CdM: ok a strategie banda ultralarga e crescita digitale

Author: Senado Federal / photo on flickr Previsti fondi pubblici per 6 miliardi di euro

Il Consiglio dei ministri ha approvato le strategie per la banda ultralarga e per la crescita digitale 2014-2020, con l'obiettivo di superare il ritardo dell'Italia tanto sul piano delle infrastrutture, quanto su quello dei servizi.

Strategia per la banda ultralarga

Con una copertura a 30 Mbps pari al 20% della popolazione totale, a fronte di una media Ue del 62%, l'Italia risultava nel 2014 ultima in Europa per accesso alle reti digitali di nuova generazione (NGA).

L'obiettivo della strategia nazionale per la banda ultralarga è colmare questo ritardo e superare gli obiettivi del secondo pilastro dell’Agenda digitale europea. Se infatti il documento Ue prevede prevede che il 100% dei cittadini usufruisca della copertura a 30 Mbps e almeno il 50% di quella a 100 Mbps entro il 2020, il piano punta a garantire i 100 Mbps all’85% dei cittadini.

Per quanto riguarda “gli standard con cui arrivare alla velocità di connessione indicata”, ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi in conferenza stampa, “si è deciso di lasciare la scelta tecnologica al mercato”.

Azioni

Oltre alla realizzazione diretta di infrastrutture pubbliche nelle aree a fallimento di mercato, il Governo prevede una serie di azioni per stimolare gli investimenti privati:

  • agevolazioni dirette a ridurre le barriere di costo di implementazione, semplificando e riducendo gli oneri amministrativi;
  • coordinamento nella gestione del sottosuolo attraverso l’istituzione di un Catasto del sotto e sopra suolo che garantisca il monitoraggio degli interventi e il miglior utilizzo delle infrastrutture esistenti;
  • adeguamento agli altri Paesi europei dei limiti in materia di elettromagnetismo;
  • incentivi fiscali, come il credito d'imposta IRES e IRAP per la realizzazione di reti di comunicazione elettronica a banda ultralarga previsto dallo Sblocca Italia, e credito a tassi agevolati nelle aree più redditizie;
  • incentivi pubblici per investire nelle aree marginali.

In particolare, nel Cluster A, quindi nelle 15 città più popolose e nelle aree industriali, non ci saranno contributi a fondo perduto, ma solo misure a sostegno dei privati, quali defiscalizzazione e accesso al credito agevolato.

Nel Cluster B, cioè nelle 1.122 Comuni in cui risiede il 47% della popolazione nazionale, e nel Cluster C, che comprende 2.650 Comuni in cui risiede il 22% della popolazione, l'impiego di risorse a fondo perduto sarà contenuto e si stimoleranno gli investimenti privati soprattutto tramite defiscalizzazione e finanziamenti agevolati.

Nel Cluster D, l'insieme di circa 4.300 Comuni in cui risiede il 15% della popolazione, oltre alla defiscalizzazione e ai finanziamenti agevolati, il pubblico interverrà realizzando direttamente le infrastrutture che resteranno di sua proprietà.

Risorse

Il piano sarà finanziato con circa 6 miliardi di euro, di cui circa 2 miliardi a valere sul Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e il Fondo europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale (FEASR) e circa 4 miliardi dal Fondo di Sviluppo e Coesione. Nell'arco di sette anni il contributo di FESR e FEASR al piano di investimenti potrebbe raggiungere quota 4,4 miliardi, mentre quello del FSC potrebbe salire a 5 miliardi di euro.

Ulteriori risorse, stimate in 1,5 miliardi, potrebbero venire dal Piano Juncker e dal collegato Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS).

Verso la nuova rete in fibra ottica

Per la progressiva transizione verso la nuova rete in fibra ottica, il Governo ha previsto una serie di misure che saranno definite con provvedimenti ad hoc o con emendamenti al decreto-legge Investment Compact.

Si tratta, in particolare:

  • dell'obbligo di 'servizio universale', che oggi si applica solo alla telefonia di base,
  • della convergenza di prezzo per i collegamenti in fibra ottica realizzati con sovvenzioni statali, allo stesso livello dei collegamenti in rame,
  • dell'istituzione di un fondo di garanzia,
  • di un Fondo dei fondi per i finanziamenti aperto a investitori istituzionali,
  • di voucher a favore degli utenti per l’attivazione di servizi a banda larga con tecnologia in fibra ottica.

Strategia per la crescita digitale

La strategia per la Crescita Digitale ha lo scopo di accompagnare l'impegno sul fronte infrastrutturale con misure dirette a stimolare la creazione e l’offerta di servizi che favoriscano l’utilizzo e la sottoscrizione di abbonamenti in ultrabroadband.

Nello specifico gli obiettivi della strategia sono:

  • l'obbligo dello switch-off nella Pubblica amministrazione, con il superamento della tipologia tradizionale di fruizione dei servizi al cittadino;
  • un nuovo approccio architetturale basato su logiche aperte, standard, interoperabilità e architetture flessibili e user-centered;
  • la trasparenza e la condivisione dei dati pubblici;
  • nuovi modelli di partnership pubblico-privato;
  • il coordinamento di tutti gli interventi di trasformazione digitale;
  • la diffusione della cultura digitale e lo sviluppo di competenze digitali tra imprese e cittadini;
  • soluzioni volte a stimolare la riduzione dei costi e a migliorare la qualità dei servizi;
  • la progressiva adozione di Modelli Cloud;
  • l'innalzamento dei livelli di affidabilità e sicurezza.

Le azioni infrastrutturali trasversali previste dalla Strategia comprendono:

  • Sistema Pubblico di Connettività e predisposizione wifi tutti edifici pubblici;
  • Digital Security per la PA;
  • Razionalizzazione del patrimonio ICT, consolidamento data center e cloud computing;
  • Servizio Pubblico d’Identità Digitale (SPID),
  • Piattaforma Italia Log In, una struttura aperta dove i vari attori della Pubblica amministrazione contribuiscono per la propria area di competenza e ogni cittadino, con la propria identità digitale, può ottenere tutte le informazioni e accedere ai servizi che lo riguardano.

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Strategia per la crescita digitale

Photo credit: Senado Federal / Foter / CC BY