Bagnoli - OICE, professionisti italiani esclusi da bando Invitalia

Bando Bagnoli - Photo credit: mugley via Foter.com / CC BY-SACon un'attuazione impropria della normativa, la gara di Invitalia per la progettazione degli interventi di bonifica di Bagnoli esclude di fatto la partecipazione ai progettisti italiani. E’ la denuncia presentata all’ANAC dall’Associazione delle società di ingegneria e architettura OICE.

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La gara di Invitalia per Bagnoli

Il bando in oggetto è quello pubblicato da Invitalia a febbraio scorso, destinato alla progettazione definitiva degli interventi di bonifica e risanamento ambientale delle aree ex Ilva e ex Italsider, della colmata a mare e degli arenili "Nord" e "Sud" dell’Area di Bagnoli, dall’importo di 19.020.056,86 euro.  

Tra i requisiti per la partecipazione alla gara, in scadenza il prossimo 10 maggio,  è stata richiesta una copertura assicurativa contro i rischi professionali per 217 milioni di euro, cioè pari all’importo stimato dei lavori.

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Ricordiamo che, in base a quanto previsto dal Codice Appalti (D.lgs. 50/2016) e dalle Linee Guida n.1 dell'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) in materia di servizi di architettura e ingegneria, per accertare la capacità economico-finanziaria di un professionista che partecipa a un gara, la stazione appaltante può chiedere di dimostrare il fatturato globale per servizi di ingegneria e di architettura espletati nei migliori tre esercizi dell'ultimo quinquennio antecedente la pubblicazione del bando per un importo massimo pari al doppio dell'importo a base di gara

In alternativa al requisito del fatturato, la stazione può stabilire che tale capacità sia dimostrata da un adeguato livello di copertura assicurativa contro i rischi professionali, per un importo percentuale fissato in relazione al costo di costruzione dell'opera da progettare.

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La denuncia dell'OICE

Con un esposto inviato il 13 aprile all’ANAC, l'OICE, Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria, ha dunque criticato la scelta di Invitalia, che, di fatto, esclude la partecipazione dei professionisti italiani dalla gara.

"Abbiamo apprezzato, scrive il presidente dell'Associazione Gabriele Scicolone in una nota - che Invitalia abbia avviato nei mesi scorsi un confronto con le rappresentanze del nostro settore, così come abbiamo preso atto dello sforzo compiuto nel precisare che in caso di raggruppamento la polizza debba essere coperta per il 51% (108 milioni) dalla mandataria, ma qui il problema è generale, e lo abbiamo fatto presente da subito, perché con questa clausola si è applicata in maniera impropria e distorta la norma del Codice e la linea guida Anac n.1 rendendo impossibile alla totalità degli operatori italiani la partecipazione alla gara".

"Ci siamo mossi, aggiunge il Presidente dell'OICE, chiedendo all’Autorità un intervento incisivo e urgente sulla forte spinta di tutta la nostra base associativa, comprese le grandi aziende di settore, ma anche perché crediamo che l’interesse primario sia quello di evitare che la gara vada deserta e che si possano acquisire offerte da soggetti competenti, esperti ed affidabili, a partire dalle diverse organizzazioni tecnico-professionali che in Italia possono mettere a disposizione il loro know-how per questo importante e delicato intervento. Meglio sarebbe stato, a nostro avviso, optare per la richiesta di un fatturato".

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Photo credit: mugley via Foter.com / CC BY-SA