Piano Juncker - enti e imprese a lavoro su problemi e soluzioni
Ambiente ed energia, cultura e turismo, infrastrutture e rigenerazione urbana sono i temi dei tavoli di lavoro organizzati nell'ambito dell'evento NOI per lo sviluppo locale - Networking Operativo di Integrazione.
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Dalla formazione nella PA alla creazione di reti, dal cambiamento culturale negli stakeholder allo snellimento della burocrazia, fino al nodo risorse finanziarie, molte delle esigenze manifestate dagli attori intervenuti ai tavoli dell'evento NOI per lo Sviluppo locale, dedicato a Piano Juncker, fondi Ue e PPP, sono comuni a più settori, anche se non mancano le specificità.
Competenze della PA
Il tema della formazione nelle Amministrazioni pubbliche, ad esempio, è emerso più volte, soprattutto durante i lavori del tavolo ambiente ed energia. Essere informati, saper riconoscere il ruolo degli strumenti di innovazione tecnologica, hanno sottolineato enti e stakeholder, sono requisiti fondamentali per passare da una gestione passiva a una gestione attiva della rete energetica.
Le ricadute sono visibili anche in termini economici: fare cultura e formazione all'interno della PA permette di sviluppare le competenze del personale e di ridurre il ricorso a consulenze esterne.
Importanza delle reti
D'altra parte, per cogliere opportunità nel campo della green economy, è emerso, è essenziale anche fare rete. Basti pensare al tema del riuso dei RAEE, i rifiuti da apparecchi elettrici ed elettronici che possono essere al centro di partenariati tra chi si occupa della loro raccolta e chi riutilizza a fini industriali i materiali recuperati.
La creazione di reti è un tema ancora più urgente alla luce di alcune novità che caratterizzano la nuova programmazione dei fondi europei, a cominciare dal fatto che la Commissione si rivolge direttamente ai territori e incoraggia i soggetti locali a lavorare insieme. Un approccio che sta stimolando nuove idee sui territori, come il progetto Visitor City, a Niscemi, in Sicilia, per lo sviluppo di un brand digitale condiviso per la promozione turistica dei piccoli Comuni.
Progetti integrati
Il tema dello sviluppo di reti porta con sè conseguenze rilevanti anche sulla natura dei progetti. Nel caso del turismo e della cultura, ad esempio, significa passare dal modello Pompei - un successo dal punto di vista del public procurement, un fallimento in termini di coinvolgimento dei territori - a progetti integrati, che mettano insieme valorizzazione del patrimonio culturale, ospitalità turistica, filiera eno-gastronomica, mobilità.
Questo richiede un cambiamento culturale negli stakeholder, la capacità di innestare filiera all'interno e all'esterno dei beni oggetto degli investimenti e di coinvolgere anche partner industriali. E' quanto si sta facendo, ad esempio, nelle Marche, dove grazie a una sinergia con il consorzio Verdicchio di Matelica oggi il teatro del Comune riesce ad essere attivo sette giorni su sette.
La logica dei progetti integrati dovrebbe essere applicata anche nell'ambito della valorizzazione dei beni pubblici dismessi, basti pensare al bando in corso sul riuso dei fari e alla rete delle case cantoniere, che il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini vorrebbe mettere a servizio degli itinerari religiosi, turistici e ciclo-pedonali.
Snellire la burocrazia
Quanto ai problemi dell'eccessiva burocrazia e dei ritardi nell'attuazione dei progetti, si tratta di criticità comuni a tutti i settori, ma vissuti come particolarmente penalizzanti dagli attori dei tavoli dedicati alle infrastrutture e alla rigenerazione urbana.
Nel caso delle infrastrutture, ad esempio, la lunghezza dei tempi per l'ottenimento delle autorizzazioni blocca progetti che possono già contare su un partenariato solido e che sarebbero pronti a partire. In alcuni casi, i ritardi sono tali da rendere i progetti di investimento incompatibili con i nuovi obiettivi strategici che le amministrazioni hanno nel frattempo approvato in sostituzione dei precedenti.
Per superare queste problematiche, secondo gli stakeholder, è necessario non solo semplificare le procedure, ma anche ridurre il numero degli attori coinvolti nelle procedure di autorizzazione.
Risorse finanziarie
Ultimo nodo, le risorse. Gli enti pubblici, è emerso dal tavolo sulla rigenerazione urbana, spesso incontrano difficoltà nel coinvolgimento di soggetti privati a causa della mancanza di chiarezza sulle prospettive reali di profitto dei loro progetti.
Affinché questi interventi abbiano successo e i partenariati pubblico-privato prendano maggiormente piede in Italia, hanno sottolineato diversi intervenuti, è necessario avere una visione di insieme sulle iniziative da realizzare, partendo proprio dalla struttura finanziaria di ciascun progetto.
Author: World Bank Photo Collection / photo on flickr