Regolamento STEP e Settori strategici del DL Coesione: quale impatto sui Programmi 2021-27

Fondi europei - Photo credit: Foto di Alexander Jungmann da Pixabay In occasione della riunione informale dei direttori generali responsabili della Politica di Coesione organizzata nei giorni scorsi dalla presidenza ungherese del Consiglio, l'Italia ha chiesto linee guida chiare da parte della Commissione europea per la revisione di medio termine dei Programmi 2021-2027. Un passaggio che in questa programmazione si intreccia alla possibile modifica dei Programmi in relazione al Regolamento STEP, che prevede il cofinanziamento UE al 100% per le azioni a sostegno degli investimenti in tecnologie strategiche, non solo delle PMI, ma anche delle grandi imprese. E che cade negli stessi mesi in cui le amministrazioni titolari dei Programmi cofinanziati dai fondi europei sono chiamate a individuare gli interventi prioritari con riferimento ai settori strategici indicati dal decreto Coesione. 

Riesame intermedio e obiettivi STEP: opportunità per ricalibrare i Programmi europei 2021-27

Una partita su più fronti, quindi, che può cambiare l'assetto dei Programmi cofinanziati dai fondi europei della Politica di Coesione 2021-2027 e che l'Italia, rappresentata a Budapest dal Capo Dipartimento per le politiche di coesione e per il Sud, Michele Palma, ha chiesto alla Commissione europea di guidare fornendo linee guida chiare, soprattutto in considerazione delle opportunità offerte dal Regolamento STEP.

Il percorso di riesame intermedio, con deadline al 31 marzo 2025 per la presentazione della valutazione dei Programmi da parte delle Autorità di gestione e della richiesta di assegnazione dell'importo di flessibilità, si intreccia infatti in questa programmazione con altri due processi, uno comune a tutti gli Stati membri, l'altro legato alla riforma della Coesione che il Governo ha inserito nel PNRR e concretizzato con il DL 60-2024.

Da una parte, c'è infatti la possibilità di modificare i Programmi per fare posto agli obiettivi dell'iniziativa STEP, la Strategic Technologies for Europe Platform, che non dispone di una dotazione propria, ma permette di indirizzare fondi europei già esistenti - compresi quelli della Coesione - verso gli investimenti nelle tecnologie critiche pertinenti per le transizioni verde e digitale e per accompagnare questa transizione con investimenti per le competenze e l'occupazione.

Dall'altra, il decreto Coesione 60-2024 ha previsto che, entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione n. 95-2024, Ministeri, Regioni e Province autonome titolari di Programmi cofinanziati dai fondi UE 2021-2027 individuino un elenco di interventi prioritari, collegati ai sei settori strategici identificati dal Governo: risorse idriche; infrastrutture per il rischio idrogeologico e il rischio idraulico e per la protezione dell’ambiente; rifiuti; trasporti e mobilità sostenibile; energia; sostegno allo sviluppo e all’attrattività delle imprese, anche per le transizioni digitale e verde.

Interventi sottoposti a un monitoraggio rafforzato, con un meccanismo di premialità che, in caso di rispetto dei cronoprogrammi, permette di utilizzare risorse del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) per il cofinanziamento regionale, ma prevede anche poteri sostitutivi in caso di inerzia, di inadempimento o di mancato rispetto delle scadenze dei cronoprogrammi.

Obiettivi STEP nei Programmi 2021-27: sostegno agli investimenti in tecnologie strategiche

Partiamo dalla Piattaforma per le tecnologie strategiche per l'Europa, che ha come fine generale il rafforzamento dell’autonomia strategica e della competitività dell’UE e a questo scopo permette di indirizzare fondi di Digital Europe, EU4Health, Horizon Europe, Innovation Fund, InvestEU, Recovery and Resilience Facility, European Defence Fund (unico programma potenziato alla luce di STEP con 1,5 miliardi aggiuntivi nell'ambito della revisione del QFP 2021-2027) e risorse della Politica di Coesione, quindi Fondo di Coesione, FESR, FSE+ e Just Transition Fund.

In base al Regolamento 2024/795 che istituisce la Piattaforma, STEP persegue due obiettivi specifici, in base ai quali è possibile rimodulare i Programmi FESR e i Programmi FSE Plus 2021-2027.

Il primo è sostenere lo sviluppo o la fabbricazione di tecnologie critiche in tutta l'Unione, o salvaguardare e rafforzare le rispettive catene del valore, con riferimento ai settori delle tecnologie digitali e all'innovazione delle tecnologie deep tech, delle tecnologie pulite ed efficienti sotto il profilo delle risorse, incluse le tecnologie a zero emissioni nette quali definite nel regolamento sull'industria a zero emissioni nette, delle biotecnologie, medicinali critici inclusi. Il secondo è affrontare le carenze di manodopera e di competenze essenziali per tutti i tipi di posti di lavoro di qualità a sostegno dello sviluppo e della fabbricazione di tecnologie critiche.

Per approfondire: Piattaforma STEP, arriva la nota di orientamento

Nello specifico, come illustrato in un recente webinar IFEL da Antonio Bonetti, con riferimento ai PR FESR si hanno due nuovi Obiettivi Specifici - OS 1.6 “Investimenti nelle tecnologie strategiche critiche ex Reg. STEP” e OS 2.9 “Investimenti nelle tecnologie pulite ed efficienti sotto il profilo delle risorse ex Reg. STEP” - cui fanno capo sei nuovi campi di intervento (188-193), che permettono di finanziare gli investimenti produttivi relativi alle tre categorie di tecnologie strategiche al centro di STEP, quindi tecnologie digitali e deep tech, tecnologie green e biotecnologie, realizzati, rispettivamente, da PMI e da grandi imprese.

Credit: Antonio Bonetti - Scuola IFEL 25.06.2024 Politica di coesione, PNRR e nuovo Regolamento STEP

Per quanto riguarda i Programmi FSE+, gli investimenti per lo sviluppo delle competenze e per l'occupazione possono essere introdotti con riferimento a due nuovi campi di intervento: 145 bis “Sviluppo di competenze e dell'occupazione nei settori delle tecnologie critiche” e 145 ter “Sviluppo di competenze e dell'occupazione nel campo delle tecnologie pulite”. Attraverso i due nuovi OS 1.6 e 2.9, tuttavia, gli investimenti diretti al finanziamento di progetti di apprendimento permanente, di istruzione e formazione, possono essere inseriti anche nei Programmi FESR.

L'adesione alle opportunità offerte dal Regolamento STEP non è obbligatoria, ma volontaria. I vantaggi tuttavia sono notevoli, a livello di semplificazioni amministrative connesse al tema del riesame intermedio, ma anche a livello finanziario.

Le Priorità dedicati agli OS 1.6 e 2.9 possono essere inserite nei Programmi con procedura semplificata entro il 31 agosto 2024 e in questo caso la modifica non viene presa in considerazione ai fini della revisione intermedia e, una volta approvata, comporta l'assegnazione definitiva dell'importo di flessibilità. Laddove l’intero importo di flessibilità di un Programma venga assegnato alle nuove Priorità STEP, a seguito dell'approvazione di una sua proposta di modifica presentata entro il 31 agosto, il Programma è del tutto esonerato dal riesame intermedio.

A livello finanziario, per gli OS 1.6 e 2.9 sono previsti il cofinanziamento UE al 100%, un prefinanziamento del 30% e, grazie alla revisione degli Orientamenti sugli Aiuti di Stato a finalità regionale per la programmazione 2021-2027, l'intensità del finanziamento per gli interventi a sostegno delle tecnologie STEP può essere elevata di 10 punti percentuali per le zone che soddisfano le condizioni di cui all'articolo 107, paragrafo 3, lettere a) del TFUE (in Italia le sette regioni meno sviluppate - Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia - della programmazione 2021-2027) e di 5 punti percentuali per le zone c).

Per approfondire: Bruxelles aumenta gli aiuti a finalità regionale per i progetti STEP

L'aumento del massimale passa tuttavia per la modifica della Carta degli Aiuti a finalità regionale, che gli Stati membri devono richiedere a Bruxelles entro metà settembre 2024.

Per approfondire: La carta degli aiuti a finalità regionale 2022-27 dell'Italia

Cosa prevede il decreto Coesione per i Programmi 2021-27

L'altro processo imminente riguarda l'attuazione delle disposizioni del decreto 60-2024, che nel riformare la governance della Politica di Coesione ha fissato a 90 giorni dalla data di entrata in vigore dalla legge di conversione, avvenuta il 7 luglio scorso, il termine per l’individuazione da parte delle amministrazioni titolari di Programmi della Politica di Coesione 2021-2027 di un elenco di interventi prioritari ricadenti nei sei settori strategici identificati dal provvedimento:

  • risorse idriche
  • infrastrutture per il rischio idrogeologico e il rischio idraulico e per la protezione dell’ambiente
  • rifiuti
  • trasporti e mobilità sostenibile
  • energia
  • sostegno allo sviluppo e all’attrattività delle imprese, anche per le transizioni digitale e verde.

Questi interventi prioritari, da segnalare al Dipartimento per le politiche di coesione e per il Sud della Presidenza del Consiglio dei ministri, possono essere sia già selezionati per il finanziamento che in fase di pianificazione. I criteri per la loro individuazione degli interventi prioritari comprendono la complementarietà con gli interventi previsti nell'ambito degli Accordi di Coesione, del PNRR e del PNC, la coerenza con quelli del Piano strategico ZES Unica e della Strategia nazionale per le aree interne, ma anche “l'effettiva attuazione, mediante gli interventi prioritari, delle pianificazioni di settore nazionali e regionali, con particolare riguardo agli investimenti connessi al soddisfacimento delle condizioni abilitanti nel settore idrico, nel settore dei rifiuti e nel settore dei trasporti”. Anche investimenti che sono già stati oggetto di valutazione ma non finanziati, eventualmente anche per esaurimento delle risorse, possono rientrare tra gli interventi prioritari, così come i progetti non completati nel periodo 2014-2020 da concludere nel settennato 2021-2027.

Per questi interventi prioritari le amministrazioni devono presentare un cronoprogramma procedurale e finanziario, che indichi obiettivi iniziali, intermedi e finali in relazione alle principali fasi di realizzazione degli investimenti, e si prevede un monitoraggio rafforzato con relazioni ogni sei mesi sullo stato di avanzamento.

Che impatto avrà questo processo per le amministrazioni titolari dei Programmi? Da una parte, il decreto Coesione fa scattare poteri sostitutivi in caso di inerzia, di inadempimento, di mancato rispetto delle scadenze dei cronoprogrammi degli interventi prioritari; dall'altra introduce un meccanismo di premialità per le Regioni e Province autonome che centrano i target intermedi e finali. Dove il premio consiste nel poter chiedere al DIPCoe di utilizzare le risorse del Fondo sviluppo e coesione per coprire interamente la quota di cofinanziamento regionale dei Programmi FESR e FSE+ (quindi il 30% dell’importo degli interventi e non fino ad un massimo di 15 punti percentuali come previsto dal DL n. 152-2021).

Ma attenzione: si tratta delle eventuali economie FSC maturate in relazione all’attuazione di interventi inseriti negli Accordi per la coesione che risultino già conclusi in base alle risultanze del Sistema nazionale di monitoraggio. Accordi che sono stati firmati prevalentemente nella prima metà di quest'anno, con Campania, Puglia e Sardegna che ancora mancano all'appello, e vertono in buona parte sul finanziamento di grandi progetti (infrastrutture, trasporto pubblico locale, rigenerazione urbana, bonifiche, valorizzazione di beni culturali, ecc). I tempi per reperire queste economie ed eventualmente dirottarle sul cofinanziamento dei PR, così da svincolare le risorse regionali per altri fini, non sono certamente brevi.

Nel mentre, l'opportunità offerta dalla modifica dei Programmi in relazione al regolamento STEP, dove l'inserimento dei due OS 1.6 e 2.9 entro il 31 agosto, con l'ok della Commissione europea alla riprogrammazione in due mesi, permetterebbe di accedere al cofinanziamento UE al 100% per quegli interventi e di liberare risorse regionali per altri fini ben più rapidamente.

Per approfondire: Guida al decreto Coesione