali del porto di Napoli.
La riforma degli incentivi alle imprese non serve se non si riformano anche le procedure di gara (regole semplici e chiare) e la giustizia, cominciando almeno da quella amministrativa, mettendola in grado di decidere in tempi brevi e riducendo i casi in cui è possibile appellarsi.
La UE nella programmazione finanziaria 2014-2020 obbliga stati e regioni ad indicare obiettivi concreti e misurabili per valutare l'impiego efficace delle risorse. Se nel nostro paese il sistema giuridico-normativo non consente di impiegarle tutti gli sforzi programmatici saranno inutili.
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