Anticipazioni sul nuovo partenariato UE per finanziare ricerca e innovazione nel solare fotovoltaico
L’Europa avrà un nuovo soggetto dedicato a convogliare risorse, competenze e investimenti nel solare fotovoltaico: Bruxelles ha infatti proposto l’avvio, entro un paio d’anni, di un nuovo partenariato europeo nel settore per sostenere l’impegno industriale in attività di R&I nel fotovoltaico. Vi anticipiamo come sarà.
Cosa prevede la strategia UE per il solare
Partiamo dalle definizioni per capire come si muoverà questo nuovo soggetto, che di fatto sarà il pilastro di ricerca e innovazione dell’Alleanza europea dell’industria solare fotovoltaica.
Cosa sono i partenariati europei?
Come ben illustrato in questa guida,
i partenariati europei riuniscono la Commissione europea e partner pubblici e/o privati per affrontare alcune delle sfide più urgenti attraverso iniziative concertate di ricerca e innovazione. Sono uno strumento chiave di attuazione del programma Horizon Europe e mettendo insieme pubblico e privato aiutano ad evitare la duplicazione degli investimenti e contribuiscono a ridurre la frammentazione del panorama R&I.
Sono decine le partnership lanciate finora dalla Commissione europea ma Bruxelles è convinta che si possa fare di più, per questo a luglio ne ha proposte altre 10. Tra queste c’è appunto il partenariato per il solare fotovoltaico. Vediamo di cosa si tratta.
Cos’è il partenariato europeo per il solare fotovoltaico?
Partiamo dal nome completo, almeno quello provvisorio proposto dalla Commissione: European Co-Programmed Partnership on Solar Photovoltaics (PV).
L'obiettivo dell'iniziativa è quello di promuovere l’impegno industriale nella ricerca e innovazione per sostenere l’ecosistema dell’innovazione lungo l’intera catena del valore del fotovoltaico. La partnership rappresenterà il pilastro di R&I dell’Alleanza dell’industria solare fotovoltaica dell’UE, nata a dicembre del 2022 per potenziare le tecnologie e attirare nuovi investimenti, di cui abbiamo parlato qui.
Concretamente, oltre a voler coinvolgere le imprese e il mondo della ricerca nel settore, Bruxelles vuole facilitare lo sviluppo di capacità di produzione fotovoltaica su larga scala in Europa.
La ragione è semplice e duplice: da un lato occorre mettere a terra quanto previsto dalle strategie europee in termini di riduzione delle emissioni e decarbonizzazione, che vedono le energie rinnovabili al centro; dall’altro l’Europa deve cercare di sganciarsi dalla dipendenza cinese. Dipendenza molto forte: basti pensare che negli ultimi 5 anni la spesa europea per le importazioni di energia solare è quasi quadruplicata, passando da 5,5 miliardi di euro nel 2018 ad oltre 20 miliardi di euro nel 2022.
Per approfondire: Il paradosso europeo: per abbandonare il gas russo l’UE rischia di dipendere dalla Cina
Per il solare, quindi, Bruxelles cerca di replicare quanto già fatto con le batterie, con l’avvio prima di un’alleanza industriale nel settore storage poi di un partenariato europeo dedicato.
Su cosa investirà il partenariato europeo per il fotovoltaico?
Compresi gli obiettivi generali, andiamo al dunque e vediamo quale sarà il focus concreto della partnership. Innanzitutto in termini di tecnologie, il partenariato UE per il fotovoltaico punterà su:
- Tecnologie per celle e moduli fotovoltaici di prossima generazione, andando a coprire l'intera catena del valore (dal wafer alla cella alla produzione avanzata di moduli, solo per fare alcuni esempi);
- Applicazioni innovative emergenti di diffusione del fotovoltaico, dall’agrovoltaico al fotovoltaico integrato negli edifici passando per il fotovoltaico galleggiante. Per capire di cosa parliamo è utile consultare questo approfondimento;
- Integrazione del fotovoltaico nei sistemi flessibili di generazione di energia;
- Circolarità nella progettazione, riciclaggio, manutenzione e gestione del fine vita degli impianti fotovoltaici;
- Tecnologie e strumenti per dimostrare e ampliare le soluzioni fotovoltaiche di prossima generazione.
Quale ruolo per l’industria?
Ricordiamo che il partenariato non è ancora stato avviato ufficialmente: la Commissione prevede di avviare la partnership sul fotovoltaico nel 2025. Entro quella data l’industria europea è chiamata a fare la propria mossa per entrare a farne parte, contribuendo così a coprogettare e co-creare la strategia di ricerca e innovazione dell’UE in questo settore.
Il partenariato per il solare fotovoltaico sarà "co-programmed", quindi sarà basato su un protocollo d’intesa o un accordo contrattuale tra la Commissione e i partner privati. Sarà appunto questo protocollo o accordo a dettagliare gli obiettivi della partnership, gli impegni in termini di contributi dei partner, gli indicatori di prestazione e impatto e i risultati da centrare.
Le imprese, per intenderci, saranno chiamate a sostenere con i propri fondi attività non finanziate attraverso Horizon Europe su questioni quali la diffusione del mercato, lo sviluppo delle competenze o gli aspetti normativi in linea e in coordinamento con le priorità strategiche dell’Alleanza industriale fotovoltaica dell’UE.
Se ben architettata, questa collaborazione stretta tra pubblico e privato permetterà di alimentare l’ecosistema dell’innovazione lungo l’intera catena del valore del fotovoltaico, permettendo così di aumentare la produzione del fotovoltaico europeo, anche in termini di innovazione e competitività.
Le sinergie con altri partenariati UE
I più esperti di fondi europei a questo punto si domanderanno: non esiste già un partenariato europeo dedicato alle rinnovabili? Esatto, si chiama CETP, acronimo di Clean Energy Transition Partnership.
Per questo la Commissione, nel documento relativo alla European Co-Programmed Partnership on Solar Photovoltaics (PV), precisa che il nuovo partenariato si baserà e sarà pienamente complementare alle iniziative esistenti in Europa nel settore delle energie rinnovabili, come appunto il CETP.
Ma non sarà, ovviamente, il solo partenariato con cui il nuovo soggetto che verrà varato dal 2025 si muoverà in sinergia. La partnership per il fotovoltaico potrebbe infatti creare potenziali sinergie con altri partenariati previsti da Horizon Europe come Build4People (ad esempio, per applicazioni solari sui tetti), Clean Hydrogen, Made in Europe ma anche con il Consiglio europeo per l’innovazione (EIC) e InnoEnergy KIC.