Infrastrutture di ricerca: ok alle 5 Piattaforme Nazionali dello Human Technopole
Dopo la firma della Convenzione con diversi Ministeri e lo svolgimento di due consultazioni pubbliche, alla fine sono state annunciate le cinque Piattaforme Nazionali (PN) che saranno presenti all’interno dello Human Technopole. Si tratta di cinque infrastrutture di ricerca in cui la comunità scientifica (senza vincoli di appartenenza istituzionale o nazionale) potrà condurre ricerche di alta qualità.
I fondi PNRR per il trasferimento tecnologico
Procede in questo modo il percorso di piena entrata a regime della Fondazione Human Technopole, il nuovo istituto italiano di ricerca per le scienze della vita sorto nell’area in cui si è svolto Expo Milano 2015.
Che cos’è lo Human Technopole
Fondata nel 2016 con legge dello Stato italiano, la Fondazione Human Technopole (HT) è stata istituita al fine di incrementare gli investimenti pubblici e privati nei settori della ricerca finalizzata alla prevenzione e alla salute, tramite “la creazione di un’infrastruttura scientifica e di ricerca, di interesse nazionale, multidisciplinare e integrata nei settori della salute, della genomica, dell’alimentazione e della scienza dei dati e delle decisioni”, scriveva la Corte dei Conti nel 2018 in un suo Report sulla Fondazione.
Si tratta, insomma, di un grande progetto a sostegno della ricerca italiana nel campo delle scienze della vita che però, nonostante sia nato da un’iniziativa pubblica, mira a rafforzare fortemente anche i rapporti con il privato, come emerge chiaramente dal Piano strategico 2020-2024 della Fondazione.
“I finanziamenti di base per le infrastrutture e le attività di Human Technopole provengono da fondi pubblici erogati dal Governo italiano. Si prevede tuttavia che, man mano che l'istituto crescerà e si svilupperà e gli scienziati trasferiranno le loro attività di ricerca in Human Technopole, saremo in grado di attrarre sempre maggiori quantità di finanziamenti aggiuntivi attraverso l’assegnazione di grant competitivi provenienti da varie fonti”, si legge infatti nel Piano. Tra queste fonti esterne, la quota più importante dovrebbe essere rappresentata da organizzazioni e agenzie di finanziamento internazionali come l’UE. Ma non dovrebbero mancare anche “fondi provenienti da licenze di brevetti ed entrate legate alla proprietà intellettuale (ad esempio, royalties), nonché da programmi congiunti con l'industria”.
In tale contesto, si dipanano quindi le cinque mission dello Human Technopole:
- Svolgere ricerca di frontiera nelle scienze della vita, mirata a sviluppare nuovi approcci di medicina personalizzata e preventiva;
- Creare e gestire servizi e piattaforme tecnologiche a disposizione di scienziati esterni a Human Technopole per rispondere alle necessità della comunità scientifica nazionale e internazionale nel settore delle scienze della vita;
- Organizzare ed offrire opportunità di formazione e carriera per la prossima generazione di scienziati;
- Promuovere la divulgazione scientifica per rafforzare il messaggio che la scienza è un bene comune;
- Promuovere innovazione e progresso attraverso il trasferimento tecnologico e la creazione di relazioni con il mondo industriale per favorire la trasformazione delle scoperte scientifiche in applicazioni tangibili, a beneficio dei pazienti e della società.
I rapporti tra lo Human Technopole e l'industria
Concentrandosi su quest’ultimo punto, la Fondazione HT mira ad operare in forte sinergia con le imprese nei confronti delle quali è previsto un grande programma di trasferimento tecnologico.
Via via che le attività di ricerca dello Human Technopole andranno avanti, infatti, quelle “di trasferimento tecnologico saranno impostate in modo strutturato per contribuire a tradurre le scoperte e le invenzioni degli scienziati di Human Technopole in applicazioni tangibili e prodotti commerciabili”, si legge nel Piano della Fondazione. Dalle strategie terapeutiche e diagnostiche, alle tecnologie abilitanti, strumenti e saggi molecolari, strumentazioni e dispositivi, nonché applicazioni software e database, si tratta infatti di ambiti, tecnologie e prodotti che potranno essere sviluppati “in stretta collaborazione con partner industriali nei settori farmaceutico, biotecnologico, ingegneristico e informatico”.
In tale contesto, “verrà creata un'unità di trasferimento tecnologico che fungerà da braccio di trasferimento delle conoscenze di Human Technopole e sarà responsabile della protezione, dell'utilizzo e della commercializzazione della ricerca di HT, gestendo la proprietà intellettuale di Human Technopole attraverso brevetti, licenze e la creazione di imprese spin-off”, si legge sempre nel Piano.
Non sorprendono, quindi, le parole pronunciate dall vicepresidente di Assolombarda, Sergio Dompé a febbraio 2023 che, nel complimentarsi per la nomina del professor Marino Zerial a direttore di Human Technopole ha infatti dichiarato: “Human Technopole è una risorsa preziosa per lo sviluppo di quelle collaborazioni pubblico-privato indispensabili per lo sviluppo di nuove cure e tecnologie che permettono alla farmaceutica italiana di competere con Francia e Germania”.
Le Piattaforme Nazionali dello Human Technopole
In tale contesto arriviamo all’annuncio del 22 maggio 2023, con la presentazione delle cinque Piattaforme Nazionali che verranno realizzate all’interno dello Human Technopole.
Dopo un percorso di consultazione pubblica durato circa due anni, infatti, il Consiglio di Sorveglianza della Fondazione ha deliberato che le facility infrastrutturali ad alto impatto tecnologico che verranno create dentro HT e che saranno a disposizione della comunità nazionale di ricerca saranno:
- la Piattaforma Nazionale di Genomica;
- la Piattaforma Nazionale di Editing Genomico;
- la Piattaforma Nazionale di Biologia Strutturale;
- la Piattaforma Nazionale di Microscopia Ottica;
- la Piattaforma Nazionale per la Gestione e l’Analisi dei Dati.
Un annuncio importante che permetterà a tutta la comunità scientifica italiana (ma non solo) delle scienze della vita di poter contare su ‘infrastrutture di ricerca’ intese nella definizione prevista dall’European Strategy Forum for Research Infrastructures (ESFRI) e cioè come “strutture, competenze, risorse e servizi collegati, utilizzati dalla comunità scientifica per condurre ricerche di alta qualità nei rispettivi campi, senza vincolo di appartenenza istituzionale o nazionale”.
“Ciascuna Piattaforma Nazionale - spiegano sempre dalla Fondazione - sarà composta da specifiche unità operative, chiamate Unità Infrastrutturali (UI) e definite come l’insieme di persone, strumenti, risorse, procedure tecnologiche e protocolli sperimentali all’avanguardia necessari per una specifica linea tematica di ricerca”.
Le Piattaforme non sono ancora operative. Allo stato attuale, spiegano infatti dal Ministero della Salute (uno dei soci fondatori della Fondazione), “è attualmente in corso la formulazione, da parte dei Ministeri dell’Università e Ricerca e della Salute, l’avviso pubblico per la raccolta delle candidature di scienziati con alta qualificazione (...) interessati a far parte della Commissione Indipendente di Valutazione Permanente (CIVP) incaricata di valutare le richieste di accesso alle Piattaforme Nazionali”.
Per approfondire: Al via il secondo PNRR per la ricerca in ambito sanitario
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