Fondi europei: Paesi UE divisi sulla revisione del QFP 2021-27
La mid term review del Quadro finanziario pluriennale 2021-2027 sarà sul tavolo dei 27 al Consiglio europeo di dicembre. A frenare un accordo le resistenze dei paesi “frugali”, che vorrebbero una revisione del bilancio UE limitata solo a prevedere nuovi fondi europei a sostegno dell'Ucraina.
Fondo sovrano europeo tra le priorità italiane dell'Italia per la revisione del QFP 2021-27
A fare il punto sul negoziato tra gli Stati membri sulla proposta di revisione di medio termine del bilancio europeo 2021-2027 è stato il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il PNRR Raffaele Fitto, mercoledì in audizione presso le commissioni riunite Bilancio e Politiche UE della Camera, alla vigilia della missione di oggi a Bruxelles. Missione motivata dalla partecipazione al Consiglio Affari generali, dedicato al futuro della Politica di Coesione, a margine del quale Fitto dovrebbe incontrare anche il commissario UE al Bilancio Johannes Hahn e ribadire la posizione italiana sul riesame del QFP.
Lo stato dell'arte, ha spiegato Fitto, è quello già emerso in occasione del Consiglio europeo del 26 e 27 ottobre, con i paesi del Nord, i cosiddetti frugali, convinti che immettere ulteriore liquidità sul mercato sarebbe sbagliato nell'attuale contesto caratterizzato da tassi di interesse elevati, e un blocco di paesi favorevole invece alla proposta della Commissione di aumentare la potenza di fuoco del bilancio pluriennale dell'Unione.
L'accordo tra i 27 è essenziale per procedere all'avvio dei negoziati con il Parlamento europeo, che il 3 ottobre ha già approvato in plenaria la propria posizione negoziale sulla proposta di revisione intermedia del QFP 2021-2027, con 393 voti a favore, 136 contrari e 92 astensioni. Posizione che chiede di stanziare 10 miliardi di euro in più per il periodo 2024-2027, in aggiunta ai 65,8 miliardi di integrazione già proposti dalla Commissione, e di collocare i pagamenti del debito collegati a Next Generation EU al di sopra dei limiti di bilancio dell'UE, così da non intaccare le dotazioni dei programmi di finanziamento europei.
Quanto vale la proposta di mid term review del QFP 2021-2027?
Con la proposta di revisione di medio termine presentata il 20 giugno scorso l'Esecutivo UE ha previsto di rafforzare il Quadro finanziario pluriennale in maniera mirata, con interventi in quattro ambiti chiave, per un totale di circa 66 miliardi di euro.
Il bilancio europeo adottato nel 2020 ha infatti sfruttato i suoi margini di flessibilità fino al limite: dopo la gestione della crisi Covid e le prime risposte alla guerra in Ucraina, ora il QFP è messo a dura prova dall'aumento dell'inflazione e dei tassi di interesse, che tra l'altro vanno a incrementare anche i costi di finanziamento di Next Generation EU.
I 66 miliardi in più proposti dall'Esecutivo UE servono ad assicurare un sostegno finanziario stabile all'Ucraina, a rispondere alle sfide contingenti e a non venire meno ai molteplici obiettivi che l'UE si è posta, dal Net Zero Industry Act, che mira a promuovere la competitività a lungo termine dell'UE nelle tecnologie cruciali in particolare per la transizione green, fino al nuovo Patto sulla migrazione e l'asilo.
Prestiti e sovvenzioni per l'Ucraina
La prima novità della mid term review è l'introduzione di uno strumento per l'Ucraina, basato su sovvenzioni, prestiti e garanzie, con una capacità complessiva di circa 50 miliardi di euro nel periodo 2024-2027 per soddisfare le esigenze immediate e per contribuire alla ripresa e alla modernizzazione di Kiev nel suo percorso verso l'UE.
Si tratta di uno strumento con un'architettura flessibile, la cui dotazione sarà definita ogni anno in base alle esigenze del paese e all'evolversi della situazione. La previsione di Bruxelles, tuttavia, è di attivare due canali di finanziamento:
- uno da 32 miliardi per gli aiuti in forma di finanziamenti, coperto attraverso prestiti sui mercati finanziari garantiti dal bilancio UE,
- uno da 17 miliardi, per il sostegno a fondo perduto, attraverso risorse fresche allocate su un nuovo strumento speciale, denominato "Riserva per l'Ucraina".
Più fondi europei per migrazione e catastrofi naturali
Il secondo tassello consiste in un incremento delle disponibilità del bilancio pluriennale dell'UE, per un totale di 15 miliardi di euro, risorse che servono anzitutto ad affrontare le dimensioni interne ed esterne della migrazione, nonché le esigenze derivanti dalle conseguenze globali della guerra di aggressione della Russia in Ucraina e per rafforzare i partenariati con i principali paesi terzi.
Queste risorse andranno in particolare a incrementare:
- di 2 miliardi le risorse per la gestione della migrazione e il controllo delle frontiere e per l'attuazione del nuovo Patto sulla migrazione,
- di 10,5 miliardi il massimale della rubrica 6 (Vicinato e resto del mondo), per rispondere a situazioni di accentuata instabilità economica e geopolitica,
- di 2,5 miliardi lo strumento speciale "Riserva di solidarietà e per gli aiuti d'urgenza", per sostenere la capacità dell'Unione di reagire a crisi e catastrofi naturali.
La piattaforma STEP per gli investimenti strategici
In terzo luogo, la Commissione propone una piattaforma per le tecnologie strategiche per l'Europa (Strategic Technologies for Europe Platform - STEP), l'embrione di quello che dovrebbe diventare in futuro il Fondo sovrano europeo, per promuovere la competitività a lungo termine dell'UE nelle tecnologie critiche, nei settori digitale e deep tech, delle tecnologie verdi e della biotecnologia. Uno strumento che andrebbe a fare perno su strumenti già esistenti, come InvestEU, l'Innovation Fund, l'European Innovation Council (EIC) e l'European Defence Fund, ma dovrebbe intrecciarsi anche con i fondi della Politica di Coesione e dei PNRR.
Nello specifico, la Commissione propone di incrementare le dotazioni di questi programmi di finanziamento UE a gestione diretta, per un valore di 10 miliardi di euro, di cui:
- 3 miliardi di euro per InvestEU,
- 0,5 miliardi di euro per Horizon Europe,
- 5 miliardi di euro per l'Innovation Fund,
- 1,5 miliardi di euro per l'European Defence Fund.
Nessun incremento di risorse, invece, per la Politica di Coesione, anche per evitare complessi negoziati sul riparto dei fondi tra gli Stati membri, ma alcune facilitazioni per aumentare il contributo dei fondi strutturali agli investimenti strategici per la leadership tecnologica dell'UE. Tra questi, la possibilità di aumentare il prefinanziamento UE nel 2024 al 30% e di ricorrere in alcuni casi - in particolare nelle regioni meno sviluppate e in transizione - al finanziamento al 100% da parte dell'Unione europea.
Il combinato di risorse aggiuntive e mobilitazione della Politica di Coesione dovrebbe generare, secondo la Commissione europea, circa 160 miliardi di euro di investimenti da parte di imprese europee in progetti che promuovono la sovranità dell'UE.
Tra l'altro, per agevolare l'accesso a questi finanziamenti, la Commissione propone anche la creazione di uno "sportello unico" e di un nuovo portale online dedicato alla sovranità, che dovrebbero sostenere i promotori di progetti e le autorità degli paesi membri nella realizzazione dei rispettivi investimenti STEP.
Un meccanismo per coprire i costi di finanziamento di NextGenerationEU
Infine, con la revisione del QFP la Commissione propone di introdurre un meccanismo efficiente per far fronte ai maggiori costi di finanziamento di NextGenerationEU, dovuti all'impennata senza precedenti dei tassi di interesse. L'idea dell'Esecutivo UE è quella di introdurre un nuovo "strumento EURI" speciale diretto a coprire esclusivamente i costi ulteriori rispetto alle proiezioni originali che erano state effettuate nel 2020. Al momento la cifra da stanziare è solo provvisoria ma, stando agli elementi di valutazione disponibili, Bruxelles ritiene che saranno necessari circa 19 miliardi di euro.
A questi quattro elementi di carattere finanziario la Commissione propone poi di affiancare un rafforzamento della capacità amministrativa dell'UE, per far fronte ai nuovi compiti decisi dai colegislatori a partire dal 2020. Le risorse aggiuntive in questo caso ammontano a 1,9 miliardi.
Infine, per permettere all'UE di rispondere a esigenze impreviste e per soddisfare gli obblighi contrattuali assunti e i cui costi vanno adeguati all'inflazione, lo Strumento di flessibilità dovrebbe essere incrementato di circa 3 miliardi per il periodo 2024-2027.
Mettendo insieme i pezzi del puzzle - 17 miliardi di sovvenzioni per l'Ucraina, 15 miliardi per migrazione e l'azione esterna, 10 miliardi per STEP, 19 miliardi per NGEU, 1,9 miliardi per la macchina amministrativa e 3 miliardi per lo Strumento di flessibilità - si arriva a un totale di circa 66 miliardi di euro in più per il QFP 2021-27.
Posizioni distanti tra i 27 e con il Parlamento UE
Dal momento che i primi vincoli di bilancio urgenti si concretizzeranno secondo le previsioni dell'Esecutivo UE già nel 2024, la Commissione punta ad un compromesso politico tra PE e Consiglio in tempi tali da formalizzare gli accordi entro la fine dell'anno.
I 27 hanno discusso della proposta della Commissione con un primo dibattito orientativo tra i ministri degli Affari europei il 10 luglio scorso, seguito il 14 luglio da una discussione in sede Ecofin e poi il 26 ottobre in sede di Consiglio europeo, cioè al livello dei capi di Stato e di Governo. Dibattiti che hanno visto i paesi UE su posizioni distanti, soprattutto sull'ipotesi di aumentare i fondi per migrazione e transizione tecnologica, meno sull'aumento del budget per l'Ucraina.
La posizione italiana, ha spiegato il ministro Fitto in audizione alla Camera il 29 novembre, sostiene la necessità di aumentare le risorse per il sostegno emergenziale e la ricostruzione in Ucraina, per la gestione dell'immigrazione, in particolare per la dimensione esterna, con focus sul Mediterraneo, e per la piattaforma STEP. Le resistenze dei frugali, che vorrebbero una revisione minima del QFP, riguardano sia l'immigrazione che STEP, ha precisato Fitto, ricordando che tra i temi del dibattito rientra anche il tema della flessibilità nell'uso dei fondi europei der i programmi esistenti. Un tema di grande rilevanza per un paese come l'Italia che non può contare su ampi margini di bilancio per sostenere le proprie imprese attraverso la concessione di aiuti di Stato.
L'auspicio, ha detto Fitto, è di arrivare a un accordo in occasione del Consiglio europeo del 14-15 dicembre e di chiudere rapidamente i negoziati con il PE.
Il Parlamento europeo ha infatti già approvato la sua posizione negoziale in commissione Budget il 20 settembre e poi in plenaria il 3 ottobre, chiedendo 10 miliardi in più rispetto a quanto proposto dalla Commissione, di cui 2 miliardi per le sfide esterne, in particolare la guerra russa contro l’Ucraina e le crescenti questioni legate all’immigrazione, 3 miliardi per la nuova Piattaforma STEP e 5 miliardi di euro per migliorare la capacità dell’UE di rispondere a crisi impreviste.
In più, gli eurodeputati hanno chiesto che i pagamenti del debito derivanti dal Piano di ripresa e resilienza siano posizionati al di sopra dei limiti di bilancio dell'UE per garantire che i programmi di finanziamento a vantaggio di cittadini e imprese non vengano compromessi, soprattutto data la potenziale volatilità di questi costi con l’aumento dei tassi di interesse.
“Abbiamo bisogno di tutti gli elementi della revisione e ne abbiamo bisogno in tempo - prima del gennaio 2024 - per entrare nell'anno elettorale con un bilancio in pareggio", ha dichiarato in conferenza stampa dopo il voto della plenaria il correlatore Jan Olbrycht (PPE).
Per approfondire: Le richieste del Parlamento europeo per la revisione del QFP