Credito d'imposta Ricerca: 800 aziende vincono il ricorso contro il Click day

ClickDopo le proteste e i ricorsi contro il meccanismo del click day, che nel maggio 2009 ha escluso oltre 20 mila imprese dal sostegno fiscale alla ricerca previsto dalla Finanziaria 2007, giunge una prima vittoria per alcune delle aziende escluse. Il 10% di queste ha presentato ricorso e, per ora, 800 sono state ammesse a beneficiare del credito d'imposta per gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo.
Il click day è una procedura telematica che prevede la trasmissione di un formulario che va inviato dai titolari di reddito per prenotare l'accesso alla fruizione del suddetto credito d'imposta.

Le imprese e le associazioni di categoria hanno contestato la validità di questa procedura in quanto il criterio di selezione utilizzato non riguarda la qualità dei progetti presentati e, a partire da agosto 2009, Unindustria Bologna ed altre 21 associazioni territoriali facenti capo a Confindustria hanno dato il via ad una protesta giungendo a produrre 2 mila ricorsi da parte delle imprese escluse.

In particolare le associazioni hanno sostenuto che il click day viola
  • il principio di uguaglianza contenuto nella Costituzione,
  • il principio di libera concorrenza e
  • lo Statuto del contribuente, che vieta la retroattività di norme volte a cancellare diritti acquisiti.
La terza sezione della Commissione tributaria  di Pescara si è pronunciata a favore di 800 imprese, consentendo loro di usare subito il credito di imposta nella dichiarazione dei redditi. La prima sezione ha valutato altri 800 ricorsi di sua competenza riconoscendo sempre il diritto delle aziende, ma affermando allo stesso tempo il diritto dell'Amministrazione finanziaria a ritardare l'applicazione del beneficio.
 
Soddisfazione dallo studio Zunarelli di Bologna che ha seguito i ricorsi: "I giudici della terza sezione - ha affermato l'Avv.  Stefano Zunarelli - hanno riconosciuto il pieno diritto delle imprese che hanno effettuato investimenti in ricerca e sviluppo ad usufruire del credito d'imposta; per quanto riguarda invece la decisione della prima sezione che, pur riconoscendo la fondatezza della richiesta, ha rigettato i ricorsi, l'auspicio è che si possano aprire strade per un ripensamento. Al di là delle motivazioni giuridiche alla base dei ricorsi, la questione fondamentale per noi legali dello studio rimane la dubbia validità del meccanismo stesso del click day, un meccanismo che si basa su un rigido ordine cronologico e che ha dimostrato i suoi limiti e la sua illogicità. La procedura è solo apparentemente più trasparente, perché se da una parte pone a riparo da atteggiamenti discriminatori da parte della Pubblica Amministrazione, dall'altra si rivela irrazionale nel momento il cui lega l'accoglimento di una richiesta rispetto ad un'altra al fatto di averla preceduta di pochi centesimi di secondo".

Spetterà al Governo individuare le risorse finanziarie necessarie a garantire l'accesso alla misura alle imprese che hanno fatto ricorso, eventualmente ricorrendo allo stanziamento di 200 milioni di euro per i crediti di imposta introdotto nella Finanziaria 2010.