Partite Iva: verso modifica regime forfetario
Tra le ipotesi, l'aumento delle soglie di fatturato e il taglio dell'aliquota
Il Governo sta lavorando a una modifica del regime forfetario per le imprese individuali e i lavoratori autonomi introdotto dalla legge di stabilità 2015 e definito dallo stesso premier Matteo Renzi “un clamoroso autogol”.
Aliquota forfetaria del 15%, nuovi limiti di fatturato che variano in base alle attività - 15mila euro all'anno per professionisti e autonomi, 40mila euro annui per commercianti, ristoranti e hotel - e un nuovo metodo di calcolo dell’imponibile, basato su coefficienti. Queste le principali caratteristiche del regime forfetario che da quest'anno sostituisce il regime dei minimi previsto dal decreto-legge n. 98-2011 (che prevede un tetto per i ricavi pari a 30mila euro e un'aliquota sostitutiva al 5%) e il regime delle nuove iniziative produttive (con tetto pari a 30.987 euro e imposta sostitutiva al 10%).
Per professionisti e autonomi, che devono guadagnare la metà di quanto previsto dal vecchio regime dei minimi per accedere a una tassazione triplicata, un sistema penalizzante, ma anche una nuova beffa dopo l'aumento della contribuzione obbligatoria Inps da parte dei lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata, che ha raggiunto quest'anno una soglia prossima al 31% e raggiungerà il 33,72% entro il 2018.
“I 15 mila euro di fatturato lordo fissati come tetto massimo per poter accedere al nuovo regime dei minimi, la cui tassazione va comunque a triplicare, prevedono un reddito netto vicino alla soglia di povertà e non sono nemmeno sufficienti per potersi vedere riconosciuto un anno intero di anzianità contributiva”, spiega l'Associazione dei consulenti del terziario avanzato (ACTA). Quanto all'aumento dell'aliquota contributiva, la misura è da tempo nel mirino dell'Associazione che giovedì ha lanciato un tweet bombing con hashtag #refurtIVA per chiedere al Governo di bloccarlo.
Modifiche in arrivo
Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e il premier Renzi hanno già annunciato che la normativa verrà rivista, alla luce delle critiche ricevute e della fuga dal nuovo regime forfetario registrata dall'Osservatorio nazionale partite Iva prima dell'entrata in vigore della normativa. Nel mese di novembre sono state aperte 38.351 nuove partite Iva, con un aumento del 15,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, mentre le adesioni al regime fiscale di vantaggio sono aumentate dell'84% rispetto al novembre 2013.
Un emendamento di Scelta Civica al decreto Milleproroghe ha proposto di permettere alle nuove partite Iva di aderire al vecchio dei minimi per tutto il 2015, in attesa della riforma del nuovo regime che potrebbe prendere forma nei decreti attuativi della delega fiscale. Tra le ipotesi in discussione, l'aumento del tetto di ricavi per tutte le categorie che attualmente hanno soglie inferiori ai 30mila euro e la riduzione dell'aliquota dal 15% al 10%.
“L'aumento della soglia di fatturato sarebbe più rilevante - spiega la presidente di ACTA Anna Soru - perché il tetto di 15mila euro è davvero basso e includerebbe ben pochi freelance (tenuto conto che sotto una certa soglia è più conveniente il regime semplificato grazie alla no tax area)”.
Secondo Soru, però, più che con regimi agevolati, si dovrebbe procedere a “una revisione più ampia del sistema fiscale, che preveda l'equiparazione della no tax area a quella dei dipendenti e il riconoscimento di eventuali bonus da cui ora siamo esclusi (come quello degli 80 euro), la chiarificazione della questione IRAP, la revisione delle spese che possono essere portate in detrazione (possibilità di scaricare completamente spese per la formazione e legate a spostamenti) e meccanismi che rendano meno penalizzante la situazione di chi ha fatturati alterni”. Attualmente, sottolinea Anna Soru, “se uno ha un imponibile di 10mila, 30mila e 50mila, paga molte più imposte di chi ha un imponibile costante di 30mila”.
“Ci piacerebbe - conclude la presidente di ACTA - stipulare un nuovo patto fiscale che riduca l'imposizione a chi accetta di farsi radiografare dal fisco, di usare solo sistemi di pagamento tracciabili e ogni altra procedura che faciliti i controlli da parte dell'agenzia delle entrate”.
Links
Legge di stabilità 2015 - Legge n. 190-2014
Allegato 4 alla Legge di stabilità 2015