Qualità dei servizi pubblici: l’importanza dell’autovalutazione per la PA
Sono sempre più numerose le pubbliche amministrazioni che hanno capito l’importanza di pianificare, valutare e migliorare nel tempo la propria performance. Un modello di riferimento a livello internazionale è rappresentato dal CAF (Common Assessment Framework), grazie al quale è possibile puntare con una maggiore probabilità di successo a risultati sostenibili e alla soddisfazione dei cittadini-utenti.
Ne parliamo con Claudia Migliore, responsabile centro nazionale risorse CAF.
Dottoressa Migliore, cosa intendiamo per comunità CAF?
Essa riunisce le amministrazioni pubbliche che si sono avvalse del CAF, un modello di autovalutazione sviluppato a livello europeo per consentire alle PA di autovalutarsi, di giudicare cioè la propria performance organizzativa con il coinvolgimento di tutto il personale.
IL CAF è nato nel 2000 e l’Italia è tra i paesi che hanno contribuito in maniera più significativa al suo sviluppo. E’ Formez PA, agenzia del Ministero per la Pubblica Amministrazione, a gestire il centro risorse nazionale CAF, un omologo dell’ente europeo che si occupa di diffondere la conoscenza di questo modello tra tutte le pubbliche amministrazioni a livello nazionale e di supportare le PA nell’adozione del modello attraverso iniziative specifiche come laboratori di accompagnamento e seminari.
I Comuni italiani sono coinvolti?
Questo modello è valido per tutte le PA, anche e soprattutto per i Comuni. La versione usata attualmente si rivolge di fatto agli enti locali. Nel 2012 dovrebbe essere realizzata una nuova versione. Con il tempo, grazie ad una serie di iniziative a livello nazionale ed europeo sono state realizzate delle personalizzazioni per le istituzioni scolastiche, per la giustizia e per le Università. Quest’ultima, ad esempio, è stata creata recentemente in collaborazione con la Conferenza dei Rettori.
Come funziona il coordinamento?
A livello europeo le linee guida sono dettate dai ministri della Funzione Pubblica dei singoli paesi. Un “CAF Network” lavora alla messa a punto di strumenti, materiali e di iniziative che valgono per tutti gli stati membri. Ad oggi, nella banca dati centrale gestita a Maastricht dall’EIPA (European Institute of Public Administration) sono registrati 2.500 utenti CAF, cioè 2.500 amministrazioni che hanno usato a diverso titolo questo modello. In Italia siamo a quota 370: siamo tra i pochi ad avere attuato una vera e propria strategia di diffusione.
In occasione dei primi dieci anni di attività è in programma una grande evento a Roma.
La Comunità si riunisce l’11 novembre 2011 a Palazzo Rospigliosi per dare conto di questo decennio di lavoro anche attraverso le esperienze delle singole amministrazioni, le riflessioni sull’autodiagnosi amministrativa e sul ciclo di gestione delle performance introdotto dalla Riforma Brunetta (decreto legislativo n°150/2010)
Qual è il beneficio immediato del modello?
Grazie a questo modello di eccellenza le amministrazioni possono conoscere il proprio stato di salute e scattare una fotografia sul loro funzionamento. In questo modo è possibile individuare delle aree di miglioramento su cui intervenire successivamente.
Per contattare il Centro Nazionale Risorse CAF basta collegarsi al sito “Per una Pubblica Amministrazione di Qualità”, www.qualitapa.gov.it, sul quale sono disponibili una sezione tematica, un help desk a distanza e i recapiti telefonici del progetto.