Recovery Plan: le proposte del MISE per investimenti e accesso al credito

Investimenti imprese - Photo credit: Foto di David Mark da Pixabay Attrazione di nuovi investimenti, accesso al credito, sostegno alle startup e al made in Italy. Sono alcune delle priorità su cui il MISE vorrebbe indirizzare le risorse del Recovery fund. Ecco una sintesi delle progettualità proposte dal Ministero guidato da Stefano Patuanelli in vista della definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza dell'Italia.

Recovery Plan: cosa prevede il Piano nazionale di ripresa e resilienza

Data l'ampiezza dei temi di sua competenza, il Ministero dello Sviluppo economico è destinato a intercettare una quota significativa delle risorse del Recovery Fund. Se si guarda alle sei missioni indicate dal Governo nelle Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza trasmesse alle Camere - Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo; Rivoluzione verde e transizione ecologica; Infrastrutture per la mobilità; Istruzione, formazione, ricerca e cultura; Equità sociale, di genere e territoriale; Salute - quasi tutte riguardano priorità di investimento condivise dal MISE e affrontate nelle schede progetto già sottoposte all'Esecutivo.

Recovery plan: le proposte del MISE per ricerca, sviluppo e tecnologie emergenti

Trasformazione 4.0 e Green new deal

Un corposo set di misure proposte dal MISE riguarda la trasformazione 4.0, in particolare gli investimenti in infrastrutture e servizi digitali, in ricerca e sviluppo, per le tecnologie emergenti e il trasferimento tecnologico, e la transizione verde, con proposte che spaziano dal superbonus all'attuazione del Piano nazionale integrato Clima ed Energia (PNIEC), passando per la strategia per l'idrogeno e il piano per la siderurgia sostenibile.

Idrogeno, superbonus, PNIEC: l’energia nel Recovery Plan

Attrazione e sostegno agli investimenti

Vi sono poi una serie di interventi a sostegno sistema delle imprese e per l'attrazione di investimenti, anche esteri. In questo quadro, ad esempio, il MISE propone di destinare 2,5 miliardi a una serie di agevolazioni già attive o in corso di attivazione, cioè i contratti di sviluppo, i bandi a sostegno del rilancio delle aree di crisi industriale e il Fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione dell’attività d’impresa.

Lo stesso Fondo, per cui è in corso di elaborazione il decreto attuativo, dovrebbe intervenire anche sul fronte del rafforzamento patrimoniale delle imprese in difficoltà economica e accompagnare i processi di ristrutturazione delle imprese in una logica di transizione giusta ed equa.

L'intenzione del Ministero sarebbe però anche quella di intervenire sulle norme e le procedure per facilitare l'insediamento delle imprese e la realizzazione di nuovi investimenti, per fare in modo che gli imprenditori possano contare su alcuni elementi certi, tra cui accordi fiscali, un desk dedicato e procedure velocizzate per le autorizzazioni.

In sinergia con il potenziamento di questi strumenti agevolativi, il MISE pensa anche a una ricognizione per valutare quali altri incentivi a supporto dell’attrazione degli investimenti dovrebbero essere sistematizzati e rifinanziati, a un maggiore coordinamento con Regioni e Comuni, ad interventi volti a qualificare l’offerta di parchi scientifici, incubatori e poli tecnologici e ad un programma di valorizzazione dei beni demaniali e privati dismessi.

Accesso al credito

Il documento MISE propone poi di destinare 6,5 miliardi di euro al tema dell'accesso al credito, sia rifinanziando il Fondo centrale di garanzia e la Nuova Sabatini, che stabilendo un cronoprogramma per la creazione di una banca pubblica per gli investimenti, da affiancare a Cassa Depositi e Prestiti, un'idea di vecchia data che potrebbe trovare nel Recovery plan una dimensione concreta.

Ulteriori risorse potrebbero essere destinate all’accesso al credito delle aziende in amministrazione straordinaria, rifinanziando il Fondo rotativo istituito dalla cosiddetta Legge Prodi del 1979 che presumibilmente dovrà far fronte, alla luce del prevedibile incremento delle situazioni di crisi, a maggiori rischieste di garanzia statale.

Startup e imprenditoria femminile

Una serie di proposte mirano ad accompagnare lo sviluppo delle imprese, dalla nascita alla maturità, sia intervenendo in termini di deburocratizzazione, che attraverso politiche di incentivazione per lo startup. Per questo tema il MISE prospetta una spesa di 2,4 miliardi, cui dovrebbe aggiungersi un miliardo per uno strumento dedicato alle startup innovative femminili.

Altri 2,4 miliardi dovrebbero essere destinati alla creazione di un nuovo credito d'imposta per la produttività sostenibile. In pratica si tratterebbe di destinare una parte dell’extra gettito fiscale (IRES e IRAP) derivante dall’incremento di valore aggiunto direttamente a favore dei nuovi investimenti dell’impresa e dei suoi dipendenti.

Made in Italy e proprietà industriale

Un altro blocco di proposte, per un valore stimato in 5 miliardi di euro, fa riferimento alla strategia nazionale per il made in Italy, che comprende sia bandi per l'attuazione della Strategia nazionale per il settore agroalimentare, che avvisi volti alla diffusione della conoscenza e valorizzazione dei titoli di proprietà industriale.

Previsti anche un Fondo per le industrie creative e un piano di incentivi per il settore dei servizi avanzati, oltre a misure organizzative per rafforzare le capacità di analisi strategica del MiSE su tematiche di frontiera e diritto dell'UE.

Recovery Plan: le priorita' di investimento per l'agricoltura

Spazio, difesa e sicurezza

Infine, le filiere industriali dello spazio, della difesa e della sicurezza. 12,5 miliardi, secondo il MISE, dovrebbero essere destinati agli investimenti in ricerca, sviluppo e prototipazione e alla costruzione di piattaforme duali ad elevatissime prestazioni per progetti quali, ad esempio: elicottero del futuro (FVL), aereo del futuro (ipersonico, tempest), nave futura europea (green vessel), cyber ed elettronica avanzata, tecnologie unmanned, tecnologie spaziali e satellitari).

Proposto anche un progetto da un miliardo di euro per rafforzare la resilienza del settore della space economy in chiave di sostenibilità e per sviluppare competenze e tecnologie necessarie sia alla realizzazione di infrastrutture spaziali che di servizi e applicazioni ad esse collegate.

Photo credit: Foto di David Mark da Pixabay