PSP 2023-27: guida ai contributi FEASR per la digitalizzazione dell'agricoltura
Il 44% dei fondi per lo sviluppo rurale del Piano strategico PAC 2023-27 concorre all'obiettivo della digitalizzazione dell'agricoltura. Risorse che fanno capo a diversi interventi, in una strategia complessa che spetterà alle regioni mettere a terra attraverso i vari bandi FEASR.
Cosa prevede il Piano strategico PAC 2023-2027
Il Piano strategico nazionale PAC (PSP) 2023-2027 rappresenta infatti la cornice unitaria per la programmazione delle risorse del primo e del secondo pilastro della Politica agricola comune, ma l'attuazione della politica di sviluppo rurale, eccetto poche misure a regia nazionale, resta demandata alle regioni. Ai vecchi PSR si sostituiscono infatti i Complementi regionali di sviluppo rurale al Piano strategico PAC dell'Italia, che stabiliscono gli interventi da attivare tra quelli previsti a livello nazionale, le specifiche scelte attuative e l'allocazione delle risorse tra le diverse azioni.
Questo vale naturalmente anche per gli interventi ricondubili alla strategia per la digitalizzazione dell'agricoltura, in tutto 23 interventi sui 77 totali, per un valore di oltre 6,7 miliardi, il 44% dei fondi a disposizione della politica di sviluppo rurale.
La grande flessibilità riconosciuta alle Autorità di gestione regionali che ne decideranno l'utilizzo attraverso i bandi non è però esente da incognite: senza un adeguato coordinamento, avverte Andrea Bonfiglio del CREA (Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia) in un articolo pubblicato su Pianeta PSR, si rischia di generare ritardi, inefficacia e rallentamento degli sforzi per la digitalizzazione.
Per approfondire: PAC 2023-27: cosa finanziano i fondi europei per lo sviluppo rurale
La strategia per la digitalizzazione nel Piano strategico PAC
La strategia per la digitalizzazione del PSP Italia 2023-27 si basa su un'analisi swot che ha evidenziato diverse criticità da affrontare, dall'utilizzo limitato degli strumenti digitali, sia per mancanza di competenze che per i costi elevati di acquisizione, ai ritardi nell'infrastrutturazione digitale delle aree periferiche e marginali. A partire dall'analisi dei fabbisogni si è arrivati a individuare tre macro obiettivi, ciascuno collegato a specifiche linee di azione.
Il primo target è la riduzione del divario digitale, che richiede di:
- migliorare il livello di connettività attraverso la diffusione della banda ultralarga, in complementarietà con i progetti della Strategia nazionale BUL, in particolare quelli finanziati dal PNRR, con gli investimenti previsti dall’Accordo di Partenariato 2021-2027 e con gli interventi finanziati dal Fondo sviluppo e coesione (FSC)
- promuovere la digitalizzazione nelle aree rurali, sia fornendo servizi digitali a cittadini e imprese che mediante le cosiddette strategie “smartvillage”
- favorire l’informazione sulle opportunità della digitalizzazione e i relativi strumenti di finanziamento disponibili
- accrescere il livello di competenze digitali della popolazione delle aree rurali e in particolare di agricoltori e consulenti.
Il secondo obiettivo è l'aumento dell’utilizzo dei dati, inteso sia come investimento per l'incremento dell'accesso agli open data, attraverso l'interoperabilità dei diversi database e la creazione di una piattaforma nazionale di dati, che come incentivazione alla raccolta e condivisione di dati agricoli, geospaziali e ambientali.
Infine, si punta allo sviluppo di modelli imprenditoriali digitalizzati, mediante tre linee di azione:
- il rafforzamento dell’ecosistema digitale, anche attraverso l'attivazione della rete dei Poli di Innovazione digitale (DIH – Digital Innovation Hub)
- la diffusione dell’uso delle tecnologie digitali, anche attivando incentivi per facilitarne l'acquisizione
- l'adozione delle tecnologie digitali in azienda, supportata da servizi di consulenza e facilitazione e dimostrazioni dell’uso.
Il sostegno del PSP alla digitalizzazione delle imprese agricole dovrà operare in complementarietà con altri regimi di aiuto: i finanziamenti del nuovo Fondo per l'innovazione in agricoltura, istituito dalla Legge di Bilancio 2023, con una dotazione di 225 milioni di euro nel triennio 2023-2025, per favorire l'utilizzo di "macchine, soluzioni robotiche, sensoristica, piattaforme e infrastrutture 4.0, per il risparmio dell’acqua e la riduzione dell’impiego di sostanze chimiche, nonché l’utilizzo di sottoprodotti", e la linea di investimento PNRR per l'innovazione e la meccanizzazione in agricoltura, di cui si attende il decreto attuativo entro marzo.
Per approfondire: Manovra 2023: incentivi per innovazione in agricoltura e sovranità alimentare
Gli interventi FEASR per digitalizzare l'agricoltura nel PSP 2023-27
A questi obiettivi contribuiscono 23 dei 77 interventi di sviluppo rurale previsti dal PSP, che assorbono in tutto quasi 7 miliardi di euro, il 44% dei fondi complessivamente disponibili per lo sviluppo rurale.
Si tratta di una cifra non automaticamente destinata alla digitalizzazione, in quanto data dalla somma degli stanziamenti di un insieme di misure molto variegato, che spazia dal sostegno agli investimenti materiali e immateriali alle azioni trasversali per la promozione della conoscenza e dell'innovazione che fanno capo all'AKIS, e che vedrà effettivamente allocate sulla digital transition quote di risorse molto differenziate tra loro.
Nella lista rientrano infatti misure come la SRA24 Pratiche di agricoltura di precisione, che è tutta centrata sul ricorso a innovazione e digitalizzazione per promuovere un uso sostenibile degli input produttivi (fertilizzazioni, trattamenti fitosanitari e irrigazione) e garantire allo stesso tempo la qualità delle produzioni, ma ci sono anche interventi come gli impegni agro-climatico-ambientali, la cooperazione per lo sviluppo rurale locale e l'insediamento di giovani agricoltori, che combinano diverse tematiche.
Emblematico è l'intervento SRD01 Investimenti produttivi agricoli per la competitività delle aziende agricole, che ha tra le sue finalità ad esempio il sostegno all'introduzione di innovazioni tecniche e gestionali dei processi produttivi e la valorizzazione delle produzioni agricole aziendali, anche mediante lo sviluppo dell'ecommerce, ma può sostenere anche gli investimenti in impianti irrigui nuovi ed esistenti e la produzione di energia rinnovabile.
La concreta attuazione di questi interventi a livello regionale sarà quindi decisiva per misurare le risorse mobilitate per la digitalizzazione in ambito rurale e il relativo impatto.
Il coordinamento della strategia per la digitalizzazione
Le modalità di attuazione degli interventi previsti dal PSP per favorire la digitalizzazione a livello settoriale e territoriale saranno infatti stabilite dalle regioni e dalle province autonome che, oltre a decidere se attivare o meno un intervento e quante risorse destinargli, potranno definire ulteriori criteri di ammissibilità rispetto a quelli stabiliti a livello nazionale, prevedere specifiche premialità e ricorrere a diverse forme di incentivazione.
Tra queste sono previsti voucher, contributi con aliquote di aiuti differenziate, impegni per pagamenti compensativi, obblighi relativi alla condivisione dei dati o alla divulgazione dei risultati progettuali dei Gruppi operativi del PEI Agri, criteri specifici di ammissibilità/selezione o di assegnazione di risorse dedicate. E tra le opzioni c'è anche quella di attivare congiuntamente più interventi attraverso Pacchetti per il digitale, sul modello del Pacchetto Giovani, che permettono di mettere insieme formazione, consulenza e investimenti in tecnologie digitali.
Per assicurare il coordinamento e l'integrazione dei vari strumenti è stato previsto un organismo ad hoc, composto dai responsabili dell’attuazione del PSP e della strategia nazionale di digitalizzazione, che - supportato dal sistema di monitoraggio e controllo - si riunirà periodicamente e potrà anche fornire indicazioni per aggiornare gli interventi previsti nel Piano, oltre a verificarne i risultati.
Nonostante questo coordinamento il rinvio delle scelte attuative alle singole regioni comporta dei rischi. Anzitutto, segnala Bonfiglio su Pianeta PSR, a seconda delle capacità attuative c'è il pericolo che i divari digitali tra le imprese e i territori aumentino anziché diminuire.
Non va poi sottovalutato un altro aspetto: molte azioni della strategia sono strettamente collegate a interventi che fanno capo a programmi esterni al PSP. Inefficienze e ritardi accumulati altrove, dai fondi FESR al PNRR, potranno quindi impattare anche sulle azioni FEASR. Viceversa, il successo dei progetti finanziati con altri fondi europei e nazionali, a partire da quelli relativi alla connettività grazie alla diffusione della banda larga, potrà gettare le basi anche per un avanzamento senza intoppi degli interventi di sviluppo rurale.
Consulta il documento della Rete rurale nazionale su Akis e digitalizzazione
Per approfondire: Dai giovani agricoltori agli ecoschemi, le novità sui pagamenti diretti PAC