Ok al decreto PNRR 3: cambia la governance dei fondi europei e delle risorse FSC
L'Aula del Senato conferma le novità introdotte dal decreto-legge 13-2023 al fine di accelerare la spesa dei fondi della Politica di Coesione UE e nazionale. Soppressa l'Agenzia per la Coesione territoriale, le competenze in materia di fondi strutturali e Fondo sviluppo e coesione sono accentrate in capo a Palazzo Chigi.
Cosa prevede il nuovo decreto PNRR
La legge di conversione del decreto PNRR Ter, approvata il 13 aprile dall'Aula del Senato con 83 voti favorevoli, 57 contrari e 6 astensioni, conferma infatti che sarà il Dipartimento per le Politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei ministri ad assumere tutte le funzioni dell'Agenzia per la Coesione e ad assorbirne le risorse umane, strumentali e finanziarie. Una riorganizzazione radicale con cui il Governo punta a recuperare il ritardo nella spesa, testimoniato anche dalla Relazione sul monitoraggio dell’utilizzo dei fondi europei per la coesione e del Fondo di sviluppo e coesione del ciclo 2014-2020, portata sul tavolo del CdM dal ministro per gli Affari europei, le Politiche di Coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, a febbraio.
L'intervento sulla governance dovrebbe anche facilitare l'operazione che Fitto sta negoziando con Bruxelles in relazione alla modifica del PNRR e al nuovo capitolo REPowerEU del Piano nazionale di ripresa e resilienza: una sorta di sistema di vasi comunicanti che farebbe transitare i progetti PNRR più in ritardo nella programmazione dei fondi europei e FSC, liberando risorse per nuovi investimenti funzionali alla transizione green.
Cosa prevede il decreto PNRR 3 per i fondi europei
In base alla legge di conversione del dl 13-2023, l'Agenzia per la Coesione territoriale viene soppressa e le sue funzioni di indirizzo, programmazione, coordinamento e monitoraggio dei programmi e degli interventi finanziati dai fondi strutturali europei e dal Fondo per lo sviluppo e la coesione passano in capo al Dipartimento per le politiche di coesione, con il supporto in particolare del Nucleo di valutazione e analisi per la programmazione (NUVAP), che viene ridenominato dal decreto PNRR ter “Nucleo per le politiche di coesione” (NUPC) e a cui passano le funzioni dell'attuale Nucleo di verifica e controllo (NUVEC).
Il NUPC, che risulterà alla fine costituito da un massimo di 40 componenti nominati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri o dell'autorità politica competente, sarà responsabile anche delle riprogrammazioni delle risorse UE e nazionali della Coesione, compresa la quota di fondi europei destinata a confluire nel capitolo REPowerEU del PNRR. Sarà quindi questa la struttura tecnica che si occuperà delle modifiche al Recovery da sottoporre entro il 30 aprile alla Commissione europea e che, secondo quanto anticipato da Fitto in audizione in Parlamento, potrebbe condurre in porto una doppia operazione: da una parte, alimentare il PNRR con i fondi strutturali per finanziare nuovi progetti strategici nel contesto della crisi energetica; dall'altra ricollocare nel ciclo 2021-27 dei fondi europei i progetti Recovery depennati perchè inattuabili entro la scadenza del 2026.
La legge di conversione del decreto PNRR Ter interviene anche su un importante nodo critico per l'attuazione del Recovery Plan, che riguarda la capacità amministrativa degli enti responsabili dei progetti. Il provvedimento autorizza infatti le amministrazioni centrali a stabilizzare il personale assunto con rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato per attività relative al PNRR che abbia prestato servizio per almeno ventiquattro mesi nella qualifica ricoperta, nei limiti dei posti disponibili della dotazione organica vigente. Possibilità che, in sede di conversione in legge del decreto, il Senato ha esteso anche a regioni, province, città metropolitane ed enti locali, comprese le unioni di comuni.
Tornando alla governance della Coesione, il decreto Recovery stabilisce che le funzioni di Autorità di audit dei Programmi nazionali, cofinanziati dai fondi strutturali e di investimento europei per il periodo 2021-2027 o da altri fondi europei a titolarità delle Amministrazioni centrali dello Stato, siano svolte dal Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato (IGRUE). In alternativa le Autorità di audit possono essere individuate dalle amministrazioni centrali titolari di ciascun Programma, a condizione che siano in una posizione di indipendenza funzionale e organizzativa rispetto all’Autorità di gestione.
Il provvedimento istituisce poi, presso il Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, l’Autorità di gestione nazionale del Piano strategico della PAC 2023-2027 (PSP), che sarà costituita da due Uffici: l’Ufficio per il coordinamento della programmazione e della gestione degli interventi, responsabile del coordinamento tra le Autorità di gestione regionali e gli organismi intermedi, e l’Ufficio per il coordinamento del monitoraggio e della valutazione, che invece si occuperà del supporto al Comitato di monitoraggio di cui all’articolo 124 del Regolamento (UE) 2021/2115.
Tra le novità introdotte dal Senato nel passaggio parlamentare c'è anche la norma che regola l'utilizzo, a partire dal periodo contabile 2023-2024, delle risorse dei Programmi operativi nazionali e regionali a carico del FESR, del FSE e del FSE Plus liberatesi grazie all'aumento eccezionale del tasso di cofinanziamento UE disposto dalla Commissione in risposta alla guerra in Ucraina e alla crisi energetica.
In particolare, i rimborsi riconosciuti dalla Commissione europea a fronte di spese sostenute con risorse nazionali e collegati alla riduzione del tasso di cofinanziamento dei POR e dei PON 2014-2020 e 2021-2027 saranno destinati ai Programmi operativi complementari a quelli cofinanziati dai fondi UE, i cosiddetti POC. Queste risorse saranno assegnate, con delibera CIPESS, a specifici interventi di sviluppo economico e di coesione sociale e territoriale coerenti con la natura delle risorse utilizzate.
I rimborsi riconosciuti dalla Commissione europea a fronte di spese anticipate dallo Stato per misure di riduzione dei costi in materia energetica, rendicontate nell'ambito dei Programmi operativi nazionali 2014-2020, nonché quelle recuperate a seguito di variazioni del tasso di cofinanziamento degli stessi PON, andranno invece alla Cassa per i servizi energetici e ambientali per il finanziamento di agevolazioni per la fornitura di energia elettrica e di gas ai clienti domestici economicamente svantaggiati o in gravi condizioni di salute.
Di fatto, la norma prelude alla riprogrammazione dei PON e dei POR autorizzata dall'iniziativa europea SAFE (Supporting Affordable Energy), che permette agli Stati membri di utilizzare fino al 10% del totale delle risorse FESR e FSE, comprese le assegnazioni React-EU, per il periodo di programmazione 2014-2020 (nel caso dell'Italia fino a 4,7 miliardi di euro), beneficiando del tasso di cofinanziamento UE al 100%, per finanziare gli aiuti contro il caro energia a favore di imprese e famiglie.
Il Governo si sta muovendo infatti per rendicontare sull’iniziativa SAFE il bonus sociale energia e gas, che ha già realizzato una spesa quantificata in 2,5/3 miliardi di euro, sfruttando la retroattività della spesa ammissibile autorizzata dall'iniziativa UE.
Per approfondire: Il Governo prepara la nuova riprogrammazione dei fondi europei 2014-2020
L'ultima novità di rilievo riguarda il Fondo Sviluppo e Coesione e in particolare gli interventi infrastrutturali relativi al ciclo 2014-2020 che sono stati definanziati per non aver rispettato la scadenza del 31 dicembre 2022 per l'assunzione delle obbligazioni giuridicamente vincolanti (OGV). Entro 60 giorni dall'entrata in vigore del decreto PNRR, il Dipartimento per le politiche di coesione individuerà gli interventi che presentino un livello di avanzamento tale da giustificarne la prosecuzione – in particolare quelli per cui, alla data del 31 dicembre 2022, risultino pubblicati bandi di gara o inviate lettere di invito per l’affidamento dei lavori o per l’affidamento congiunto della progettazione e dell’esecuzione dei lavori - e, in base a questa ricognizione, il CIPESS assegnerà le risorse necessarie al loro completamento a valere sulle risorse FSC 2021-2027.
Per approfondire: Verso la programmazione del Fondo sviluppo e coesione 2021-27