PNRR tra ritardi e modifiche: cosa cambia per i progetti green
Alcuni obiettivi PNRR da realizzare entro il 30 giugno vanno rimodulati, ha detto il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto. Una rimodulazione che investe diversi progetti dedicati alla transizione green: dalla sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto stradale al teleriscaldamento, per cui è in arrivo un nuovo bando. Nel frattempo alcuni progetti sono in ritardo, come quello per installare le colonnine di ricarica.
Cosa prevede il decreto PNRR 3
Le difficoltà emerse nella fase di attuazione del PNRR impongono una revisione profonda dei progetti, come sottolineato dal ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto nel corso dell’informativa resa in Senato e alla Camera sull’andamento del Piano il 26 aprile.
Il primo banco di prova riguarda i 27 obiettivi PNRR da realizzare entro il 30 giugno 2023. “Ci sono alcuni obiettivi da rimodulare”, dichiara Fitto sottolineando che “l'interlocuzione con la Commissione europea” punta a “mantenere gli obiettivi” e i finanziamenti “garantendo la loro realizzazione entro il 2026”.
Un lavoro, quello sui target di metà 2023, che prevede una modifica degli obiettivi intermedi in corsa e che servirà ad impostare “un lavoro complessivo per l’intero Piano”.
La revisione del Pnrr e le modifiche in arrivo non possono non riguardare la transizione green, che da sola copre il 37% circa dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Facciamo qualche esempio.
Teleriscaldamento
Il primo progetto sotto la lente della Commissione europea riguarda il teleriscaldamento efficiente. L’investimento per le reti di teleriscaldamento, da 200 milioni di euro, rientrava tra gli obiettivi da centrare a dicembre 2022 ed è finito nel mirino di Bruxelles nelle scorse settimane.
Le verifiche della Commissione per lo sblocco della terza rata (legata appunto agli obiettivi di fine 2022) hanno riguardato infatti alcuni precisi progetti: le concessioni portuali, i piani urbani integrati, con l’appunto sullo stadio Franchi di Firenze e il Bosco dello sport di Venezia e il teleriscaldamento.
Parlando in Senato Fitto ha rassicurato sul fatto che a breve arriverà la soluzione su questi progetti.
Nel caso specifico del bando di giugno 2022 sul teleriscaldamento, la Commissione ha sollevato una serie di questioni relative all’inammissibilità di alcuni interventi, considerati non finanziabili. Un ostacolo, fa sapere Fitto, che “sarà superato con la pubblicazione di un nuovo bando concordato” con Bruxelles.
Sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto stradale
Diverso il caso del bando PNRR per sviluppare la filiera dell’idrogeno nel trasporto stradale e realizzare 40 stazioni di rifornimento dei mezzi a idrogeno sulle strade italiane.
Progetto che Fitto porta in Senato come esempio delle criticità emerse nel centrare gli obiettivi di giugno 2023. Criticità che hanno riguardato “la fase di avvio degli interventi, i tempi di attuazione, la parcellizzazione dei progetti e l'aumento del costo delle materie prime”.
Insieme agli asili nido e al progetto Cinecittà, la sperimentazione dell’idrogeno nel trasporto stradale viene indicato da Fitto come uno dei casi che “spiega bene come, cambiando il contesto e aumentando le criticità, c’è l’esigenza di intervenire per correggere alcuni obiettivi intermedi”. Nel caso specifico del progetto idrogeno, il problema che si è posto non riguarda tanto la messa a terra del progetto, quanto il fatto che “il numero delle domande è stato inferiore alla disponibilità finanziaria”, ha spiegato il ministro. Un dato che spinge Roma a sedersi al tavolo con Bruxelles per rimodulare l’obiettivo, non è ancora chiaro in che modo.
Colonnine di ricarica
Tra i progetti che Fitto non cita c’è l’investimento da 700 milioni per costruire le infrastrutture di ricarica per le auto elettriche. I decreti ministeriali che fissano il perimetro dei bandi ci sono e sono datati gennaio 2023.
Come ricostruito dal Corriere della Sera, entro due mesi servirebbe la notifica a Bruxelles dell’aggiudicazione degli appalti pubblici per la costruzione delle stazioni di ricarica rapida per veicoli elettrici in autostrada e in zone urbane. Ma il ritardo si sta accumulando ed è improbabile che possa essere “rimediato entro giugno, a fatica può esserlo entro la fine dell’anno”.