Legge Bilancio 2025: cosa cambia per i bonus edilizi

Foto di Ian Panelo da PexelsRistrutturazioni ed ecobonus: la Commissione Bilancio della Camera ha dato il via libera al ddl Bilancio ed entro la settimana è previsto il voto dell'Aula, che sarà seguito - probabilmente il 28 dicembre - dal passaggio al Senato. Nella Manovra è stato inserito il rinnovo per un altro anno del bonus ristrutturazioni al 50%, ma solo per la prima casa e solo per chi ne abbia il "reale godimento", escludendo nude proprietà e locazioni. Rimodulati l'ecobonus e il sismabonus, sempre con il doppio binario, cioè con un trattamento che favorisce i proprietari dell'abitazione principale. Tra conferme e smentite, ecco le novità.

Cosa prevede la Legge di bilancio 2025?

Nel 2025 il bonus ristrutturazioni continuerà a essere erogato con le stesse modalità del 2024 ma solo per le prime case. Previsto quindi il 50% di detrazione senza distinzione reddituale e con il limite di spesa di 96mila euro. Poi scenderà al 36% nei due anni seguenti, fino al 2027, sempre con lo stesso tetto di spesa, seguendo il decalage anticipato dal decreto Superbonus. È la principale novità, in tema di bonus edilizi prevista nel disegno di legge Bilancio 2025 che sarà votata entro qualche giorno alla Camera dei Deputati in prima lettura.

Per approfondire: Detrazioni edilizie, il Mase prepara la riforma che le riorganizza

Bonus ristrutturazione 2025, come funziona

Il bonus ristrutturazione prevede una doppia via: per l'abitazione principale e le secondarie. Nel primo caso per il 2025 è possibile detrarre dall'Irpef (in dieci anni) il 50% delle spese per lavori di manutenzione straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia di appartamenti in condominio o di unità immobiliari indipendenti, di qualsiasi categoria catastale; nel caso di edifici condominiali, si può accedere all'incentivo anche per la manutenzione ordinaria. Tra i lavori ammessi al bonus ci sono: l'installazione di ascensori, interventi di risparmio energetico, nuovi infissi, aperture di finestre e porte, adeguamento di solai, realizzazione di masarde e balconi, nuovi servizi igienici e anche la demolizione e ricostruzione dell'edificio. Dal 2026 si passa al 36%.

Per le seconde case l'aliquota al 36% si applica dal 2025, per poi attestarsi al 30% negli anni successivi (e quindi a partire dalle spese documentate e sostenute del 2026). 

Dopo tre anni con il "doppio binario" (prima e seconde case) dal 2028 al 2033 l’aliquota sarà per tutti del 30% e il tetto di spesa scenderà a 48.000 euro. 

Bonus solo per chi ha il "reale godimento" delle case

Una delle novità della Manovra è che la ristrutturazione al 50% andrà solo a chi fa lavori su abitazioni principali possedute in base a diritti reali di godimento. È una platea che escluderà i titolari della nuda proprietà. Analizzando 1,4 milioni di modelli 730 presentati nel 2024, il Caf Acli ha ricostruito a quali tipi di immobile fanno riferimento: il 33,7% delle detrazioni riguarda immobili che nel 2025 saranno esclusi dal bonus più ricco. Si tratta di case locate, sfitte e di vacanza (22,6%); alloggi per i quali detrae un familiare convivente (8,6%), il titolare della nuda proprietà (1,1%), il comodatario (1%) o l’inquilino (0,4%).

Il nuovo bonus elettrodomestici e la conferma del bonus mobili

Con la legge di bilancio 2025 arriva il bonus grandi elettrodomestici, con una spesa prevista di 50 milioni. Il bonus erogato sarà al massimo di 100 euro a famiglia che diventano 200 per chi ha un Isee inferiore ai 25mila euro annui. Il bonus non potrà essere superiore al 30% del costo di acquisto dell'elettrodomestico ad alta efficienza non inferiore alla nuova classe B, prodotto in Europa, con contestuale smaltimento dell’elettrodomestico sostituito. Un decreto del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, definirà entro sessanta giorni i criteri e le modalità di erogazione del contributo.

Il bonus elettrodomestici  - che non è collegato a una ristrutturazione generale nè alla prima casa - sarà cumulabile con il bonus mobili, che viene confermato anche nel 2025 e che comprende anche l'acquisto di elettrodomestici: in questo caso la detrazione è del 50% sugli acquisti effettuati nell'ambito di un intervento di ristrutturazione edilizia. Il tetto di spesa è di 5.000 euro. 

Per approfondire: Manovra, in arrivo il bonus elettrodomestici 2025

Le novità sull'ecobonus e sul sismabonus della Legge di Bilancio

La legge di Bilancio rimodula anche l'ecobonus, sempre mantenendo la differenza tra prima casa e le altre abitazioni. L'ecobonus per le prime case avrà nel 2025 un’aliquota del 50%, per le seconde case si parte dal 36%.

Aliquote che nel 2026 e nel 2027 diventano, rispettivamente, 36% per le prime case e 30% per le seconde. Stesso discorso  - e stesso decalage - vale anche per gli interventi necessari a ridurre il rischio sismico, il cosiddetto Sismabonus.

Per quanto riguarda l'ecobonus, per ora non sono previsti cambiamenti. Gli interventi ammessi oggi continueranno a essere compresi anche nei prossimi anni. Tra di essi figurano impianti con caldaie a condensazione, pompe di calore ad alta efficienza, impianti geotermici a bassa entalpia, apparecchi con pompa di calore integrata e caldaia a condensazione, micro-cogeneratori e generatori di calore alimentati da biomasse.

Manovra, nessuna agevolazione fiscale per le caldaie a gas

Per evitare il disallineamento con la normativa europea Case green che dal primo gennaio vieta le caldaie autonome a combustibili fossili, in volata sono stati modificati gli articoli che riguardavano le caldaie a gas: sarà ancora possibile venderle ma non saranno agevolate. Il nuovo testo è chiaro e prevede l'esclusione dell'agevolazione fiscale per «interventi di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con caldaie uniche alimentate a combustibili fossili».

Per approfondire: Direttiva Case Green: chiarimenti UE sullo stop a incentivi per caldaie a combustibili fossili dal 2025

Superbonus ridimensionato

La Manovra modifica anche la detrazione maggiorata del Superbonus, operando di fatto un'ulteriore sterilizzazione dell'incentivo.

La detrazione al 65%, prevista per le spese sostenute nel 2025, adesso spetterà infatti solo a colui che, entro il 15 ottobre 2024, ha presentato la Cila asseverata, cioè la comunicazione di inizio lavori asseverata per gli interventi diversi da quelli condominiali. Per le parti in comune, invece, occorrerà aver adottato la delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione dei lavori, se c'è la Cila, oppure, in caso di demolizione e ricostruzione, se è stata presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo. 

Per le spese sostenute dall’1 gennaio 2023 al 31 dicembre 2023 la detrazione maggiorata del Superbonus può essere ripartita, in base alle esigenze del proprietario, in dieci quote annuali di pari importo a partire dal 2023; ma è un'opzione che, una volta scelta, è irrevocabile e va definita entro il termine fissato per la presentazione della dichiarazione relativa al 2024.