Dall'assegno di inclusione ai bonus assunzioni: in Guri il decreto Lavoro 2023
Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, entra in vigore oggi il decreto legge Lavoro (DL n. 48-2023), approvato dal Consiglio dei Ministri il 1° maggio scorso. Nel provvedimento, oltre alla riforma del reddito di cittadinanza, figurano anche il taglio del cuneo fiscale, le nuove regole per i contratti a termine e gli incentivi per l'assunzione di under 30, beneficiari dell'assegno di inclusione e soggetti disabili.
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Il nuovo decreto-legge n. 48/2023, meglio noto come decreto Lavoro, ha l'obiettivo di riscrivere le regole dell'ecosistema 'Lavoro' in Italia, introducendo novità rilevanti che interesseranno lavoratori e famiglie.
Il testo del provvedimento, pubblicato nella Guri del 4 maggio, prevede non solo la riduzione del cuneo fiscale, ma anche interventi volti a contrastare la povertà e l’esclusione sociale, a promuovere politiche attive per l'occupazione e a rafforzare le regole di sicurezza sul lavoro.
Tra le misure principali introdotte dal dl Lavoro figurano l’Assegno per l’inclusione, i nuovi incentivi per le assunzioni, l’incremento della soglia dei fringe benefit e il rifinanziamento del Fondo Nuove Competenze in specifici settori. Facciamo il punto sulle principali novità contenute nel 'pacchetto lavoro' 2023.
Taglio del cuneo fiscale e stipendi
Il decreto legge Lavoro, articolato in 45 articoli, mette a terra un nuovo taglio del cuneo contributivo, coperto in larga parte dalle risorse già individuate nel DEF, il Documento di economia e finanza 2023. Complessivamente 4 miliardi di euro saranno destinati al sostegno al potere d'acquisto dei lavoratori a medio-basso reddito.
Lo sgravio contributivo già previsto dalla legge di Bilancio 2023 viene incrementato del 4%. Questo implica un passaggio dal 3% al 7% per chi guadagna meno di 1.923 euro lordi al mese e dal 2% al 6% per chi guadagna tra i 1.923 e i 2.692 euro lordi al mese.
Un taglio, quello del cuneo fiscale, più robusto di quanto ipotizzato inizialmente sia per l’importo - "porterà fino a 100 euro in busta paga", ha sottolineato la premier Meloni in un video di presentazione del provvedimento - sia perché, al contrario di quanto previsto nelle bozze circolate nei giorni scorsi, si applicherà per tutto il 2023.
Dall'intervento, quindi, risulterebbe un risparmio che andrebbe a riversarsi quasi interamente sull’importo netto della busta paga: secondo le elaborazioni dello studio De Fusco Labour & Legal, per chi ha un reddito fino a 25 mila euro la misura varrebbe 96 euro al mese, mentre il vantaggio mensile sarebbe di 99 euro per chi guadagna fino a 35 mila euro all’anno.
A proposito delle tempistiche, l'esonero parziale sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico dei lavoratori dipendenti si applicherà per i periodi di paga dal 1° luglio al 31 dicembre 2023, con esclusione della tredicesima mensilità.
Riforma del reddito di cittadinanza: in arrivo l'Assegno di inclusione
Il secondo pilastro del decreto Lavoro 2023 è la riforma del Reddito di cittadinanza, che, come previsto dalla legge di Bilancio 2023, sarà abolito a fine anno.
A prendere il posto del vecchio sussidio ci sarà il nuovo Assegno di inclusione, una "misura nazionale di contrasto alla povertà, alla fragilità e all'esclusione sociale delle fasce deboli attraverso percorsi di inserimento sociale, nonché di formazione, di lavoro e di politica attiva del lavoro".
Il sussidio consiste in un'integrazione al reddito in favore dei nuclei familiari che comprendano una persona con disabilità, un minorenne o un ultra-sessantenne e che siano in possesso di determinati requisiti, relativi alla cittadinanza o all’autorizzazione al soggiorno del richiedente, alla durata della residenza in Italia e alle condizioni economiche.
I nuclei beneficiari dell'Assegno di inclusione, una volta sottoscritto il patto di attivazione digitale, sono tenuti ad aderire ad un percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa, definito nell’ambito di uno o più progetti finalizzati a identificare i bisogni della famiglia nel suo complesso e dei singoli componenti.
Solo ai cittadini di età compresa fra i 18 e 59 anni con un valore ISEE familiare entro i 6mila euro annui, facenti parte di nuclei familiari privi dei requisiti per accedere all'Assegno di inclusione, e ai componenti di nuclei che invece lo percepiscono e che non siano calcolati nella scala di equivalenza, verrà riconosciuto il cosiddetto "Supporto per la formazione e il lavoro".
Questa ulteriore prestazione economica viene riconosciuta dal 1° settembre 2023 per tutta la durata del progetto formativo o del percorso di inserimento al lavoro, in ogni caso per massimo un anno, per un importo pari a 350 euro erogati tramite bonifico mensile dall'INPS.
Per approfondire: Assegno di inclusione, ecco le regole del "nuovo" Reddito di cittadinanza
Bonus assunzioni, dai giovani under 30 ai disabili
Per incentivare l'occupazione giovanile, il decreto Lavoro introduce un nuovo incentivo per le aziende che assumono giovani under 30 che non studiano e non lavorano (NEET) e che sono registrati al Programma operativo nazionale Iniziativa Occupazione Giovani. Si tratta di un aiuto pari al 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali, riconosciuto per un anno a fronte di nuove assunzioni effettuate a decorrere dal 1° giugno 2023 fino alla fine dell’anno.
Per approfondire: In arrivo il bonus assunzioni per gli under 30
Per incentivare l'inclusione lavorativa dei giovani con disabilità, il decreto prevede anche un contributo in favore degli enti del Terzo settore, delle organizzazioni di volontariato, delle associazioni di promozione sociale e delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, per ogni persona con disabilità under 35 anni assunta con contratto di lavoro a tempo indeterminato tra il 1° agosto 2022 e il 31 dicembre 2023.
Parallelamente, lo stesso provvedimento stabilisce anche uno sgravio contributivo al 100% per i datori di lavoro che offrano un'occupazione a tempo indeterminato ai soggetti beneficiari del nuovo Assegno di inclusione e del 50% per i contratti a termine o stagionali.
Infine, il decreto Lavoro prevede anche il rifinanziamento degli incentivi per l'occupazione giovanile e femminile previsti della manovra 2021 e dalla legge di Bilancio 2023, attraverso una riprogrammazione dei fondi europei del ciclo 2014-2020 per un massimo di 700 milioni di euro.
Per approfondire: Decreto Lavoro, risorse per gli esoneri contributivi per assunzioni giovani e donne
Novità per il contratto a termine
Nel testo trova spazio anche un ritocco alle regole sui contratti a tempo determinato, modificando le causali previste dal decreto legge Dignità (dl n. 81/2015). Nello specifico, ferma restando la possibilità di stipulare liberamente i contratti temporanei per i primi 12 mesi, per prolungare la finestra temporale fino a 24 mesi scattano nuovi tetti che fanno riferimento a tre fattori:
- casi previsti dai contratti collettivi;
- esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva, individuate dalle parti, in caso di mancato esercizio da parte della contrattazione collettiva, e in ogni caso entro il termine del 31 dicembre 2024;
- sostituzione di altri lavoratori.
In questo modo si incentiva un uso più flessibile di questa tipologia contrattuale, mantenendo comunque il rispetto della direttiva europea sulla prevenzione degli abusi.
Assegno unico maggiorato per orfani di un genitore
Tra le misure per le famiglie nel decreto Lavoro c'è anche un nuovo aumento dell’importo dell'assegno unico in favore dei nuclei familiari in particolari condizioni.
Si tratta di un extra - pari a 30 euro mensili per ogni figlio se l’ISEE non supera 15mila euro, che poi si riduce fino ad azzerarsi quando l’ISEE supera 40mila euro - fino ad ora concesso ai nuclei con due genitori titolari di reddito di lavoro e che verrà ora erogato anche alle famiglie con un solo genitore occupato, nel caso in cui l’altro risulti deceduto.
Per approfondire: Assegno unico, i chiarimenti su maggiorazioni e importi 2023
Aumento fringe benefit per chi ha figli
Per sostenere le famiglie, limitando l’impatto dell’inflazione sui redditi, il decreto-legge prevede lo stanziamento di 142,2 milioni di euro per innalzare fino a 3mila euro il tetto di esenzione fiscale dei fringe benefit per tutti i lavoratori dipendenti con figli minori.
Insieme al taglio del cuneo fiscale, il focus su questi beni, servizi e agevolazioni che un'azienda offre ai propri dipendenti in aggiunta alla tradizionale busta paga rappresenta la risposta del Governo al problema della mancanza di risorse per ridurre le tasse ai genitori e favorire la natalità.
Rifinanziato il Fondo Nuove Competente
Il pacchetto lavoro prevede anche un incremento del budget a disposizione del Fondo nuove competenze attingendo a risorse della programmazione 2021-2027 della Politica di Coesione europea e alla programmazione complementare ai fondi europei 2014-2020.
In particolare, le risorse provengono dal Programma Nazionale Giovani, Donne, Lavoro 2021-2027, cofinanziato dal Fondo sociale europeo Plus (FSE+), e dalla riprogrammazione del Programma Operativo Complementare al PON Sistemi per le Politiche Attive e l’Occupazione (POC SPAO), nei limiti della relativa dotazione finanziaria.
Con la liquidità garantita grazie al decreto Lavoro verranno finanziati gli accordi collettivi di rimodulazione dell’orario di lavoro, che permettono ai lavoratori di seguire i percorsi formativi previsti in orario lavorativo. Inoltre, con la dote del Fondo viene finanziata una parte della retribuzione oraria, così come i contributi previdenziali e assistenziali dell’orario di lavoro destinato ai percorsi formativi.
Per approfondire: Fondo nuove competenze, a che punto siamo?
Novità sul bonus trasporti e per il settore autotrasporto
Il decreto Lavoro, inoltre, va a modificare in parte quanto stabilito dal dl Carburanti (DL n. 5-2023) in merito al bonus trasporti. Nello specifico, fa rientrare nel budget di 100 milioni di euro stanziato per la misura, nei limiti dell’importo di 2,7 milioni di euro, anche le istanze presentate fra gennaio e febbraio 2023, prima dell'entrata in vigore del decreto attuativo n. 4/2023 che ha disciplinato i termini e le modalità di erogazione del sussidio.
Vengono introdotte anche delle novità per il settore autotrasporto. Il provvedimento, infatti, stanzia 300 milioni sotto forma di crediti d’imposta a sostegno delle imprese per il contrasto al caro carburanti.
Per approfondire: Autotrasporto, 300 milioni di euro per il caro carburante
Più risorse per i Centri estivi
Per potenziare le politiche di conciliazione tra lavoro e vita familiare, il decreto-legge assicura il rafforzamento del Fondo per i centri estivi per il 2023. Lo strumento, destinato ai Comuni, può contare quest'anno su 60 milioni di euro ed è gestito dal Dipartimento per le politiche della famiglia.
"Nel Consiglio dei Ministri abbiamo rifinanziato e incrementato di due milioni di euro i fondi per i centri estivi, destinando 60 milioni ai Comuni per mettere a disposizione delle famiglie questo importante strumento", ha dichiarato la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella.
Alternanza Scuola-Lavoro e Fondo studenti vittime infortuni
Oltre alle misure sopra descritte, il provvedimento contiente anche altre importanti novità sul fronte Lavoro. Ad esempio, è previsto un pacchetto di interventi che mirano a garantire una maggiore sicurezza ed efficacia dei Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO).
Inoltre, anche alla luce dei recenti incidenti sul lavoro, il decreto-legge prevede l'istituzione di un Fondo per i familiari degli studenti vittime di infortuni nel corso di attività formative, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, con una dotazione finanziaria di 10 milioni di euro per il 2023 e di 2 milioni di euro annui, a decorrere dal 2024.
Le altre misure del decreto Lavoro
Nel testo del decreto legge Lavoro trovano spazio anche una serie di altre misure di varia natura. Tra queste:
- misure per il rafforzamento dell’attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro;
- la sottoposizione alla sorveglianza sanitaria dei lavoratori domestici;
- il rifinanziamento dei centri di assistenza fiscale;
- la cassa integrazione guadagni in deroga per eccezionali cause di crisi aziendale e riorganizzazione;
- prestazioni occasionali nel settore turistico e termale;
- rifinanziamento del fondo per la riduzione della pressione fiscale.